legge numero chiuso? «Siamo all'emergenza»

Il candidato di pds, verdi, pri e popolari ha sciolto la riserva ieri sera Studenti favorevoli in un sondaggio legge, numero chiuso? «Siamo all'emergenza» Il preside della facoltà lancia l'allarme Oltre2500 le matricole di quest'anno Attenzione, aspiranti Di Pietro. Il prossimo anno, al momento dell'iscrizione a Giurisprudenza, potreste trovare uno sbarramento con scritto: «Qui non si entra»... «Siamo in emergenza. Le matricole sono state più di 2500 dice il preside Gian Savino Pene Vidari - e ci aspettiamo che aumentino. La facoltà porrà il problema al rettore». Il numero chiuso à Legge - o 1'«accesso programmato» che dir si vogUa - è stato discusso ieri pomeriggio a Palazzo Nuovo, in un'assemblea organizzata dalla rivista studentesca Comma, autrice di un sondaggio sull'argomento. Dei circa 400 giovani che hanno risposto, più del 60% è favorevole all'ipotesi del numero chiuso. E' vero, chi è già dentro è maggiormente sensibile ai disagi subiti piuttosto che ai diritti di chi ambisce frequentare la facoltà. Ma pare anche che tutti, studenti e professori, si rendano conto del problema pressante dell'affollamento. Che si debba trovare «un modo per circoscrivere le iscrizioni che stanno assumendo un'entità preoccupante», come dice Carlo Federico Grosso docente di Diritto Penale, sono quasi tutti d'accordo. «Una limitazione è doverosa per chi c'è già e per chi dovrebbe entrare» dice Franco Pizzetti, di Diritto Costituzionale. E' piuttosto il metodo che fa discutere. «Esclusione sulla base di che cosa?» si domanda EUo Casetta, che ha la cattedra di Diritto Amministrativo. «E' questo il problema serio. La decisione va presa a UveUo nazionale. Se no, si gioca a fare scaricabarile con chi offre la via libera». D'accordo Pene Vidari: «E' inutile chiudere da una parte se si lascia aperto dall'altra. Il preside di Scienze si lamentava l'altro giorno che si iscrivono a Biologia gU Gian Savino ene Vidari studenti respinti a Medicina, per poi svicolare l'ostacolo con il passaggio di facoltà». Per bloccare il numero degU aspiranti «legulei» si possono limitare le iscrizioni o porre sbarramenti agU studenti una volta dentro. «Un filtro esterno mi lascerebbe perplesso - dice il prof Maiorca di Diritto Processuale Civue - perché Giurisprudenza non richiede particolari attitudini imprescindibili, sulle quali basare un test. Mi sembrerebbe più ragionevole spostare lo sbarramento al secondo anno, o magari già al primo, affidandolo a materie qualificanti che vanno passate assolutamente. Gli esami di Costituzionale, di Privato e di Istituzioni di Diritto Romano, per esempio». DeUa stessa idea Iorio di Diritto Fallimentare («Giusta l'ipotesi di non poter andare avanti se non si sono superati alcuni esami») e LeUo LanteUa. «Si potrebbe anche pensare a un minicorso seguito da un colloquio analitico - dice il docente di Storia del Diritto Romano -. Sarebbe un servizio utile per indirizzare gli studenti, al di là deUa questione del numero». E gli studenti? Per loro è un male necessario. «Sono contraria al principio: per carenze organizzative si penalizzano i ragazzi - dice Manuela Lamberti, 4° anno -. Capisco però che è un discorso da fare». «Non vorrei che una volta passato U numerò chiuso, il problema delle strutture venisse accantonato» è l'obiezione di Enzo Degioia. Polemica Eleonora Raineri: «Di fatto lo sbarramento esiste già: certi esami del primo anno sono fatti per decimare le matricole». «Il numero chiuso? tagUa corto Luisa Bossi, laureanda -. E' orrendo: ti viene sempre l'angoscia di chi lasci fuori». Cristina Caccia Il preside di Legge: «Siamo in emergenza Le matricole di quest'anno sono oltre 2500 Ci aspettiamo che aumentino» E anche gli universitari capiscono il problema Gian Savino Pene Vidari

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