Bull dopo i tagli arriva la chiusura' di Lodovico Poletto
Sempre più incerto il futuro dello stabilimento di Caluso: 120 dipendenti in esubero Sempre più incerto il futuro dello stabilimento di Caluso: 120 dipendenti in esubero Bull, dopo i tagli arriva la chiusura? Corteo di protesta e sciopero di quattro ore La produzione potrebbe tornare in Francia Aria di smobilitazione alla Bull di Caluso, lo stabilimento specializzato nella costruzione di stampanti per computer. Entro la fine dell'anno, infatti, altri 120 lavoratori saranno lasciati a casa, riducendo l'organico ad appena 450 unità. Un taglio consistente che la dice lunga sui progetti della casa madre francese, sempre più intenzionata a limitare la presenza all'estero dei propri impianti di produzione. Per protestare contro questi nuovi tagli, ieri mattina, operai e impiegati sono scesi in piazza per uno sciopero di quattro ore organizzato Firn, Fiom e Uilm. «Purtroppo non sappiamo ancora - dice Giancarlo Zanoletti, segretario Firn di Ivrea -, quali siano le reali intenzioni dell'azienda: manca un piano industriale definito sul quale si possa finalmente cominciare a ragionare». Secondo i sindacati, la Bull di Caluso, che fino a due anni fa occupava 1200 dipendenti, è un impianto ancora competitivo e in grado di ospitare produzioni qualificate, prima fra tutte quella delle stampanti. «Accusare - dice ancora Zanoletti - di scarsa produttività lo stabilimento canavesano è assurdo. La quantità di lavoro che viene fatta qui da noi non è seconda a nessuno. Ciò che in realtà manca è una valida rete di distribuzione e di vendita sul territorio». Sugli strumenti che l'azien- da intenderà utilizzare per ridurre il personale le strade sono ancora tutte aperte. Su un solo punto tutti semmbrano d'accordo: per il momento non si farà ricorso alla cassa integrazione. «La mobilità - dicono i sindacati - è la soluzione più vantaggiosa per le maestranze. Se passerà questa proposta avremo davanti ancora un discreto margine di tempo per trattare». Oltre agli esuberi già calcolati esiste la possibilità che Caluso fornisca anche una parte dei 120 lavoratori destinati alla creazione di due società esterne alla Bull. Se questo accadesse il futuro della fabbrica canavesana sarebbe segnato. «Adesso entra in gioco la sopravvivenza economica di Caluso» dice preoccupato il sindaco Mauro Chianale. «La nostra città, dal punto di vista occupazione, è stata bersagliata su tutti i fronti. Prima con i tagli alla Olivetti, poi con la chiusura della Lancia di Chivasso. Ora mettendo in forse il futuro dello stabilimento di casa. Se non si troverà una soluzione la crisi avrà effetti disastrosi anche nel terziario». Intanto venerdì riprendono gli incontri tra sindacati e azienda. Il primo punto all'ordine del giorno riguarderà le intenzioni dei francesi sul futuro dello stabilimento di Caluso. Lodovico Poletto Gli ulteriori tagli nello stabilimento calusiese si rifletteranno negativamente sull'economia dell'intera zona già messa in crisi dopo la chiusura della Lancia a Chivasso e la energica «cura dimagrante» all'Olivetti
Persone citate: Francia Aria, Giancarlo Zanoletti, Mauro Chianale, Zanoletti
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