Anche Bobo si schiera con Berlusconi di Guido Tiberga

Anche Bobo si schiera con Berlusconi L'autore scrive una storia sulle telepromozioni: «Ma a Vietato vietare non ci sarei andato» Anche Bobo si schiera con Berlusconi Staino: non è vero che gli sponsor uccidono la cultura TELEVISIONE E PUBBLICITÀ' IN casa Berlusconi la battaglia per le telepromozioni non risparmia nessuno. Dopo le star televisive, chiamate a raccolta da Maurizio Costanzo, scende in campo anche Bobo, il comunista con la barba che molti considerano il capostipite della satira «impegnata» in Italia. E anche lui, su Sorrisi e Canzoni, si arruola nell'esercito dei difensori della libertà di sponsor. «Volevo sbugiardare il ritornello di chi ripete che i soldi delle aziende uccidono la cultura», spiega Sergio Staino, l'autore di Bobo. Ce n'è abbastanza perché i puristi gridino allo scandalo: Berlusconi si è comprato pure la satira? Staino, il disegnatore che ha pubblicato un libro con la prefazione dell'irriducibile Ingrao, si è venduto al padrone? L'autore, dalla sua casa di Scandicci, risponde con una risata: «Venduto io? Ma figuriamoci: Nessuno mi ha chiesto una storia sugli sponsor. A Sorrisi, d'altra parte, sanno bene che non avrei mai accettato un lavoro sii commissione». E allora? «Allora è venuto il momento di sorridere su un argomento che fa discutere la gente - continua -. La mia, d'altra parte, è un'ironia a doppio taglio: un colpo ai falsi moralisti che dicono di difendere la cultura dal denaro, e un colpo agli artisti che sostengono la loro indipendenza». Bobo conserva la barba e gli occhiali, ma questa volta si cala nei panni dell'Ariosto. «Ho iniziato un grandioso poema chiede a un giovane suonatore di liuto -. Vuoi sentirne un pezzo?». E via con l'attacco. O con l'incipit, come si diceva cinque secoli fa: le donne, i cavalier, l'arme, gli amori le cortesie, le audaci imprese io canto. Vi piaccia, generosa, erculea prole, ornamento e splendor del secol nostro... «E questo cos'è?», interrompe il paggetto. «Una doverosa leccata a Ippolito d'Este. il mio sponsor», risponde il Bobo con l'aria complice. Salvo poi strabuzzare gli occhi quando il ragazzino gli fa notare che le «nuove norme» vietano la pubblicità nel testo: «Cribbio! Allora addio pagnotta, addio poeta, addio poesia». Come dire: niente soldi, niente arte. «Beh, nessuno può negare che l'Orlando Furioso sia un capolavoro - spiega Staino - eppure la sponsorizzazione c'è ed è evidente. Però nella storia il più ridicolo è proprio il poe ta. Grande sì, ma anche lui in vendita per la pagnotta». Ma non ci sarà qualcuno che ri marra un po' sconcertato nel vedere Bobo dalla stessa parte di Mike Bongiorno che difende il suo diritto di cantare le lodi a un formaggino? «Il problema delle telepro mozioni è complesso - replica Staino - e io non me la sento di schierarmi. Una cosa è certa io, a Vietato Vietare non ci sa rei andato. Però adesso non mi sento neppure di fare una vi gnetta contro chi ha accettato l'invito. E poi anche i sindacati - con un comunicato fumosis simo - hanno dovuto ammette re che, in fondo, questa volta Berlusconi ha ragione...». Guido Tiberga CRlffiO!'!,., ALLORA APPIO PAGNOTTA,APPIO POtlA, APPIO POESIA !" Due vignette da «Sorrisi e Canzoni» (Silvio Berlusconi Ed.)

Luoghi citati: Este, Italia, Scandicci, Sorrisi