SORDI e CHEN1AN0 il cine-declino

SORDI e CHEN1AN0 Crollano i «senatori» del cinema italiano: unica speranza contro gli Usa, le nuove generazioni SORDI e CHEN1AN0 il cine-declino ROMA! Dove sono finiti i divi italiani di tna volta, quelli che da soli garan ivano folle di pubblico e successi del film? Scomparsi, o meglio sopravvissuti ma passati di mod . Negli ultimi dieci anni hanno i riboccato il viale del tramonto ù botteghino star come Ce lenta io e Sordi. Hanno lasciato il posto un po' come sta accadendo in tu ita Europa, ai divi americani. Il cinema statunitense che solo ne 1983 si attestava sul 37 per cen o del mercato, di fronte al 49,6 pe1 cento di territorio tutto italiane oggi, nel 1993, dilaga al 70 percento (con 110 titoli) e i film razionali si devono accontentare di un esiguo 17 per cento degli in assi (con ben 60 titoli). L'av\;nire non sembra roseo: c'è già hi prevede che nella prossima stagione gli americani avrann ulteriori possibilità di incremer are il loro strapotere, poiché i Natale saranno presenti sul menato con Roberto Benigni nella n ova edizione de «La pantera ras i» e con il cartoon di Walt Disney cAladino», che negli Usa ha supe ato con 300 miliardi di lire gli st ìpitosi incassi de «La bella e la b stia». E Celntano e Sordi? L'ultimo film di j driano, «Jackpot», costato oltre 0 miliardi, ha di poco superato i 00 milioni d'incasso. Ancora pej no è andato «Assolto per aver coi imesso il fatto», diretto e interpre ato da Alberto Sordi. Se ne 1983 sette film made in Italy fig iravano tra i primi dieci titoli «p i visti» in assoluto, dieci anni do o il regista italiano campione d ncasso lo troviamo solitario e oltanto al settimo posto del box ffice ed è Gabriele Salvatores (4 anni) che, sull'onda dell'effetto Oscar, è riuscito ad imporre «I lerto Escondido», che per la critic non si può considerare tra le or ire migliori dell'autore di «Medite raneo». Comunque con oltre c eci miliardi d'incasso «Puerto Escondido» ha superato al botte hino opere firmate dai registi spi :ializzati nel genere natalizio d'itrattenimento. Salvatores va t ne anche negli Stati Uniti dove «I editerraneo», con 5 milioni di do lari, ha doppiato gli incassi di «lanterne rosse» del cinese Zhang rimou nella speciale graduator i dei film d'importazione, distrib iti in versione originale. Le al re rivelazioni - recentissime-de botteghini italiani si chiamano I -ancesca Archibugi (31 an- ni), «Il Grande cocomero», e Ricky Tognazzi (37 anni), «La scorta», quest'ultimo destinato a incrementare il successo con la partecipazione al prossimo Festival di Cannes. Nell'attesa, «Morte di un matematico napoletano» (premiato a Venezia) dell'esordiente Mario Martone (34 anni) e «Un'altra vita» di Carlo Mazzacurati (37 anni) hanno fatto meglio delle ultime opere di Marco Ferreri («Diario di un vizio»), Ettore Scola («Mario, Maria e Mario») e Nanni Loy («Pacco, doppio pacco, contropaccotto») che figurano quest'anno tra gli autori dei film rimasti al di sotto del miliardo d'incasso. Della vecchia guardia l'unica a rimanere a galla è stata Lina Wertmuller con «Io speriamo che me la cavo» poiché neppure i fratelli Taviani con il loro poetico «Fiorile» sono finora riusciti a risollevare le quotazioni dei senatori del nostro cinema. Ma non son tutte rose per la generazione del ricambio: anche qualche giovane regista di belio speranze ha «toppato» con la sua opera seconda. Come Sergio Rubini che, con «La bionda», stenta a raggiungere l'incasso de «La stazione». Per la prossima stagione si annunciano le rentrée di Ermanno Olmi, Francesco Nuti, Giuseppe Tornatore, Franco Zeffirelli, Gigi Magni, Mario Monicelli, Mauro Bolognini, però è ormai sui «ragazzi» del cinema italiano che si concentra l'attenzione L apertura ai giovani registi è imponente e suscita tra gli addetti ai lavori perplessità e polemiche. Una volta eravamo la patria dei navigatori, adesso l'Italia è diventata il Paese dei registi cinematografici: nel 1992 hanno esordito in 47 e altrettanti saranno i debutti nel 1993. C'è chi spiega questo boom con il fatto che per troppo tempo le vie di accesso alla professione del. regista erano bloccate dai senatori. Oggi però gli esordienti sono un po' troppi per la disponibilità di assorbimento del mercato, per cui molte opere prime non arrivano neppure nelle sale e ciò si verifica soprattutto per i film sovvenzionati dallo Stato perché ispirati a finalità artistiche e culturali (articolo 28 dell'attuale legge del cinema). Le stesse difficoltà le hanno in¬ contrate anche film proposti nel settembre scorso alla rassegna del giovane cinema italiano della Mostra