«Zitelle più felici delle sposate»
Una ricerca dell'Università di Mùnster smentisce i luoghi comuni: le single sono perfettamente appagate Una ricerca dell'Università di Mùnster smentisce i luoghi comuni: le single sono perfettamente appagate «Zitelle più felici delle sposate» Gli psicologi: non sono acide né insoddisfatte LA RIVINCITA DELLE NUBILI ■.ai.. STIZZOSE? Acide? Insoddisfatte? Demoralizzate da una vita passata a fare tappezzeria? In una parola: irrimediabilmente zitelle? Macché! Lo stereotipo della donna sola bisbetica, già demolito per le generazioni più giovani - che infatti hanno adottato quel termine incolore che è «single» - non tiene neanche per le donne nate prima dell'ultima guerra e costrette loro malgrado a rinunciare alla vita di coppia e di famiglia. Una minuziosa ricerca condotta da un gruppo di psicologhe dell'Università tedesca di Mùnster smentisce l'odioso archetipo e dimostra che le donne non sposate hanno una vita attiva e soddisfatta. Finora non era mai stata fatta una ricerca sulle condizioni di vita di quel folto gruppo di donne che, con un'intera generazione di uomini spazzata via dalla guerra, hanno dovuto rassegnarsi alla solitudine. Una condizione tanto più dura in quanto da ragazze erano state educate all'ideale del matrimonio e della maternità. I risultati della ricerca dicono che quelle donne se la sono cava- ta benissimo. Non sono diventate succube del lavoro né intristite dai rimpianti. Hanno sostituito un progetto di vita con un altro, del quale non sono insoddisfatte. Le gioie e i dolori sono stati diversi da quelli delle loro coetanee maritate, ma non si sentono defraudate né maltrattate dalla vita. Queste le conclusioni delle psicologhe di Mùnster dopo i colloqui con una sessantina di don: ne nate fra il 1919 e 1933 sulle situazioni critiche della vita e il modo in cui le avevano superate. Per entrambi i gruppi, al primo posto tra gli eventi più drammatici c'erano le morti e le malattie, che da sole occupavano la metà dei ricordi. Al secondo posto, le risposte divergevano: le donne sole mettevano ancora malattie e incidenti, mentre quelle sposate parlavano esclusivamente delle malattie del marito o dei figli. Per loro, ancora problemi di famiglia al terzo posto - in particolare, il trauma dei figli grandi che lasciano la casa. Un altro luogo comune smentito è il lavoro indefesso come surrogato della famiglia. Le donne sole infatti hanno messo in fondo alla classifica dei dispiaceri i problemi di ufficio e di carriera. Piuttosto, soffrivano ancora per i ricordi della guerra, che mettevano al terzo posto. Sole o sposate, le donne nate prima della guerra hanno avuto un atteggiamento identico verso la vita - tipicamente «maschile», si sarebbe detto un tempo. Hanno sempre cercato di mantenere il controllo delle situazioni, o di avere reazioni all'altezza dei drammi. Il bilancio finale non ha sorpreso le psicologhe: la reazione «tipicamente femminile» alle situazioni problematiche - passiva, evasiva, rassegnata - non corrisponde alla cultura delle donne sole. Che alla fine si scoprono contente di sé e di quello che hanno avuto almeno quanto le coetanee maritate. [m. ver.] Emma e Irma Gramatica, le Materassi
Persone citate: Irma Gramatica
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