Un corvo ad Avellino accusa i magistrati

Un corvo ad Avellino accusa i magistrati Lettere anonime sulle indagini post-terremoto Un corvo ad Avellino accusa i magistrati NAPOLI. Un «corvo» aleggia sulla procura della Repubblica di Avellino. Lettere anonime, intimidazioni e minacce si susseguono da giorni ed hanno un unico bersaglio: i giudici maggiormente impegnati nelle inchieste sulla Tangentopoli irpina. Per far luce sulla vicenda che ha determinato un clima di tensione fra gli inquirenti, è stata aperta un'indagine affidata, per motivi di competenza, ai magistrati salernitani. Ieri il pubblico ministero Alfonso Izzo ha avviato i primi accertamenti e la storia potrebbe avere ben presto sviluppi. Da settimane, circolano infatti in città decine di «esposti» anonimi contro i giudici, nei quali si parla di rapporti e incontri sospetti con i politici, di condizionamenti nelle inchieste, di pressioni affinché non sia toccato questo o quel «santuario». E la pioggia di insinuazioni ha assunto caratteri paradossali, quando mercoledì scorso la polizia ha fer¬ mato un giovane che distribuiva volantini in una Usi. nei foglietti erano contenute le medesime accuse riportate nelle lettere recapitate in procura, nelle sedi dei partiti, negli studi di alcuni avvocati. Circolano inoltre voci insistenti di telefonate minatorie giunte ai magistrati, di cartoline postali inviate al procuratore di Avellino. La reazione dei giudici non si è fatta attendere. Il pubblico ministero Amato Barile ed il gip Modestino Roca, gli stessi che hanno firmato i provvedimenti che hanno mandato in carcere personaggi eccellenti, hanno presentato una denuncia contro ignoti. Ma il clima rischia di farsi ulteriormente pesante. Gli investigatori non hanno confermato né smentito una notizia inquietante: qualcuno avrebbe dato fuoco nei giorni scoisi all'auto del suocero di uno dei magistrati che conducono le indagini sulle tangenti. Un avvertimento? [m. ci

Persone citate: Alfonso Izzo, Amato Barile, Modestino Roca

Luoghi citati: Avellino, Napoli