veneziana. Sebbene sia stato lodato a Venezia ed abbia vinto il Festival di Annecy, «Verso Sud» di Pasquale Pozzessere, per esempio, a Milano è uscito soltanto da un paio di settimane. E adesso ci sono altri 52 film di registi giovani (o quasi) che dovrebbero entrare in lavorazione. Dopo oltre due anni di querelles burocratiche la commissione preposta alla selezione dei progetti «ispirati a finalità artistiche e culturali» e meritivoli di essere sovvenzionati è tornata al lavoro e si è trovata letteralmente sommersa di copioni dato che, con il passare del tempo, se n'erano accumulati 416. Ce n'era perfino uno scritto su misura per Walter Chiari prima che morisse. Dopo la prima selezione ne sono rimasti in corsa 107 dei quali, alla fine, soltanto 52 sono stati ammessi alle sovvenzioni (da 336 a 650 milioni) per un totale di 26 miliardi e 378 milioni. Si tratta soprattutto di opere prime o seconde (39 su 52), ma non mancano nomi già conosciuti: da Maurizio Zaccaro a Guido Chiesa, da Franco Piavoli a Silvano Agosti, da Aurelio Grimaldi a Giacomo Campiotti, da Giorgio Ferrara a Massimo Guglielmi. «Tra i promossi - sottolinea Antonio Breschi della commissione selezionatrice - figurano una decina di donne, inoltre non c'è più il predominio degli autori romani: stanno numericamente crescendo gli aspiranti registi milanesi, torinesi, napoletani. Quello che più mi ha colpito è che la maggioranza dei soggetti sono originali, ossia non si rifanno a testi teatrali o ad opere letterarie e sono legati alla vita quotidiana». Non mancano soggetti curiosi: «Dancing North» di Paolo Quaregna è ambientato tra gli esquimesi del Canada, «Cadevano le bombe a San Lorenzo» di Giorgio Basile si ricollega alla Roma del '43 mentre Maurizio Sciarra si propone di fare un film sulla «dama bianca» di Fausto Coppi. «Al di là della qualità - osserva Jacopo Capanna, presidente dell'Unione distributori - il problema delle opere realizzate con le sovvenzioni ministeriali riguarda soprattutto le uscite nelle sale. Sono troppi 52 film di autori sperimentali. Come imprenditore ritengo che soltanto il 20 per cento dei soggetti selezionati abbia requisiti per fare qualche soldo al botteghino e di questo venti per cento 4 o 5 titoli dispongono di una distribuzione che gli consente di arrivare nelle sale in maniera giusta. Se voghamo essere sinceri in questa stagione sono due o tre i film del giovane cinema italiano che hanno riportato a casa i quattrini investiti dal produttore». Queste forme di sovvenzione sono fondamentali per i registi esordienti - sostiene Enzo Monteleone, giovane sceneggiatore di «Mediterraneo» - ma occorre rendere più severi i criteri con i quali vengono scelti i film da sostenere. Nell'ultima selezione dell'articolo 28 hanno bocciato un progetto, sorretto da un qualificato produttore e scritto da un bravo sceneggiatore, come Franco Bernini, e poi si è promosso il progetto di Ettore Pasculli, la cui opera prima era costata 7 miliardi e non è mai uscita nelle sale. Nella commissione selezionatrice non dovrebbero trovare posto i rappresentanti dei sindacati dei lavoratori perché loro si preoccupano più delle giornate lavorative dei tecnici che della qualità del film. Quella che per anni è stata una palestra per i registi giovani è diventata oggi l'unica fonte di finanziamento per chi non ha santi in paradiso, ovvero Rai e Penta. Entrambe in questo momento hanno però chiuso i cordoni della borsa». Emesto Baldo sono finiti i divi itata, quelli che da so folle di pubblico e film? Scomparsi, o vissuti ma passati i ultimi dieci anni ato il viale del trateghino star come rdi. Hanno lasciato come sta accadenropa, ai divi ameria statunitense che si attestava sul 37 mercato, di fronte al o di territorio tutto nel 1993, dilaga al (con 110 titoli) e i si devono acconesiguo 17 per cento on ben 60 titoli). non sembra roseo: vede che nella prose gli americani ori possibilità di inl loro strapotere, le saranno presenti on Roberto Benigni dizione de «La pann il cartoon di Walt no», che negli Usa n 300 miliardi di lii incassi de «La bel e Sordi? L'ultimo o, «Jackpot», costaardi, ha di poco suilioni d'incasso. Anandato «Assolto per o il fatto», diretto e a Alberto Sordi. sette film made in no tra i primi dieci i» in assoluto, dieci gista italiano camo lo troviamo solio al settimo posto ed è Gabriele Salva che, sull'onda del, è riuscito ad imEscondido», che per si può considerare gliori dell'autore di ». Comunque con miliardi d'incasso ndido» ha superato pere firmate dai reati nel genere nataenimento. Salvatoche negli Stati Uniti raneo», con 5 milioa doppiato gli incase