Tecnofiduciaria

Tecnofiduciaria Tecnofiduciaria Quel crack coslòSO miliardi Ancora un rinvio, ma dovrebbe essere l'ultimo, per i responsabili del crack da oltre 50 miliardi di Tecnofiduciaria, messa in liquidazione coatta dal tribunale nell'estate dell'88. Ieri il pm De Crescienzo ha chiesto al gip Sorbello di far slittare l'udienza preliminare al 17 giugno prossimo, per poter unificare al procedimento principale l'inchiesta sulla «Italia leasing», una delle società collegate a Tecnofiduciaria. Il meccanismo che ha messo nei guai i 1500 clienti della fiduciaria è quello ben collaudato da altri spregiudicati finanzieri. Roberto Alladio, originario di Cuneo, una'solida famiglia alle spalle, dopo aver costituito due società di leasing, divenne azionista della Tcnofiduciaria di Cremona, trasferì la società a Torino, creando una vasta rete di procacciatori d'affari che invogliavano la gente a investire i loro risparmi in obbligazioni e titoli del debito pubblico. Ma Alladio e i suoi complici avrebbero utilizzato i titoli per ottenére aperture di credito dalle banche e finanziare illecitamente le società del gruppo. Assieme ad Alladio saranno processati il suo successore Mauro Soma, il presidente del consiglio d'amministrazione Giuseppe Sola, i consiglieri Antonia Guasti, Ugo Malvagna, i membri del collegio sindacale Armando De Maria, Livio Pairona, Maurizio Caramellino, Agostino Angeleri, Paolo Cota Brachet e Lino Gaveglio.

Luoghi citati: Cremona, Cuneo, Italia, Torino