Una vita all'ombra della diva stupenda
«L'accompagnatrice» di Claude Miller: raffinatezza, banalità e una bravissima Elena Safonova PRIME CINEMA «L'accompagnatrice» di Claude Miller: raffinatezza, banalità e una bravissima Elena Safonova Una vita all'ombra della diva stupenda La vicenda narrata dalla Berberova trasferita in Francia CHE colpo, ecco riuniti in un solo film quattro classici tic di un cinema francese contemporaneo: l'attenzione alle ragazze molto giovani, appena uscite dall'adolescenza; l'ambientazione «Occupation», a Parigi e nella Francia invase dai tedeschi del 1942-1943; la musica classica usata come elemento elevato, nobilitante, origine e accompagnamento di sentimenti delicati, di sottigliezze psicologiche; l'ispirazione tratta dal romanzo di uno di quegli autori che la voga del momento trasforma in una sorta di «logo» sempre efficace, e che fatalmente finiscono sempre per venir traditi nell'essenziale. Tutti insieme, questi elementi danno al film una qualità certa di compostezza, raffinatezza, intelligenza; e insieme una inevitabile banalità, una forte impressione di già visto, già sentito, già provato che sfiora a volte il plagiarismo (l'ambientazione «Occupation», a esempio, è ricalcata da «L'ultimo metro» di Truffaut). Il romanzo, che viene in questo caso appena sfiorato nei suoi contenuti più aneddotici o superficiali, e trasferito dalla Russia alla Francia, è «L'accompagnatrice» di Nina Berberova (editore Feltrinelli), e la storia è quella d'una vita in secondo piano. Una ragazza ventenne solitaria, sensibile e povera diventa accompagnatrice al pianoforte d'una giovane, celebre, bella, bravissima e affascinante cantante lirica, moglie d'un uomo d'affari. L'accompagnatrice adora la diva, l'ammira, la serve, la segue, la venera, rinuncia a un amore per restarle vicina. Ac¬ canto a lei impara a conoscere l'esistenza dei ricchi, i conforti della fame saziata e del benessere; scopre quanto possano essere ambigui i comportamenti verso gli occupanti della gente d'affari e di spettacolo; ha la rivelazione dei segreti amorosi e degli egoismi ambiziosi della cantante; accompagna la coppia nell'esilio in Inghilterra, assiste al suicidio del marito, alla partenza trionfale della cantante verso gli Stati Uniti dopo la fine della guerra. E si ritrova sola. Sono raccontati con finezza l'apprendistato alla vita compiuto in circostanze eccezionali, e parallelamente la dolorosa consapevolezza d'una propria irrilevanza di persona che è per gli altri come trasparente e quasi inesistente, la scoperta che l'atteggiamento oblativo non è sempre pagante, che chi dà tutto può ricevere nulla. Sono bravissimi gli attori: più di tutti la russa Elena Safonova, vista accanto a Mastroianni in «Ociciornie» di Michalkov, interprete raffinatissima, molto versatile; ma anche la coppia figlia-padre, Romane Bohringer che è l'accompagnatrice, Richard Bohringer che è il marito della cantante. Lietta Tornabuoni L'ACCOMPAGNATRICE di Claude Miller Con Romane Bohringer Elena Safonova Richard Bohringer Claude Rich Drammatico. Francia, 1992. Cinema Studio Ritz di Torino; Odeon 3 di Milano; Capranichetta, Maestoso 3 di Roma. Bridget Fonda, protagonista di «Nina», il remake del film francese «Nikita» con la Parillaud
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