rosse» del cinese nella speciale gralm d'importazione, ersione originale. lazioni - recentissihini italiani si chiaca Archibugi (31 an- SORDI e CHEN1AN0 il cine-declino 107 dei quali, alla fine, soltanto 52 sono stati ammessi alle sovvenzioni (da 336 a 650 milioni) per un totale di 26 miliardi e 378 milioni. Si tratta soprattutto di opere prime o seconde (39 su 52), ma non mancano nomi già conosciuti: da Maurizio Zaccaro a Guido Chiesa, da Franco Piavoli a Silvano Agosti, da Aurelio Grimaldi a Giacomo Campiotti, da Giorgio Ferrara a Massimo Guglielmi. «Tra i promossi - sottolinea Antonio Breschi della commissione selezionatrice - figurano una decina di donne, inoltre non c'è più il predominio degli autori romani: stanno numericamente crescendo ni), «Il Grande cocomero», e Ricky Tognazzi (37 anni), «La scorta», quest'ultimo destinato a incrementare il successo con la partecipazione al prossimo Festival di Cannes. Nell'attesa, «Morte di un matematico napoletano» (premiato a Venezia) dell'esordiente Mario Martone (34 anni) e «Un'altra vita» di Carlo Mazzacurati (37 anni) hanno fatto meglio delle ultime opere di Marco Ferreri («Diario di un vizio»), Ettore Scola («Mario, Maria e Mario») e Nanni Loy («Pacco, doppio pacco, contropaccotto») che figurano quest'anno tra gli autori dei film rimasti al di sotto del miliardo d'incasso. Della vecchia guardia l'unica a rimanere a galla è stata Lina Wertmuller con «Io speriamo che me la cavo» poiché neppure i fratelli Taviani con il loro poetico «Fiorile» sono finora riusciti a risollevare le quotazioni dei senatori del nostro cinema. Ma non son tutte rose per la generazione del ricambio: anche qualche giovane regista di belio speranze ha «toppato» con la sua opera seconda. Come Sergio Rubini che, con «La bionda», stenta a raggiungere l'incasso de «La stazione». Per la prossima stagione si annunciano le rentrée di Ermanno Olmi, Francesco Nuti, Giuseppe Tornatore, Franco Zeffirelli, Gigi Magni, Mario Monicelli, Mauro Bolognini, però è ormai sui «ragazzi» del cinema italiano che si concentra l'attenzione L apertura ai giovani registi è imponente e suscita tra gli addetti ai lavori perplessità e polemiche. Una volta eravamo la patria dei navigatori, adesso l'Italia è diventata il Paese dei registi cinematografici: nel 1992 hanno esordito in 47 e altrettanti saranno i debutti nel 1993. C'è chi spiega questo boom con il fatto che per troppo tempo le vie di accesso alla professione del. regista erano bloccate dai senatori. Oggi però gli esordienti sono un po' troppi per la disponibilità di assorbimento del mercato, per cui molte opere prime non arrivano neppure nelle sale e ciò si verifica soprattutto per i film sovvenzionati dallo Stato perché ispirati a finalità artistiche e culturali (articolo 28 dell'attuale legge del cinema). Le stesse difficoltà le hanno in¬ contrate anche film proposti nel settembre scorso alla rassegna del giovane cinema italiano della Mostra veneziana. Sebbene sia stato lodato a Venezia ed abbia vinto il Festival di Annecy, «Verso Sud» di Pasquale Pozzessere, per esempio, a Milano è uscito soltanto da un paio di settimane. E adesso ci sono altri 52 film di registi giovani (o quasi) che dovrebbero entrare in lavorazione. Dopo oltre due anni di querelles burocratiche la commissione preposta alla selezione dei progetti «ispirati a finalità artistiche e culturali» e meritivoli di essere sovvenzionati è tornata al lavoro e si è trovata letteralmente sommersa di copioni dato che, con il passare del tempo, se n'erano accumulati 416. Ce n'era perfino uno scritto su misura per Walter Chiari prima che morisse. Dopo la prima selezione ne sono rimasti in corsa I numeri tra parentesi corrispondono alla posizione che ciascun film italiano occupa attualmente nella classifica generale. Gli incassi, aggiornati all'ultimo week-end. si riferiscono alle sale di prima visione delle 99 principali città italiane. PUERTOESCONDIDO di Gabriele Salvatores L. 10.023.000.000 [7] AL LUPO, AL LUPO di Carlo Verdone L. 8.900.000.000 [10] ANNI 90 di Enrico Oldoini L. 8.469.000.000 [11 ] SOGNANDO LA CALIFORNIA di Carlo Vanzina L. 8.057.000.000 [14] IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO di Lina Wertmuller L 5.586.000.000 [19] IL GRANDE COCOMERO di Francesca Archibugi L. 3.491.000.000 . [33] NEL CONTINENTE NERO di Marco Risii. 3.395.000.000 [34] INFELICI E CONTENTI di Neri Parenti L. 2.544.000.000 [42] TRAUMA di Dario Argento L. 2.516.0D0.000 [44] LA SCORTA di Ricky Tognazzi L. 2.333.000.000 [47] 9 Francesca Archibugi, 31 anni, una rivelazione del botteghino italiano con il suo film «Il grande cocomero»