Romiti non immaginavo un fenomeno così ampio

Romiti: non immaginavo un fenomeno così ampio Romiti: non immaginavo un fenomeno così ampio immmmimmmmmm : .. If .M ;!.■.? •■;:] \i i: ii iiwl mmmmmmmfmrnimm RIVELAZIONI DI PANORAMA Iixi . n ROMA settimanali Panorama ed Espresso pubblicano nel prossimo numero in edicola, sabato prossimo, il documento-memoriale che sarebbe stato consegnato ai giudici milanesi del pool «Mani Pulite» sabato 24 aprile dall'amministratore delegato della Fiat, Cesare Romiti. Il «dossier», composto - secondo Panorama - di 20 pagine più tre allegati, conterrebbe una mappa degli appalti pubblici delle aziende Fiat, il verbale di una riunione del comitato di coordinamento del gruppo torinese, che sarebbe stata presieduta il 13 aprile da Gianni Agnelli alla presenza di 37 top manager, fra cui Umberto Agnelli e Cesare Romiti, e una lettera di Agnelli all'avvocato Franzo Grande Stevens con la richiesta di predisporre un rigido codice deontologico interno. Nel documento - afferma il settimanale, che ha anticipato il contenuto dell'articolo - verrebbero riferiti i nuovi illeciti segnalati ai giudici e che riguarderebbero tangenti paga- te da aziende Fiat a politici e amministratori, e che finora non sarebbero state rivelate, nei settori cooperazione, ferrovie in concessione, alta velocità, metropolitane, costruzioni al Sud, ospedali per la cura dell'Aids, acquisti di immobili a Roma, manutenzione delle vetture della metropolitana romana, forniture all'azienda di Stato per i servizi telefonici. Romiti - afferma il settimanale - avrebbe ammesso: «Ho peccato di sottovalutazione. Debbo sinceramente confessare che non immaginavo l'am¬ piezza del fenomeno». Nel memoriale, inoltre, ci sarebbe un riferimento ai contatti della Fiat con possibili partner esteri: «Il nostro gruppo - avrebbe detto Romiti - al pari di altri sta affrontando questi momenti anche attraverso importanti contatti internazionali che corrono il rischio di non essere praticabili per via degli effetti indotti dall'inchiesta giudiziaria». L'amministratore delegato della Fiat avrebbe - sempre secondo il settimanale - dichiarato che «in quelle occasioni, rare ma molto importanti, nelle quali ho trattato direttamente affari di interesse del gruppo con soggetti pubblici, nessuna richiesta illecita mi è mai stata formulata dai miei pur qualificati interlocutori: alludo - sarebbe, sempre secondo Panorama, la dichiarazione di Romiti - ai casi di cessione delle attivià siderurgiche della Teksid all'Ili, dell'acquisizione dell'Alfa Romeo, della concessione di finanziamenti per gli insediamenti del meridione, quali lo stabilimento di Melfi». Il periodico cita alcune testimonianze che dovrebbero essere rese dai manager di al¬ cune società confrefllate ,zai giudici di Milano. Dei nuovi filoni di inchiesta, Romiti non trascurerebbe le piste bancarie estere lungo cui sarebbero stati attivati esborsi di denaro pretesi da soggetti pubblici o politici. L'Espresso cita il verbale della riunione che sarebbe stata presieduta da Agnelli e una lèttera che sarebbe stata inviata dallo stesso presidente del gruppo torinese all'avvocato Franzo Grande Stevens. Nella riunione sarebbe stata rilevata la necessità per la Fiat di «lavorare al più presto per uscire da questa situazione e per dare ù contributo della Fiat alla ricostruzione morale ed economica del Paese». L'avvocato Agnelli - sempre secondo il settimanale - rileverebbe che «quasi tutta la Fiat sia al di fuori di queste problematiche ma, purtroppo, la ricaduta in termini di opinione pubblica è pesante e vale per tutta l'azienda nel suo complesso». A conclusione della riunione, dopo aver stabilito che - riferisce L'Espresso - «per il futuro, saranno applicati nuovi codici -di" comportamento ispirati- a quelli in uso in Ibm e General Electric nei rapporti con la pubblica amministrazione e che in questo ambito sarà costituito un comitato ad hoc per indirizzre i comportamenti del gruppo», Agnelli si sarebbe augurato che «una riunione su simili argomenti non debba mai più svolgersi». Il presidente della Fiat nella lettera inviata a Franzo Grande Stevens darebbe il compito di «individuare i nominativi di un comitato di garanti che dovrebbe esprimere un parere sulla guida di comportamento e di studiare le modalità pratiche per l'istituzione di comitati di garanti da istituire non solo a livello della capogruppo ma anche a livello delle società partecipate dalla capogruppo stessa e che rivestano la figura di capogruppo dei rispettivi settori merceologici». Giovanni Agnelli indicherebbe - sempre nella lettera pubblicata dal settimanale - il nome di alcuni giuristi (Galante Garrone, Ricossa, Cassese) per la costituzione del comitato. [Ansa] Giovanni Agnelli «Al più presto un codice di comportamento peri dirigenti» % In alto Franzo Grande Stevens, avvocato del Gruppo Fiat. A destra Cesare Romiti amministratore delegato

Luoghi citati: Melfi, Milano, Roma