Piange Aguilera, venduto a tutti

Piange Aguilera, venduto a tutti torino Pato è stufo di leggere continuamente sui giornali notizie di un suo trasferimento Piange Aguilera, venduto a tutti «Sarebbe ora che in società qualcuno mi dicesse quale sarà il mio destino la prossima stagione» TORINO. Nonostante vi siano tante premesse perché la stagione si concluda ancora una volta in modo eccellente, la vita del Torino continua a essere caratterizzata da malesseri diffusi. Dopo i mesi della grande crisi societaria sfociata nel trapasso dei poteri (e delle azioni) da Borsano a Goveani e quindi nella sofferta e polemica fuoruscita di Moggi, in pratica non passa giorno senza che si registri un «caso», piccolo o grande che sia. Si è appena ricomposto il dissidio tattico-verbale tra il presidente e Fusi, ed ecco che Aguilera si esprime in modo tale da riattizzare il fuoco che covava sotto la cenere. Sono le 13,30 di ieri e i granata stanno lasciando il campo della Mandria sul quale hanno svolto l'allenamento quando il piccolo attaccante uruguaiano dà cenno di voler parlare con i cronisti. «Non mi va di leggere sui giornali dove andrò a giocare nella prossima stagione - dice dunque Pato con aria piutto¬ sto arrabbiata -, preferirei che qualcuno della società mi parlasse in proposito e mi comunicasse quale sarà il mio destino». Di ipotesi circa il trasferimento di Aguilera ne sono state avanzate molte ma a far star male il giocatore è l'idea che qualcuno pensi che sia proprio lui a volersene andare. «Ho il massimo rispetto dei tifosi, non vorrei che si facessero idee sbagliate e tantomeno credessero che voglio cambiare aria. Al Torino sto bene e onorerei volentieri il contratto che mi lega ancora per un anno». Pato è molto convinto di quel che dice, decisamente inopportuno chiedergli quale sarebbe eventualmente la priorità delle sue scelte. Ci proviamo ugualmente, con risultati deludenti. «Voglio stare tranquillo e soprattutto parlare con qualche responsabile della società per conoscere quali sono le decisioni che mi riguardano». Nel suo primo anno con la maglia granata, il rendimento dell'uruguaiano non è stato pari alle attese dei tifosi e di chi lo aveva ingaggiato. Un argomento che il piccoletto non prova neppure a confutare. Anzi, lo commenta annuendo: «So perfettamente di non aver espresso tutte le mie qualità e mi dispiace. Purtroppo si è ripetuto quanto si era verificato al primo anno genovese, che conclusi con otto gol all'attivo. Evidentemente, anche qui ho avuto qualche problema d'inserimento». «Nel Toro ho segnato lo stesso numero di reti - riprende Aguilera - ma attenzione, perché l'annata non è conclusa e ho ancora tempo e possibilità di andare ancora in gol». Se, a quanto pare, il Torino dà a Pato motivo per lamentarsi, la Nazionale uruguaiana sembra riservargli altrettanti dispiaceri. Così come gli altri «italiani» suoi compagni di rappresentativa, Aguilera era stato definito da Luis Cubilla come «mercenario privo di spirito nazionalistico» e adesso il et sembra averci ripensato: ha scritto a Francescoli, Sosa, Fonseca ed Herrera oltre che allo stesso granata una lettera da «vogliamoci bene» ma non è detto che sarà pace. «Lunedì ci incontreremo - spiega Pato con durezza - e decideremo se rispondere alle prossime convocazioni o restare sulla linea del no. Il 19 maggio a Montevideo dovremmo giocare con il Cile la partita della riconciliazione ma non è detto». Piercarlo Alf Grisetti Pato Aguilera riconosce di aver reso meno delle attese

Luoghi citati: Cile, Montevideo, Torino