Se lo spettacolo deve continuare Pippo Franco impazza: fa ridere? di Alessandra Comazzi

r TIVÙ' & TIVÙ' Se lo spettacolo deve continuare Pippo Franco impazza: fa ridere? DOPO quello che è successo in Parlamento, quanti programmi sono diventati insensati, l'altra sera. Le trasmissioni d'informazione in diretta, come «Il rosso e il nero», «A carte scoperte», «Omnibus» hanno cercato di recuperare; le altre davano una grande sensazione di straniamento. Siccome, solita massima giustificatrice nel mondo dello spettacolo, «the show must go on», bisogna andare avanti, così s'è fatto. Spinto più tardi nella serata dall'inevitabile prolungarsi del tg, è quindi andato regolarmente in onda «Saluti e fiction», programma-appendice di «Saluti e baci», dedicato al festival «Umbriafiction»: pesante sponsorizzazione, pesante autopromozione. La «serata particolare» era presentata da Pippo Franco in smocking azzurro, dalla rutilante signora Leonida-Leo Gullotta in lamé fucsia e da Oreste Lionello nel ruolo, tra l'altro, del loro figlioletto vestito alla marinara. In più, come optional, la bella Valeria Marini, che non sa recitare, non sa presentare, ma con quel fisico, a chi volete che importi... 1 «Saluti e baci» è un program! ma tanto seguito dal pubblico quanto sgradito da chi si occupa di televisione, ne scrive, ne parla. Brutto segno, vero? Segno che qualcosa non va: o i critici non capiscono questo tipo di comicità; o la capiscono ma non la condividono, e allora vuol dire che sono chiusi nella loro torre d'avorio, difetto degli intellettuali, nei secoli. Bisogna rispettare il successo e chiedersi perché le trasmissioni funzionano, anche se sono brutte: e quindi giovedì ci siamo posti con animo grato di fronte a Raiuno, che dava, nonostante le bufere d'Italia, una possibilità di appello per imparare ad apprezzare, se non ad amare, la band del Bagaglino. Ebbene: lo spettacolo è proprio lungo e noioso, farcito di troppi, insopportabili balletti; nella parodia, inquisiti e magistrati sono pericolosamente mescolati come se fossero tutti la stessa banda di pazzi; la povera bambina Morgana che fa le imitazioni fa anche tristezza e nelle battute non c'è niente ridere, altro che avanspettacolo. Volete esempi? Pronti. Parodia di Beautiful, metafora della politica italiana, circola la parola «famiglia»: «Badalamenti?» «No, badalecorna». «La sai l'ultima sulle tangenti? Se mi dai 200 mila lire te la dico». Due onorevoli si incontrano: «Ti dovevo dire tante cose, non ti trovavo». «Eh, sai, sono stato fuori». «E io sono stato dentro». Perché la cotoletta alla milanese si chiama «alla milanese»? Perché c'è il pane grattato. Un democristiano e un socialista si iscrivono alle Olimpiadi della corruzione: chi vince? Nessuno, perché i professionisti alle Olimpiadi non partecipano. Fan ridere? E' dura riuscirci: ci riesce però benissimo la platea, che, beata lei, ride sgangheratamente, compresi gli ospiti come Remo Girone. Se il pubblico a casa è così assiduo e convinto deve essere perché il sabato sera non ha grandi alternative: infatti giovedì, che sul secondo c'era l'uomo di rispetto Michele Placido, l'audience non è stata plebiscitaria (6 milioni 247 mila spettatori il varietà, 5 milioni 994 mila lo sceneggiato). Gli imitatori sono bravi (soprattutto Manlio Dovi), e il copione si aggiorna come può con l'attualità. Infine, ce ne combinano davvero così tante, i politici, che deve comunque far piacere sentirli prendere in giro: da chiunque, in qualunque modo Alessandra Comazzi zzij

Persone citate: Badalamenti, Leo Gullotta, Manlio Dovi, Michele Placido, Morgana, Oreste Lionello, Pippo Franco, Remo Girone, Valeria Marini

Luoghi citati: Italia