Devi pagare altrimenti fischio di Gian Antonio Orighi

Gli ultras naziskin chiedono il pizzo ai calciatori per applaudirli: aggredito Martin Vazquez che ha rifiutato Gli ultras naziskin chiedono il pizzo ai calciatori per applaudirli: aggredito Martin Vazquez che ha rifiutato Devi pagare, altrimenti fischio L'incredibile ricatto dei tifosi al Re al Madrid MADRID. Gli «ultraSSur», gli scatenati componenti del famigerato club dei tifosi del Real Madrid, tornano a far parlare di sé. Questa volta non per incidenti provocati negli stadi e neppure per le loro tristi insegne, tra cui il simbolo delle SS hitleriane. Ma il motivo non è meno grave: chiedono contributi, in pratica una specie di «pizzo», per acclamare i giocatori del Real durante le partite. Insomma, fanno tifo a pagamento. E sono guai per chi non contribuisce. L'inizio delle ostilità tra gli ultraSSur e i giocatori in maglia bianca risale allo scorso dicembre. I «tifosi» chiesero a ogni madrileno un regalo per Natale. Rafael Martin Vazquez oppose un secco rifiuto. E gli ultraSSur cercarono ripetutamente di aggredirlo. I fatti provocarono un'inchiesta dello stesso allenatore del Real. Benito Floro riunì i giocatori: risultò, secondo El Mundo, che solo «Rafa» non paga. Tutti gli altri sì. In modo mascherato o direttamente: partecipando a riffe o lotterie gestite da questi tifosi oppure sborsando un po' di pesetas. Un obolo versato come ringraziamento per l'appoggio urlato dai fans della curva Sud del Bernabeu. E il primo nome di battaglia di questo gruppo era appunto «ultrasur» (Sur in spagnolo vuol dire Sud), prima di diventare «ultraSSur», a sottolineare le loro simpatie naziste. Il «pizzo» da pagare è stato anche causa di scontri verbali tra gli stessi giocatori del Real. Gli ultraSSur tifavano apertamente per Rocha e Zamorano e i compagni cominciarono a sospettare che non fosse per le loro qualità calcistica. Dopo un faccia a faccia tra Michel e Rocha, i bianchi decisero, con una democratica votazione, che bisognava rompere qualsiasi tipo di «tifo a pagamento». Il problema non è comunque finito. «Il settore più violento del Bernabeu comincia a essere incontrollabile e ad assumere un comportamento mafioso», ha ammesso a El Pais un dirigente del Real. Il presidente Mendoza, invece, fa lo gnorri e dice di non sapere niente. La polizia manifesta sorpresa. «Se sono esistite minacce di estorsione, non capisco perché la società non abbia sporto denuncia», dichiara il responsabile della sicurezza del Bernabeu. E l'ideologia degli ultraSSur? Quella di sempre. I suoi due leader, partecipando a un dibattito tv in Usa sul nazismo, hanno fatto apologia della violenza, manifestato il loro disprezzo per tutti gli immigrati, per negri ed ebrei, e confessato che il calcio è un efficacissimo strumento pubblicitario. Della frangia degli ultraSSur si ricordano anche «bravate» in occasione della trasferta dei tifosi granata a Madrid la scorsa stagione e ultimamente per la visita del Paris St-Germain. Scontri, botte, feriti. Le trasferte del Real Madrid creano preoccupazione anche in Spagna. Hanno raggiunto la triste fama degli hooligans, le cui tragiche imprese - come è noto chiusero a lungo le Coppe europee ai club britannici. In Euro¬ pa, Italia compresa, la violenza domenicale non è rara. Ma nuovo è questo rapporto tifoso-giocatore degli ultraSSur. Ad esempio, nel football italiano (a lungo in passato e in alcuni casi tuttora) un rapporto «sporco» ha legato gli ultras della tifoseria a molte società: sostegno garantito in cambio di biglietti d'ingresso, come minimo. Ed esistono legami fra club tifosi e calciatori, ma, per fortuna, non si parla certamente di «pizzo». Un giocatore italiano può avere i suoi clan sulle gradinate, ma il rapporto, oltre alla simpatia istintiva, consiste nel la sponsorizzazione di uno stri scione, nella presenza a una ce na, nel regalo di un pallone o di un set di maghe. Cose all'acqua di rose. A Madrid, invece, i giocatori del Real cominciano ad avere paura. Gian Antonio Orighi Vazquez (ex Toro e Marsiglia) è tornato al Rea! ma ha avuto molti problemi: gli ultras spagnoli hanno tentato di aggredirlo perché non voleva pagarli