Ecologisti la natura vi teme

polemica. Un chimico-scrittore contro i «profeti» dell'ambiente polemica. Un chimico-scrittore contro i «profeti» dell'ambiente Ecologisti, la natura vi teme Elogio dei «pigri»: non sono loro a sporcare i prati A pranzo con i vegetariani: un'esperienza traumatica IHI lascia i sacchetti di 1 ' plastica sulle vette inconI taminate? I naturalisti, I i gli unici che salgono fin \à\ lassù. Chi fa morire di fame e freddo i visoni? Gli animalisti che nottetempo li liberano dagli allevamenti. Certo ecologismo non è santo né sano. E per dimostrarlo, ecco cento pagine dotte e ironiche scritte da Luciano Caglioti, docente di Chimica organica all'Università La Sapienza di Roma, direttore del progetto Chimica fine del Cnr. Il libro, edito da Sperling &• Kupfer, si intitola Madre natura, anzi matrigna, «riflessioni semiserie sui miti dell'ecologia». Chi sono i suoi nemici, professore? «I profeti, più dannosi che inutili. Io cerco di portare l'ecologia su basi serie e su problemi reali». Le frecciate arrivano a ripetizione. I grandi difensori della natura? «Considerano i loro simili come dei contaminanti biologici. Ciò che è bello è deserto, solitario. Appare implicito che ritengono questi posti riservati da Dio esclusivamente a loro». Salvo poi molestare i «pigri» perché si alzino all'alba per scalare monti. Ma i «pigri», almeno, non abbandonano sacchetti. Gli amici, gli «intimi» della natura non vogliono ausili chimici? Scrive lo scienziato: «Con il Ddt, bandito nel 72, in India i casi di malaria passarono dai 75 milioni del 1952 ai 100.000 del 1964». La «genuinità» è un mito nel cui nome «si fa una gran fatica e si spendono un sacco di soldi per reperire finalmente delle albicocche coi vermi». E un pranzo con i vegetariani è un'esperienza traumatica: «Solo alcuni si limitano a ordinarsi i loro vegetali e a mangiarseli in santa pace. Gli altri, la maggioranza, presentano l'aggressività dei profeti». E non sanno che i pesticidi naturali sono tossici quanto quelli chimici, con la differenza che quelli chimici si lavano via prima di sedersi a tavola. Ambientalisti e animalisti devono esserci rimasti male quando il loro emblema, un panda, si è messo a divorare capre «comportandosi come un leone avvinazzato». E che peccato vedere il capo indio Paiakàn, «simbolo della purezza ecologica», nel ruolo di stupratore. Che dire poi di capo Jeruna che se ne arriva al summit di Rio con una pelle di leopardo da vendere per 600 dollari: «La scena deve essere stata tremenda: come se, absit iniuria, un vescovo si presentasse ubriaco a una conferenza episcopale». Che disse Jeruna? Disse: «Vorrei chiedere a tutta questa gente che mi insulta per la pelle di leopardo: che cosa dovrei fare se mi trovo faccia a faccia con un leopardo? Farmi mangiare per fare contenti gli stranieri?». Bruciare i rifiuti infetti degli ospedali può liberare diossina? Non bruciamoli: vedremo «topi e gabbiani passeggiare sulle discariche infette per poi finire in un granaio». Le centrali nucleari, con sistemi di sicurezza, sono pericolose? Niente centrali, teniamoci le atomiche. Frecce per la tv: Linea verde, di Federico Fazzuoli è un «programma-presepio a contrasto con la fatica dei contadini veri». E frecce per Fulco Pratesi, ex presidente del Wwf, esempio della «tendenza a privilegiare l'animale sull'uomo»: sua l'idea di lasciare all'aria i nostri morti al nobile fine di nutrire i rapaci; sua quella di farne scatolette per cani e gatti. Non solo: Pratesi, «ex patito di caccia grossa», è prova vivente della teoria per cui i «pentiti», cacciatori o fumatori che siano, diventano «più puritani di un incallito peccatore folgorato dalla grazia». Scrive Caglioti: «La via di Damasco, che ai tempi di San Paolo era verosimilmente un viottolo polveroso, sembra essere diventata un'autostrada a otto corsie». Professore, non si sente cattivo? «No. Racconto le assurdità con ironia, creo un movimento per la liberazione dalle imposizioni. I profeti stanno sul palco con le loro verità, gli studiosi in platea con i loro dubbi». Marco Neirotti «Liberano i visoni e li fanno morire di fame e di sete» indicato come massimo esempio della «tendenza a privilegiare l'animale sull'uomo». La vignetta A sinistra: Fulco Pratesi, ex presidente del Wwf, indicato come massimo esempio della «tendenza a privilegiare l'animale sull'uomo». La vignetta

Persone citate: Caglioti, Federico Fazzuoli, Fulco Pratesi, Kupfer, Luciano Caglioti, Marco Neirotti, Pratesi

Luoghi citati: India, Roma, San Paolo