Trai Sette il disordine è grande di Stefano Lepri
Commerci e aiuti Commerci e aiuti Trai Sette il disordine è grande WASHINGTON DAL NOSTRO INVIATO Gli Stati Uniti vogliono discutere soprattutto i problemi del commercio mondiale nel vertice dei Sette grandi dell'economia che si riunisce oggi. Questo fa sapere ufficiosamente l'amministrazione Clinton. «Sul commercio non sarà facile capire come la pensano loro, tanto per cominciare» ribatte una fonte europea. I giornali americani parlano di forti contrasti a Washington tra liberisti e protezionisti, di confusione di idee. D'altra parte i governi europei non sono meno divisi l'uno dall'altro. E si inquietano molto di ipotetiche intese bilaterali Usa-Giappone. Non pare che siano da aspettarsi progressi. Naturalmente oggi la periodica riunione dei ministri del Tesoro di Canada, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Italia e Stati Uniti si concluderà - come da rito - con un breve comunicato esaltante il concorde impegno per «una ripresa senza inflazione». Però è stata bocciata in anticipo una delle misure che potrebbero aiutare la crescita economica, un'espansione della liquidità internazionale attraverso un aumento dei «diritti speciali di prelievo» (Sdr la sigla inglese: è la moneta convenzionale del Fmi). Potrebbero beneficiarne in particolare i Paesi ex comunisti, che non ne hanno mai ricevuti essendo entrati a far parte del Fmi da poco tempo. Proposta dai dirigenti del Fondo monetario specie per aiutare i Paesi con scarsità di riserve valutarie e difficoltà nei conti con l'estero, non sgradita in passato al Giappone e all'Italia, la «nuova allocazione» di Sdr viene già respinta da Germania e Stati Uniti, gelosi del ruolo internazionale delle proprie monete. Senza di loro, la maggioranza dell'85% necessaria all'interno del consiglio di amministrazione del Fmi non sarà raggiunta. «Spero che potremo arrivare a un accordo nell'assemblea generale di settembre» dichiara il direttore generale del Fmi, Michel Camdessus. Dunque si parlerà di commercio. Immediato e consistente sarebbe l'incentivo alla crescita di eventuali accordi in questo campo. Però il disordine sembra massimo. E' in alto mare l'eterno negoziato Gatt tra Europa e Usa, centrato sui prodotti agricoli, con il nuovo governo francese di centro-destra che conferma l'intransigenza. D'altra parte torna a farsi diffìcile il Nafta, ossia l'accordo di libero scambio tra Usa, Canada e Messico: mentre il direttore del Bilancio Usa Leon Panetta lo dà per «morto», sollevando una imbarazzata smentita della Casa Bianca («Panetta in questi giorni è stanco, è giù di morale»), il Messico va in senso opposto aumentando le tariffe sulle importazioni. ' I governi europei esprimono fiducia nel ministro del Tesoro statunitense, Lloyd Bentsen, considerato disponibile al negoziato. Però a Washington si dice che c'è un contrasto violento tra lui e il plenipotenziario per le trattative commerciali, Mickey Kantor, il quale intende porre al primo posto l'interesse americano per un commercio «equo» prima che libero. Bentsen ovviamente smentisce, con le formule d'uso: «Tra di noi c'è un ottimo rapporto». L'unica novità delle ultime ore è una distensione tra Usa e Giappone, dopo la giravolta di Bentsen sul cambio dello yen: prima lo voleva alto, ora che è salito se ne preoccupa e propone un impegno comune per la stabilità dei mercati. Stefano Lepri
Persone citate: Bentsen, Clinton, Gatt, Leon Panetta, Lloyd Bentsen, Michel Camdessus, Mickey Kantor, Panetta
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