Bqggio il sopravvissuto

32 In sei mesi, da Svizzera a Svizzera, il et ha cambiato tutto Bqggio, il sopravvissuto Ma Casiraghi finisce ancora ho CON SACCHI IL VALZER DELLE NOVITÀ' FIRENZE DAL NOSTRO INVIATO Dopo Albertini, Casiraghi. L'elenco si assottiglia di un altro nome sicuro per la partita di Berna: lo juventino nell'allenamento di ieri pomeriggio si è procurato una contrattura alla coscia sinistra ed è problematico che possa averlo a disposizione il Trap, tra una settimana, per la prima finale di Coppa Uefa a Dortmund. La Tac, oggi, dirà di più. Casiraghi si era già infortunato più o meno nello stesso punto il 24 febbraio a Oporto, contro i portoghesi e nel tentativo di forzare il recupero si era procurato un nuovo stiramento. Solo da una decina di giorni ne era venuto fuori, con muscoli di seta, evidentemente. A questo punto Sacchi darà spazio a Melli più che a Mancini, come fece due settimane fa contro l'Estonia, in un'Italia che rimane diversissima da quella che pareggiò all'andata il match-spartiacque nella gestione dell'Arrigo. Quella sera don Tonino Matarrese non aveva l'aplomb serafico che ostenta ora per i prati di Coverciano. A Cagliari, il presidente federale ci ricordò l'ira del generale Cambronne, sorpreso dall'attacco dei nemici. Il progetto America iniziava male. In poche ore si decise la sterzata. Baresi venne riesumato dal magazzino degli addii. E Sacchi ne approfittò per cambiare uomini importanti. Sono passati sei mesi, la rivoluzione è stata radicale: fuori i puntelli dell'Italia di Vicini, da Vialli a Donadoni; spazio a Dino Baggio, Albertini, Signori. «La fortuna del nostro calcio è di avere un enorme serbatoio di ricambi sostiene il et -. Avrei potuto chiamarne 80 o 90». Ma intanto di quella squadra è rimasto soltanto il Divin Codino, la più antica scommessa di Sacchi. «Baggio è un campione di cui non si può fare a meno», dice l'Arrigo. Il reparto Grandi Trombati si è arricchito nel frattempo di insospettabili, come Lentini e Costacurta. La crisi del Milan è stata anticipata da Sacchi nelle convocazioni, sempre meno in rossonero. La difesa è tornata a puntare sui vecchi, il centrocampo ha il cuore dei ragazzi, l'attacco una fisionomia nuova. Quando si parla di rivincita con gli svizzeri si dice una bestialità: la nuova Italia è un'altra cosa. «A Cagliari - sostiene Baggio funzionammo nel secondo tempo. Da allora è scattato qualcosa dentro di noi». Forse la paura di non farcela? «Eravamo infelici e un po' meno sicuri di qualificarci di quanto non siamo ora. Io però non ho mai avuto paura. Sapevo che avremmo faticato all'inizio perché c'era poco tempo per stare insieme, ma alla fine avremmo avuto ragione perché questo è il gioco migliore: ti impone un meccanismo delicato, in cui basta che uno sia fuori forma perché mandi all'aria l'armonia della squadra». E i compagni, Baggio? E' stato difficile rimanere come il punto fermo di una Nazionale che ad ogni partita cambiava volto? «Cambiavano gli uomini, l'impronta rimaneva la stessa, ed è quello che conta. Anche quando non ho giocato io, nelle due partite con Malta, la formula ha funzionato con altri interpreti». D'accordo, ma c'è una questione di intese da rinnovare. Ad esem- pio è fallita la sua con Vialli, che doveva far girare anche la Juve. «Gianluca è un attaccante e gli attaccanti si giudicano dai gol: quando se ne segna meno del solito è normale che ti giudichino in crisi pure se non lo sei. Il suo problema è che mentre Sacchi in autunno faceva esperimenti, la Juve non lo aiutava ad andare bene. Altrimenti Vialli sarebbe ancora qui». Ma in questa girandola di cambiamenti non ha pensato che lé cose si sarebbero complicate pure per lei? «La fortuna è di aver incontrato Signori, perché fin dal primo momento era come se avessimo sempre giocato insieme. Preferisce tenere la palla a terra, come piace anche a me ed è essenziale nei movimenti». Quando c'è stata la svolta? «Direi in Portogallo. Abbiamo acquistato una nuova sicurezza. La Svizzera non ricadrebbe nell'errore di farsi recuperare due gol, ma noi siamo più preparati a non farglieli fare». Marco Ansaldo DA CAGLIARI A BERNA RIVOLUZIONATO L'UNDICI TIPO N 01 SV1Z2ERA SCOZIA MALTA P0RT0BALL0 MALTA ESTONIA SVIZZERA MAGLIA 14-10-92 18-11-82 19-12-92 24-2-83 24-3-93 14-4-93 1-5-83 1 MARCHEGIANI PAGLIUCA PAGLIUCA PAGUUCA PAGUUCA PAGUUCA PAGUUCA [MARCHEGIANI] 2 TASSOTTI MANNINI MALDINI TASSOTTI PORRINl PORRINI MANNINI [MANNINI] 3 Dl CHIARA Dl CHIARA Dl CHIARA MALDINI MALDINI Dl CHIARA MALDINI [COSTACURTA] [BIANCHI] 4 ERANIO BIANCHI ERANIO DAGGIOD. BAGGIO D. BAGGIOD. BAGGIOD. [Dl MAURO] 5 COSTACURTA MALDINI COSTACURTA COSTACURTA VIERCHOWOD VIERCHOWOD VIERCHOWOD 6 LANNA BARESI BARESI VIERCHOWOD BARESI BARESI BARESI 7 LENTINI ERANIO DONADONI FUSER FUSER FUSER FUSER [SIMONE] 8 DONADONI ALBERTINI ALBERTINI ALBERTINI ALBERTINI ALBERTINI ALBERTINI [ALBERTINI] 9 VIALLI SIGNORI VIALLI CASIRAGHI MELLI MELLI MELLI [DONADONI] [LENTINI] 10 BAGGIO R. BAGGIO R. EVANI BAGGIO R. MANCINI BAGGIO R. BAGGIO R. [MANCINI] 11 EVANI LENTINI SIGNORI SIGNORI SIGNORI SIGNORI SIGNORI [BIANCHI] Signori (sopra) e Casiraghi si dividono