San José bombe umane i 18 ostaggi dei narcos di E. St.
Resta quasi sospesa sull'acqua, i radar nemici non riescono a individuarla L'intera Corte Suprema del Costa Rica San José, bombe umane i 18 ostaggi dei narcos Dinamite legata al corpo dei giudici «Scarcerate i trafficanti colombiani» SAN JOSE'. I membri del «commando della morte» che lunedì hanno fatto irruzione nella sede della Corte suprema e preso in ostaggio 19 giudici e un numero imprecisato di civili, hanno legato cariche di esplosivo al corpo di alcuni loro prigionieri e minacciano un massacro se il governo del Costa Rica deciderà di ordinare l'assalto all'edificio. Lo ha reso noto un giornalista della televisione locale che è potuto entrare nel palazzo. Secondo il giornalista, i sequestratori hanno sistemato cariche di esplosivo anche in altre parti dell'edificio e il presidente della Corte suprema, Edgar Cervantes, fra gli ostaggi, si è detto «molto preoccupato» perché i criminali sembrano «disposti a tutto». I quattro membri del «commando della morte» hanno posto ieri un ultimatum: chiedono 20 milioni di dollari e un a^reo per trasportarli in un Paese sudamericano. Una volta adempiute tali richieste, i sequestratori consegneranno una lista dei narcotrafficanti colombiani (fra i quali anche Carlos TJrquijo, tesoriere del «Cartello di Cali) di cui vogliono la liberazione. Solo a questo punto gli ostaggi saranno rilasciati. Se le loro richieste non saranno accolte, i sequestratori hanno detto che i prigionieri verranno uccisi ad uno ad uno. Nella serata di ieri hanno però rilasciato uno dei giudici che, nelle ore precedenti, aveva avuto una crisi cardiaca. II Costa Rica, un Paese tradizionalmente pacifico, stabile e senza esercito, è vittima per la terza volta negli ultimi nove mesi di un'azione terro¬ ristica. Nel settembre scorso fu preso in ostaggio lo stesso ministro della Sicurezza pubblica, poi liberato in Honduras. A marzo un gruppo armato aveva quindi occupato l'ambasciata del Nicaragua tenendo prigionieri per due settimane l'ambasciatore ed altre venti persone sino a quando non fu permesso loro di lasciare il Paese. L'edificio della Corte suprema è circondato da ingenti forze di polizia e da «teste di cuoio» specializzate in operazioni «ad alto rischio». Prima di una riunione di emergenza del governo, il ministro della Sicurezza pubblica, Luis Fishman, ha affermato che le autorità non escludono «un intervento diretto per liberare gli ostaggi». Il ministro ha anche confermato che i quattro membri del commando sono stranieri, ma ha detto di non conoscere la loro nazionalità. Si suppone che facciano parte de un «cartello» colombiano della cocaina. Dalla polizia si è appreso che nelle carceri costaricane sono attualmente rinchiusi una trentina di colombiani condannati per traffico e spaccio di droga. I terroristi, che sono capeggiati da un individuo che si fa chiamare «Charlie», avevano fatto irruzione lunedì nell'edificio in cui ha sede il massimo tribunale, penetrando dai sotterranei. Giunti al secondo piano, hanno spalancato la porta della sala in cui era in corso una riunione della Corte, sorprendendo 19 giudici e alcuni impiegati amministrativi. Poi si sono barricati nell'edificio, [e. st.]
Persone citate: Carlos Tjrquijo, Edgar Cervantes, Luis Fishman
Luoghi citati: Costa Rica, Honduras, Nicaragua, San Jose'
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