la carità? E' telegenica di Fabio Galvano

Le dive impegnate a far del bene nelle missioni umanitarie Le dive impegnate a far del bene nelle missioni umanitarie la carità? V telegenica La Jagger in Bosnia, Imam in Somalia, Cher in Armenia, Cindy in Tibet Secondo il «Sunday Times» è nata «l'industria della compassione»: rende LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Benedette siano le stelle, quelle che pensano alle sciagure del mondo. Ma forse ora cominciano a essere troppo numerose le star che dal cinema e dalla vita mondana passano alla compassione, dedicandosi a opere di carità e missioni umanitarie: sovente intralciando il lavoro - oscuro e sicuramente meno fotogenico, ma probabilmente più utile - di chi a quell'attività dedica la propria esistenza. Bianca Jagger fra i carri armati in Bosnia, la bellissima modella Imam (moglie di David Bowie) fra le miserie della Somalia ma con un occhio attento al guardaroba e al fotografo, Cher che va in Armenia per sollevare il morale di chi abita ancora nella terra dei suoi antenati, Cindy Crawford che con il marito Richard Gere si batte per il bene del Tibet: le ambasciatrici di pace e di misericordia sono un esercito. Ma è davvero altruismo? Molte attrici, fotomodelle e personaggi «in» delle grandi capitali occidentali hanno forse scoperto che investire qualche giorno della loro esistenza in una causa disperata può essere proficuo, e non solo per gli assistiti. Non sarà certo il caso di Sofia Loren, anch'ella in Somalia ma con l'etichetta dell'Onu. Ma c'è chi solleva qualche sospetto quando le troupes televisive non si limitano a registrare un fatto di cronaca: Imam nella miseria di Baidoa, per esempio, è servita per un documentario della Bbc. Riferendosi a una «industria della compassione», il Sunday Times rifletteva ieri sulle «belle, ricche e fotogeniche viaggiatrici del villaggio globale», impegnate in una sofisticata partita di Risico con la spartizione del mondo in zone di carità: «Duecento anni fa queste donne sarebbero scese dal loro castello con un cesto di frutta per i poveri. Oggi possono prendere un jet per la loro causa, magari guadagnando qualcosa per strada». E un modo di farsi vedere: «Chi ha bisogno di Gstaad quando c'è Srebrenica?» Yasmin Le Bon e Tracy Ward ora marchesa di Worcester - sono preoccupate per la foresta tropicale brasiliana, sulla falsariga di Sting deluso dai suoi indios (ma la scorsa settimana il suo ufficio ha negato la rottura fra il cantante e la tribù dei Kayapo rivelata dal periodico brasiliano «Veja»), Olivia Harrison si batte per gli orfani romeni. Paula Hamilton, modella della pubblicità Volkswagen, dopo avere risolto i suoi problemi d'alcol e di droga si batte per gli elefanti del Kenya e dell'Uganda. Le cause nobili non mancano, le candidate al gioco della compassione neppure (e qualche volta, memore del successo di Bob Geldof con il suo Live Aid, s'infila anche qualche uomo). La Oxfam può contare su Glenda Jackson, sull'improvvisa celebrità da Oscar di Emma Thompson; ma ha dovuto rinunciare all'aiuto di Julie Christie per la Cambogia quando si è scoperto che il pubblico era unicamente interessato all'attrice e non alla minaccia dei khmer. L'Unicef si avvale di attori del calibro di Peter Ustinov, Roger Moore e Liv Ullmann (impegnata anche per un istituto norvegese a favore dei boat people di Hong Kong); ma senza dimenticare quella che è stata la sua più famosa «ambasciatrice di buona volontà», Audrey Hepburn, il cui ultimo viaggio in Somalia ha raccolto più di due miliardi di lire. A fare del bene nessuno fa una brutta figura; e anche una certa partecipazione politica - Julie Christie per i palestinesi, Richard Gere per il Dalai Lama - può offrire risultati positivi. Bianca Jagger, l'ex moglie di Mick, può avere irritato con le sue 36 ore in Bosnia, arrivando con 38 tonnellate di medicinali ma anche con decine di macchine fotografiche al seguito; e può creare un senso di frustrazione lo spettacolo di una stellina - non è il suo caso, lei si è guadagnati i galloni facendo la crocerossina in Nicaragua - che zampetta fra le miserie più atroci pensando forse alla telecamera più che alla morte che la circonda. Una consolazione: la Stephanie Powers («Cuore e batticuore») che si batte per il Kenya ammette candidamente un interesse diretto, per avere investito quasi tutti i suoi averi nel mondo dei safari. Fabio Galvano Nelle foto, due dive che rappresentano l'eccezione: Sofia Loren è stata in Somalia ma era Ambasciatrice dell'Onu Bianca Jagger, ex moglie di Mick si è guadagnata i galloni come crocerossina in Nicaragua e ora è in Bosnia tra le bombe Ma anche per loro tv e fotografi si sono mobilitati