Tangenti, settimo suicidio
Tangenti, settimo suicidio Tangenti, settimo suicidio Ritrovato a Rovigo il corpo del democristiano scomparso ROVIGO. Lo hanno trovato ieri intorno alle due del pomeriggio. Il corpo di Gino Mazzolaio, l'ex segretario amministrativo della de di Rovigo, galleggiava nelle acque dell'Adige nei pressi di Anguillaia Veneta, un piccolo centro in provincia di Padova. Dieci chilometri più a monte, a Boara Pisani, era stata ritrovata la sua auto: all'interno, i documenti e un biglietto d'addio alla famiglia. Sul foglio, un'ora e una data: 12 e 40, 23 aprile. Mazzolaio, indagato per concussione, era scomparso quello stesso giorno. Una delle ultime persone ad incontrare l'esponente democristiano è stato il presidente della Camera di Commercio di Rovigo Archimede Zambon. Era stato Mazzolaio a fargli visita. «Non sembrava particolarmente turbato», dice Zambon. L'incontro tra i due risale alle 12,45 del 23 aprile, cinque minuti dopo rispetto all'ora indicata dal suicida nella lettera d'addio. Una contraddizione sulla quale gli inquirenti stanno indagando. Prima di Mazzolaio erano sei i suicidi coinvolti nello scandalo delle tangenti: l'ex segretario del psi di Lodi Renato Amorese (morto il 17 giugno 1992); il messo comunale di Trecate Giuseppe Rosato (21 luglio); l'imprenditore Mario Majocchi, vicepresidente dell'Associazione nazionale costruttori edili (27 luglio). Il deputato socialista Sergio Moroni (2 settembre). L'ex direttore generale del ministero delle Partecipazioni statali Sergio Castellari (25 febbraio '93), il consigliere comunale di Pescara Valterio Cirillo (12 aprile). [r.i.] Gino Mazzolaio
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