Caccia alle Tigri dopo il delitto dell'uomo-bomba di Foto Reuter

Caccia alle Tigri dopo il delitto dell'uomo-bomba COLOMBO Vuoto di potere per la violenza separatista, il capo dell'opposizione era stato ucciso 9 giorni fa Caccia alle Tigri dopo il delitto dell'uomo-bomba E' di marca tamil l'omicidio del Presidente dello Sri Lanka COLOMBO. L'esercito dello Sri Lanka pattuglia le strade della capitale Colombo: si temono nuovi attentati. Due giorni dopo l'assassinio del presidente Ranasinghe Premadasa, ucciso da un terrorista suicida, il futuro del Paese appare incerto. Non ci sono leader politici di portata nazionale, la maggioranza etnica cingalese è divisa e la minoranza tamil prosegue nel Nord-Est la sua sanguinosa guerra secessionista. L'attentato dell'altro giorno, nel quale sono rimaste uccise almeno venti persone, è stato realizzato con una tecnica terroristica sofisticata e feroce. Secondo i reporter della televisione di Stato, sul luogo dove l'ignoto attentatore ha fatto esplodere la bomba che portava alla cintura «non c'era più traccia» del Presidente. L'assassino stesso, hanno aggiunto, aveva il volto sfigurato e il torace squarciato. «Dappertutto - ha detto un te¬ stimone - c'erano pezzi di carne». Nonostante le smentite del portavoce delle «Tigri per la liberazione dell'Eelam Tamil (Ltte) - che da Parigi ha escluso responsabilità dei suoi nell'attentato - è proprio sui terroristi secessionisti che si appuntano i sospetti. Nella loro decennale guerra di secessione, gli uomini dell'Ltte non hanno risparmiato l'esplosivo: con la tattica dell'«uomo-bomba» hanno ucciso due anni fa anche il leader politico indiano Rajiv Gandhi. Con mine telecomandante sono stati uccisi nel febbraio del 1991 l'allora ministro della Difesa Ranjan Wijertane e nell'agosto del 1992 il capo delle forze militari del Nord Denzil Kobbekaduwa, due diretti nemici dei separatisti. In anni di guerra le Tigri hanno preso il controllo della penisola di Jaffna, nel Nord del Paese, abitata in mag¬ gioranza dai tamil di religione indù, che sono il 17 per cento della popolazione. La maggioranza dei circa 18 milioni di abitanti dello Sri Lanka è di etnia cingalese e di religione buddhista. Alcuni temono pogrom contro i tamil come quelli che, poco più di dieci anni fa, innescarono la ribellione delle Tigri. Al problema dello scontro fra tamil e cingalesi, si aggiunge quello della mancanza di una leadership politica di ricambio. Il rivale e potenziale successore di Premadasa, Latith Athulathmudali, è stato ucciso nove giorni fa da un killer che, secondo i suoi compagni di partitoi sarebbe stato assoldato proprio dall'ex Presidente. Il «partito nazionale unito», al potere, ha candidato a succedere a Premadasa il facente funzioni di presidente Dingri Banda Wijetunga. Ambizioni politiche vengono attribuite alla ve¬ dova del Presidente. Il principale partito di opposizione, il «partito della libertà», è diviso in due fazioni e la sua leader, l'ex primo ministro Sirimavo Bandaranaike, è vecchia e malata. La costituzione prevede che il Parlamento rielegga entro un mese un nuovo presidente che completi il mandato di Premadasa, ma non si possono escludere elezioni anticipate. Gli unici vincitori sono, per ora, i separatisti tamil, che si trovano di fronte un nemico debole dal punto di vista militare: migliaia di soldati sono stati richiamati a Colombo per controllare l'ordine pubblico e politico. Resta da vedere quale sarà la reazione dei cingalesi e chi ne prenderà la guida. Soprattutto, chi avrà ora il coraggio di proporre una soluzione negoziata a una crisi che sta logorando le già magre risorse del Paese. [Ansa] Il corpo del leader disintegrato dall'esplosione Il Presidente assassinato L'esplosione ha dilaniato anche l'attentatore (a destra) [FOTO REUTER]

Persone citate: Premadasa, Rajiv Gandhi, Ranasinghe Premadasa, Ranjan Wijertane, Sirimavo Bandaranaike

Luoghi citati: Parigi