Dal 5 maggio al Massimo ifilm delpoeta-regista

PASOLINI, IL TESTIMONE PASOLINI, IL TESTIMONE Dal 5 maggio al Massimo ifilm delpoeta-regista E.solo dopo la su * di noi hanno < dersi conto di sua morte che molti cominciato a renquanto insostituibile fosse la funzione svolta da Pasolini, e produttivo lo scontro con le sue idee». Sarà forse per adesione ideale all'autocritica di Goffredo Fofi che il Cinema Massimo ripropone l'integrale cinematografica di Pier Paolo Pasolini (dal 5 al 28 maggio, in Sala Tre), a poco più di tre anni da un'altra personale. O forse perché le polemiche indotte dalla pubblicazione del romanzo inedito «Petrolio» hanno risvegliato una volontà di confronto mai sopita. E' giusto che sia così, naturalmente. Perché Pasolini è davvero un oggetto irriducibile ad ogni tentativo di riduzione e sistemazione accademica, e la sua opera il più radicale e produttivo contributo a disfarsi delle idee ricevute, a liberarsi dei conformismi di moda. Ben venga dunque l'occasione di vedere tutti i suoi film, compresi quelli ai quali partecipò solo in veste di sceneggiatore (come «La notte brava» di Bolognini), attore («Requiescant» di Lizzani) o commentatore (i documentari di Cecilia Mangini), nel tentativo di restituire criticamente l'intero corpus della sua opera cinematografica. Che poi è il compito principale, LAURA RECITA PIER P LAURA Betti ritorna a Pasolini. E lo fa con un recital dei brani poetici dello scrittore. Sarà con il suo spettacolo per due giorni a Torino. Al Piccolo Regio (piazza Castello 215), che la ospita giovedì 6 e venerdì 7 maggio, sotto l'egida del teatro Stabile, ma fuori abbonamento rispetto alla stagione. S'inizia in entrambe le serate alle 21, i biglietti costano 20 mila lire. Si intitola «Una disperata vitalità», il cammino che l'attrice percorre attraverso il genio del poeta. I testi proposti sono tratti diverse opere: «Orgia», «La meglio gioventù», «L'usignolo della chiesa cattolica», «Affabulazione», «Trasumanar e organizzar», «Poesia in forma di rosa», «Teorema». Per lampi e illuminazioni, si ricompone la memoria, dove poesia e prosa si confondono. E' un viaggio senza tempo, un'immersione nel cuore della poesia, la sensazione di un'assenza incolmabile. In scena ci sono le contraddizioni e le ossessioni dell'uomo e dell'artista, in un linguaggio poetico tra i più complessi del nostro tempo. Il clima dello spettacolo è quello della «messa laica», hanno detto i critici, insieme alla conservazione dei testi, che si prefigge il «Fondo Pasolini» attivo da alcuni anni sotto la guida di Laura Betti. Ma le ambizioni della rassegna non si esauriscono qui, visto che alla personale di P. P. P. si affianca e s'intreccia quella dedicata a Sergio Citti, suo fraterno amico e collaboratore. E che su Pasolini non sia ancora stato detto tutto, lo proveranno i tre incontri programmati nel corso della rassegna: con Sergio Citti, Virgilio Fantuzzi e Edoardo Bruno in apertura di manifestazione (5 maggio), con lo scrittore-sceneggiatore Vincenzo Cerami il 21, con Laura Betti, Enzo Siciliano, Edoardo Fadini, Nuccio Messina e Beppe Navello il 24. Certo, il rischio di santificare «il testimone e cantore di una mutazione che ci ha tutti travolti» (la definizione è di Fofi), è pur sempre in agguato. Ma c'è il modo di tenersene lontani. Magari ricordando, con uno dei più lucidi estimatori e fiero avversario dell'autore (il regista brasiliano Glauber Rocha) che il nucleo della sua personalità rimane un mistero: «Non solo di Pasolini, ma anche del Pasolini che è diventato, per questo, un mito contemporaneo». PAOLO Alberto Barbera una cerimonia assorta e funerea con quinte nere, luci bluastre, accordi mistici. «Una disperata vitalità» (con queste tre parole l'autore faceva il ritratto di se stesso) già negli anni scorsi era stato il titolo di altri recital, sempre diversi di volta in volta, sempre commossi e trepidi. Non si tratta insomma della ripresa di una performance già rappresentata. «L'equivoco potrebbe nascere dal titolo ripetuto - ha spiegato Laura Betti che io considero una "dedica d'affezione". Lo spettacolo in realtà è completamente nuovo ed è stato realizzato con l'aiuto di un'equipe inedita: la collaborazione artistica è di Pasquale Piastino, la consulenza musicale di Paolo Terni e le luci di Walter De Angelis». «Che cosa mi aspetto dal recital? - si chiede la Betti in un'intervista - Tutto il lavoro di Pier Paolo, anche quello politico che spesso è stato strumentalizzato, fu fatto combattendo come in guerra ma con le armi della poesia. Anche per questo forse, io esco sul palcoscenico». Cristina Caccia

Luoghi citati: Torino