Due o tre cose che so di Woody di Giuseppe Ballaris

La vita, le manie e la camera: un nuovo libro racconta tutta la verità su Alien La vita, le manie e la camera: un nuovo libro racconta tutta la verità su Alien Due o tre cose che so di Woody NEW YORK. Tutto ciò che avreste voluto sapere di Woody Alien? Niente di più facile, ora che nelle librerie americane è arrivato «The Woody Alien Companion», un volumone di 403 pagine nel quale Stephen J. Spignesi ha raccolto tutto il possibile su uno dei personaggi più discussi del cinema americano, molto amato in Europa, ma forse non altrettanto a Hollywood. Una storia dell'attore-regista dall'infanzia a oggi, suffragata da documenti, immagini e curiosità di ogni tipo. Un esempio illuminante. Woody indica il 1890 come anno molto importante per la propria carriera. Cent'anni fa: possibile? Pare proprio di sì. Cent'anni fa veniva costruito in Italia il clarinetto Rampone, lo strumento che Woody suona abitualmente. Ma, uscendo dal paradosso, ecco le tappe fondamentali di una vita e di una carriera fortemente segnate dai conflitti interiori, dall'ironia, dallo sberleffo e dalla confusione sentimentale. Nel 1938, all'età di tre anni, Woody vedeva il suo primo film, il cartone animato «Biancaneve e i sette nani» di Walt Disney. L'anno dopo, insieme alla madre, era spettatore di «Beau Geste», film sulla lealtà virile spinta fino al sacrifìcio interpretato da Gaiy Cooper. Nel 1940 ammirava «Pinocchio», e nel '41, per la prima volta, andava a Manhattan; nel '48 la magia diventava un hobby. Alien commediografo, capitolo di luci e di ombre. La prima commedia porta la data del 1966, è «Don't Drink the Water»; l'ultimo suo lavoro, «The Floating Light Bulb», è datato 1981. Di commedie ne ha scritte otto (più una rimasta segreta), ma solo tre di esse sono andate in scena. Tra queste la più famosa è «Provaci ancora Sam» del 1969, che Alien considera più riuscita nella versione cinematografica. Negli Anni 50 e 60 Woody lavorava per la televisione. A 19 anni scriveva gli sketch di «The Colgate Comedy Hour». La parte più cospicua di «The Woody Alien Companion» è riservata giustamente all'attività cinematografica. Di ogni film non troviamo soltanto la trama, ma anche gli aspetti curiosi, i luoghi e le frasi ricorrenti. Ecco qualche esempio: • Il dittatore dello Stato libero di Bananas: Sylvester Stallone vi appare quale teppista nella scena del metrò. • Provaci ancora Sam: uno dei primi riferimenti al nazismo quando Alien (Allan Felix), riferendosi all'ex moglie Nancy, dice: «Siamo divorziati da due settimane, lei va con un nazista», è la prima passeggiata di Alien con Diane Keaton in un museo. • Love and Death: arriva per la prima volta il tema della masturbazione, che sarà affrontato più volte in seguito. In una delle ultime scene si fa per la prima volta l'occhiolino a In- gmar Bergman (di «Persona»). • Io e Annie: vi appare Tramali Capote. • Manhattan: la sorella della Farrow, Tisa, interpreta la parte di Polly. • Stardust Memories: in apertura c'è l'omaggio a Bergman del «Posto delle fragole» e al Fellini di «8 Vi» ; Sharon Stone, oggi popolarissima ma allora sconosciuta, è la bionda sul treno di fronte a Sandy Bates (Alien) nel montaggio d'apertura. E si vedono foto e quadri autentici di Venet, Segai e Cole, non copie. La scena del piccione riporta all'odio del regista per questi volatili: è riportato l'aneddoto di quando Alien sparse la terrazza del suo appartamento di Manhattan di una sostanza repellente e il mattino dopo trovò gli uccelli tutti incollati al pavimento. • La rosa purpurea del Cairo: il ruolo di Jeff Daniels avrebbe dovuto essere di Michael Keaton (famoso per Batman). Nel cast figura un'altra sorella di Mia, Stephanie, e Daniels ricorda l'abilità della Farrow nel piangere, se richiesto, «senza ricorrere alla glicerina». • Radio Days: il sottomarino nazista era stato un sottomarino giapponese nel film di Spielberg, «1941». Compare anche Dylan, la figlioletta adottata di cui tanto si parla in questi giorni. • Un'altra donna: la Farrow (Hope) è incinta (lo era per davvero, di Satchel). • Crimes and Misdemea- nors: una lunga lista di alternative al titolo. • Alice: la ricomparsa di Dylan, e la presenza della supermodel Elle McPherson. Il libro contiene inoltre stralci di interviste ad amici e colleghi dell'attore, suoi scritti, uno sguardo alle donne della sua vita (Louise Lasser e Mia Farrow che sposò, Diane Keaton, la sorella Letty Aronson, e Norma Lee Clark, sua segretaria da un quarto di secolo, e la sua più cara amica Jean Doumanian). Un altro capitolo esamina i dischi con i monologhi realizzati tra il '64 e il '78: tre monografici e due antologie. Il libro contiene ancora varie foto, una ricca bibliografia, i cast completi dei film, un'analisi delle colonne sonore, un lungo elenco alfabetico delle «influenze» che comprende, tra l'altro, Antonioni, Bertolucci, Fellini, De Sica, Hugh Hefner (il creatore di «Playboy»), Puccini e i jazzisti Thelonious Monk, Dave Brubeck, John Coltrane, oltre a parti di interviste televisive dove si parla esclusivamente di Woody Alien. Giuseppe Ballaris «La mia carriera è cominciata nel 1890 quando fu costruito il clarinetto che suono» «La mia quando f con un ... avvocato Qui accanto Diane Keaton, a sin. Fellini

Luoghi citati: Europa, Hollywood, Italia, Manhattan, Nancy, New York