Quasimodo jr scopre un poeta è il boss di Napoli
à Il figlio del Nobel per la Letteratura firma l'introduzione del libro scritto da Luigi Giuliano Quasimodo ir. scopre un poeta; è il boss di Napoli » Ma i giudici non credono alla conversione e mandano il capoclan al confino DAL RACKET ALLE RIME NAPOLI. Il passato lo insegue, quel passato che dice di aver rinnegato ammettendo con verso fulminante: «Nelle tenebre non risplendo più». Luigi Giuliano, 44 anni, il boss di Forcella di cui fino a ieri si poteva appena sussurrare il nome, è diventato poeta e ha dato alle stampe la sua prima raccolta: «Ciliegie del dolore», pubblicata dalla casa editrice milanese «Targa italiana». Ma, alla presentazione del volume, questa sera nella libreria Feltrinelli di Napoli, forse mancherà l'autore. La conversione del camorrista non ha convinto i giudici: proprio oggi scade il termine previsto per l'arrivo di «Loigino» a Palata, in provincia di Campobasso. Il tribunale antimafia lo ha spedito lì in soggiorno obbligato e l'unica proroga concessa è quella per sedere, questa mattina, sul banco degli imputati all'udienza di un processo in corte d'appello. Ad illustrare il libro che racconta la «catarsi umana e civile» di Giuliano, ci saranno comunque nomi illustri: Alessandro Quasimodo, il figlio del poeta, che ha firmato l'introduzione e che leggerà alcune composizioni inserite nella raccolta; il sociologo Amato Lamberti, direttore dell'Osservatorio sulla camorra e da anni in prima linea nella lotta contro la criminalità organizzata; il docente universitario Pasquale Colella, direttore della rivista dei cattolici di base «Il Tetto», e l'editore, Mario Rapallo. Centocinquantotto pagine, 22 mila lire, «Ciliegie del dolore» è dedicato a don Franco Rapullino, il parroco di Forcella che contro la malavita levò, negli anni scorsi, la sua voce invitando gli onesti a fuggire da Napoli. Ora «Loigino» dice che senza di lui non avrebbe avuto «la forza di scrivere poesie». E Quasimodo parla di versi «nati da un tormento interiore, da una vita travagliata e complessa», condensati nei titoli: I «Speranza», «Napoli», «Perdona¬ mi», «Eroina», «Emarginazione». Per Luigi Giuliano, l'uomo dagli occhi di ghiaccio che l'italiano lo ha imparato in carcere, si preannuncia anche un buon successo di vendite. Alla casa editrice dicono di aver ricevuto il manoscritto «come tanti altri», di aver apprezzato i componimenti e di aver deciso di pubblicarli nella sezione «Fatti e verità», riservata ai protagonisti della cronaca. E ad accreditare la nuova vocazione del boss hanno contribuito anche interviste televisive in cui «Loigino» ha vestito i panni del poeta. Il 15 aprile scorso, il suo ultimo gesto eclatante: il camorrista redento si è presentato in questura, per firmare una denuncia contro ignoti, ovvero coloro che usando il suo nome terrorizzavano i commercianti del per costringerli a pagare il pizzo. •V Vera ispirazione, vero pentimento? Oppure l'abile messa in scena di un camorrista che si trova ormai sul viale del tramonto? Per i giudici, né l'uno, né l'altro: Luigi Giuliano è per loro un pluripregiudicato ancora pericoloso, tanto che il 2 aprile hanno accolto la proposta di soggiorno obbligato avanzata dal procuratore nazionale antimafia e dal questore di Napoli, modificando una precedente disposizione della corte d'appello che gli imponeva di non lasciare la sua città. «Loigino» sarà costretto a disertare l'appuntamento alla Feltrinelli? «Per quanto ci riguarda dicono i funzionari della questura - terminata l'udienza che lo vede imputato, deve raggiungere Palata». Di diverso avviso l'avvocato Maglione: «Abbiamo chiesto una proroga dei termini per consentire a Giuliano di non mancare». Mariella Cirillo ci: La folgorazione «Nelle tenebre non risplendo più» Il bandito poeta, Luigi Giuliano
Luoghi citati: Campobasso, Napoli, Palata
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