Israele contro Curzi: Tg3 antisemita di Andrea Di Robilant

DIPLOMAZIA E TELEGIORNALI DIPLOMAZIA E TELEGIORNALI il direttore: ma se siamo stati gli unici presenti a Varsavia per la rivolta del ghetto Israele contro Curzi; Tg3 antisemita Dura protesta pev lo spazio dedicato ai deportati di Hamas m IL Tg3 di Curzi? Una cellula khomeinista «più filo-palestinese dell'Olp». Un telegiornale così ostile a Israele da far pensare ad un atteggiamento «stalinista», «quasi patologico». Parole pesanti e tutt'altro che diplomatiche. All'ambasciata di Israele hanno perso le staffe per una copertura delle vicende medio-orientali che considerano «smaccatamente anti-israeliana». Così l'addetto stampa Yehoushua Amishav ha scritto al direttore del Tg3 Alessandro Curzi una lettera di una durezza senza precedenti. Lettera che l'ambasciata ha poi voluto rendere pubblica. E Curzi? Ha deciso di schivare la polemica «per rispetto a Israele», rispondendo all'ambasciatore Avi Pazner con toni concilianti: «Saremo lieti di invitare Tam¬ basciatore di Israele nei nostri studi», «L'impegno del nostro giornale per la pace in Medio Oriente è antico. Uguale il nostro impegno contro l'antisemitismo». Ricordando in particolar modo la diretta dalla risiera di San Sabba e la decisione («unico tg») di andare a Varsavia per ricordare il cinquantesimo anniversario dell'insurrezione del ghetto: «Non dimenticare - spiega Curzi - è un motto al quale ci sentiamo molto legati...». Ma in realtà il direttore del Tg3 è furibondo. E assicura che se avesse ricevuto una lettera così da un politico italiano non avrebeb neppure risposto: «E' francamente offensiva e danneggia l'immagine di Israele. Ma come? Ci accusano di stalinismo e poi ci mandano una lettera che avrebbe potuto essere scritta da un ambasciatore sovietico nei tempi più bui dell'era Breznev». L'irritazione dell'ambasciata israeliana nei confronti del Tg di Curzi non è nuova. «E' da tempo che quel telegiornale manifesta un atteggiamento ostile a Israele», sostiene Amishav. E allora cos'è che questa volta ha fatto saltare i nervi ai diplomatici israeliani? All'ambasciata rispondono che le trattative riprendono a Washington, il clima dei negoziati sembra migliorare, tra due giorni iniziano i colloqui multilaterali a Roma, e in questa cornice il Tg di Curzi sceglie invece «di dedicare il suo tempo agli "eroi" di Hamas». E chiedono: perché dare spazio soprattutto a quelli che si oppongono alla pace e non a quelli, palestinesi inclusi, che alla pace stanno lavorando? «Perché il Tg3 si fa portavoce di un movimento fanatico e antisemita, aprendo uno spazio di propaganda del Hamas khomeinista?». Sono due i servizi nel mirino dell'ambasciata israeliana. Il primo è andato in onda martedì scorso, giorno in cui sono ripresi i negoziati a Washington, ed era dedicato ai deportati di Hamas. Il secondo è stato trasmesso mercoledì, ed era un'intervista in studio al senatore Verde Emilio Molinari, reduce da ima visita nella zona. Dice la lettera a Curzi: «Il senatore Molinari ha fatto l'avvocato degli "eroi" di Hamas durante un tempo compiacentemente messo a disposizione dal Tg3. Ma né la redazione del Tg3 né il senatore Molinari hanno ritenuto utile ricordare ai telespettatori chi sono esattamente gli espulsi, che cosa vuole il Hamas, qual è il suo programma ideologico e di quale odio per Israele e gli ebrei in generale si nutre». L'ambasciata israeliana conclude con un auspicio: che «nella nuova Italia che si va costruendo» si possa tornare ad un giornalismo più professionale. E questa volta è il direttore Curzi che perde la pazienza: «Incredibile. Ci danno anche lezioni di etica, come se fossimo alle loro dipendenze». Andrea di Robilant Il direttore del Tg3 Sandro Curzi