Olivero: «La mia ultima Adriana a 80 anni»

Olivero: «Lo mia ultima Adriana a 80 anni» Il grande soprano, interprete prediletta di Cilea, ha inciso l'opera per la Bongiovanni Olivero: «Lo mia ultima Adriana a 80 anni» Dice: «E' un testamento artistico, spero serva a qualcosa» GENOVA. Nel 1941 aveva interrotto la propria attività. E fu Cilea nel dopoguerra a convincerla a rientrare sulle scene inviandole un biglietto nel quale le diceva che avrebbe tanto desiderato risentire la sua Adriana prima di morire. Adesso, poco più che ottantenne, torna ancora una volta al canto richiamata dal fascino di «Adriana Lecouvreur». Magda Olivero, indimenticabile artista, per decenni dominatrice delle scene internazionali, celebrata per la splendida tecnica vocale e per la grande verve scenica, sta registrando in questi giorni per la casa discografica Bongiovanni «Adriana Lecouvreur», l'opera che probabilmente le ha regalato le maggiori soddisfazioni di una carriera straordinaria iniziata nel 1933 a Torino con «Gianni Schicchi» di Giacomo Puccini. «E' nato tutto quasi per scherzo - spiega sorridendo il soprano -. Nel novembre scorso ho tenuto a Milano un concerto accompagnata dall'organo. Avevo una paura folle perché il pubblico è tremendo, temevo di compromettere l'intera mia carriera. Invece, ringraziando Dio, ho ricevuto feste incredibili che mi hanno francamente entusiasmata e commossa». Continua- l'artista: «Poco tempo fa è venuta a trovarmi una persona da New York per chiedermi di parlare di "Adriana", un'opera che ho studiato direttamente sotto la guida di Cilea. Mi sono calata talmente nella parte che ho cantato l'intero lavoro. Di lì l'idea, alimentata da altri, di incidere l'opera in ed al pianoforte. Accanto a me saranno il tenore Cupido e il baritono Mori. Credo che da questa esperienza qualcosa di buono rimarrà. E in un certo senso considero la registrazione una sorta di testamento artistico». La sua carriera è stata lunghissima... «Ho cantato nella mia carriera oltre 85 personaggi ma Adriana costituisce qualcosa di totalmente diverso che mi ha sempre coinvolto totalmente. Non a caso Cilea mi disse che né prima né dopo avrebbe avuto un'Adriana come me, in quanto ero andata oltre le sue stesse note». Ad «Adriana Lecouvreur» è legato un episodio che la stessa Olivero ha raccontato tempo fa: «Risale al mio debutto all'Opera di Roma. Cantavo con Beniamino Gigli che allora era già un divo. Il giorno della recita mi telefonò il direttore De Fabritiis per dirmi che lo spettacolo rischiava di saltare: Gigli, infastidito dal successo da me ottenuto nella prova generale, aveva minacciato di non cantare. Da una successiva telefonata appresi che Gigli aveva accettato di esibirsi ma era prevenuto nei miei confronti. Andai a teatro, mi vestii e mi truccai. Poi ebbi l'ispirazione giusta. Presi un'orchidea fra i tanti fiori che adornavano il mio camerino e bussai alla porta di Gigli: "Permettete commendatore che la piccola Adriana offra un fiore al suo grande Mauri¬ zio?". Il ghiaccio si sciolse e da allora Gigli ed io diventammo amici». Sulla situazione odierna della lirica, la Olivero si dichiara pessimista: «Non dico che è un mondo destinato a finire perché l'opera non morirà mai, la musica è l'amica che non può tradire. Vedo però oggi tanta superficialità. I giovani nel momento in cui hanno imparato le note e le parole ritengono di sapere l'opera. Ai miei tempi si partiva invece da lì. Il problema è che c'erano i grandi maestri. Tullio Serafin sapeva costruire i cantanti. Si imparava a recitare oltre che a cantare. Quanti cantanti oggi non sanno cosa significa respirare e sostenere!». Roberto lovino Magda Olivero in due momenti della sua straordinaria vita d'artista. Lo stesso Cilea volle che tornasse a cantare l'«Adriana»

Luoghi citati: Genova, Milano, New York, Roma, Torino