Ritorna Garuzzo e va da Di Pietro di Susanna Marzolla
^ Milano, il manager Fiat subito interrogato dai magistrati. Si costituisce anche Torricelli Milano, il manager Fiat subito interrogato dai magistrati. Si costituisce anche Torricelli Ritorna Garuzzo, e va da Pi Pietro Concessi gli arresti domiciliari MILANO. Ieri sono tornati in due: Giorgio Garuzzo, direttore generale del settore industria della Fiat, e Paolo Torricelli, amministratore delegato della Fiat Avio. Due dei manager colpiti da mandato di cattura: adesso manca solo Mauro Bertini, direttore di Fiat Avio, all'estero per motivi di salute. Dunque, salvo il piccolo intoppo di martedì, con il rientro di Garuzzo previsto e poi rinviato, il programma di collaborazione del gruppo Fiat con la procura di Milano sta andando avanti. Anche perché mercoledì (ma la notizia si è saputa solo ieri) si è presentato spontaneamente, così come era stato preannunciato nel memoriale di Cesare Romiti, Ugo Montevecchi, amministratore delegato di Fiat Impresit. Il primo ad arrivare a palazzo di Giustizia è stato Torricelli, che si era costituito direttamente in Questura. Nel primo pomeriggio, accompagnato dai suoi legali Vittorio Chiusano e Giuseppe Zanalda, si è presentato nell'ufficio del gip Italo Guitti. Torricelli in carcere non è stato neppure un minuto: dopo l'interrogatorio davanti al gip, è stato sentito dal pm Antonio Di Pietro che ha espresso parere favorevole agli arresti domiciliari; il gip ha acconsentito e così, alle sette e mezzo di sera, il manager è tornato a casa sua. Stessa trafila per Giorgio Ga- ruzzo: atterrato alle 13,25 all'aeroporto di Linate (settore voli privati) è stato portato nel pomeriggio a Palazzo di giustizia. Anche per lui, accompagnato dal suo avvocato Cesare Pedrazzi, interrogatori davanti a Ghitti e a Di Pietro; anche per lui arresti domiciliari. Il gip ha posto un termine agli arresti domiciliari concessi ai due dirigenti. Per Garuzzo è stato fissato in due giorni e per Torricelli in quattro. Se l'ufficio del pm entro questi termini non avrà trovato altri elementi a carico dei due dirigenti della Fiat, Garuzzo e Torricelli torneranno in piena libertà. L'accusa per i due manager è la stessa (concorso in corruzio¬ ne), diverse invece le vicende. Torricelli è accusato per una tangente pagata dalla Fiat Avio per una commessa di turbine alle centrali Enel, destinata a de e psi e di cui fu intermediario il commercialista Roberto Araldi. Garuzzo, invece, è accusato per quando era amministratore delegato dell'Iveco per la vicenda delle «provvigioni in nero» pagate al concessionario Luigi Caproni, in modo che a sua volta potesse pagare il vertice (anche qui de e psi) dell'Ann di Milano. Se gli episodi contestati a Torricelli e a Garuzzo erano noti, completamente nuovo, anche per i magistrati, è quanto ha raccontato Montevecchi, che prima di arrivare al vertice di Impresit era amministratore delegato di Fiat Engineering: cioè una delle società citate nel memoriale di Romiti. E' infatti lui il manager che, come ha scritto l'amministratore delegato della Fiat, «riferirà circa esborsi di denaro a favore di forze ed esponenti politici in riferimento a progettazione e costruzione di ospedali per la cura dell'Aids. Potrà inoltre riferire su un acquisto di un immobile avvenuto a seguito di una perentoria richiesta di un esponente politico romano». Tutto questo Montevecchi lo ha fatto, presentandosi spontaneamente davanti ai magistrati, accompagnato dal suo legale Marco de Luca: non era un testimone, come Romiti, bensì in base alle sue dichiarazioni è diventato un indagato. Ben poco si sa sull'interrogatorio, solo che tra i politici citati (oltre ai «soliti» segretari anmiinistrativi della de e del psi, Citaristi e Balzamo e del democristiano romano Mo¬ schetti) sembra compaia anche il nome di Salvo Lima come beneficiario di una tangente in Sicilia. Montevecchi - e anche questo era annunciato nel memoriale - ha poi fornito la documentazione sul conto «Sacisa» acceso presso la Overseas Union Bank della Bahamas ed utilizzato per i pagamenti estero su estero. La deposizione di Montevecchi, l'arrivo di Garuzzo e Torricelli (dopo quello di Aimetti lunedì) confermano la collaborazione della Fiat. La conferma anche Gerardo D'Ambrosio, procuratore aggiunto: «La Fiat - ha detto infatti - sta mantenendo gli impegni assunti dandoci più di quanto ci aspettavamo». E sottolinea a questo proposito l'importanza di aver fornito i documenti bancari: «Senza la collaborazione della Fiat ci sarebbe voluto molto tempo per avere la documentazione dalla Svizzera attraverso rogatoria». Susanna Marzolla Montevecchi (Impresit) ha parlato di soldi finiti in Sicilia forse a Salvo Lima ^ A fianco Giorgio Garuzzo direttore generale del settore industria della Fiat Sotto, Vittorio Chiusano legale del Gruppo
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