Cagliari 26 miliardi a de e psi

L'ex presidente dell'Eni parla delle tangenti ai giudici di «Mani Pulite» L'ex presidente dell'Eni parla delle tangenti ai giudici di «Mani Pulite» Cagliari; 26 miliardi a de e psi «Ma forse ifondi neri erano ancora di più» MILANO. Ha confessato 26 miliardi, tutti quelli che ricorda. Ma ammette che potrebbero essere di più Gabriele Cagliari, ex presidente Eni, dal 9 marzo cella singola a San Vittore, due ordini di arresto sulle spalle. Uno per le tangenti sugli appalti per le centrali Enel, l'altro emésso sabato scorso, per i fondi neri Eni. Venticinque, o ventisei miliardi, secondo il ricordo di Cagliari, sono i soldi finiti alla de e al psi cavandoli dalla contabilità occulta dell'Ente. E se fossero di più? «Il mio assistito ha comunque detto al magistrato che, se risultasse una cifra superiore, lui non la contesta. Avendo comunque avallato il "sistema" si ritiene automaticamente responsabile», spiega l'avvocato Vittorio D'Aiello. davanti al carcere di San Vittore. L'interrogatorio, l'ennesimo, per Gabriele Cagliari è finito da poco. Tre ore è durato il faccia a faccia con il giudice Ghitti. Molto più della formalità necessaria per convalidare l'ultimo mandato di cattura, relativo alla contabilità «in nero» dell'Ente. Cagliari ha spiegato ai magistrati che l'importo dei fondi veniva diviso in tre parti. Conferma l'avvocato D'Aiello: «Due parti andavano al psi, una alla de. La parte maggiore andava al partito che aveva la presidenza dell'Ente». Cagliari ha inoltre ricordato che a gestire le operazioni estero su estero era il finanziere «Chicchi» Pacini Battaglia. E ha poi aggiunto di avere ereditato il «sistema» dai suoi predecessori, ma di non aver mai parlato della cosa con Franco Reviglio, ex presidente Eni prima di Cagliari, ministro delle Finanze in carica quando gli è arrivato l'avviso «in busta gialla» della procura. «Cose già dette nei precedenti interrogatori, che Cagliari ha puntualmente precisato», conclude l'avvocato D'Aiello. E presenta una nuova istanza di scarcerazione. E i fondi neri dell'Eni si tingono di giallo. A quanto ammontano i soldi destinati al «sistema» dei partiti? Diverse, e discordanti, le cifre in mano ai magistrati di «Mani pulite». Il finanziere «Chicchi» Pacini Battaglia dice di aver girato dalla Svizzera, attraverso la banca Karfinco, 11 miliardi. Altra cifra, di molto superiore, viene dalle deposizioni degli «spalloni» che materialmente hanno portato in Italia il danaro contrabbandato. Interrogati nei giorni scorsi gli «spalloni» hanno parlato di circa 60 miliardi. Dove sono finiti? Indagano i magistrati. E ieri mattina, in procura, si è visto nuovamente Silvano Larini, architetto, ex uomo d'oro di Bettino Craxi, tangenti sulla Metropolitana, conto Protezione e fondi neri Eni. Nuovo interrogatorio. E nuovi clamorosi sviluppi sono attesi anche dall'ultimo filone, in ordine di tempo, aperto a Tangentopoli. Si tratta delle bustarelle pagate a politici e amministratori per gli appalti delle Ferrovie dello Stato. Solo uno, per ora, è finito per questo a San Vittore. Si tratta di Rodolfo Salciccia, il re delle traversine, imprenditore abruzzese che ha già deciso di collaborare con i magistrati. In un solo interrogatorio nella stanza al primo piano del carcere Salciccia ha riempito pagine e pagine di verbale. Nomi, cifre, appalti. Tutto ha ri-' cordato l'imprenditore. A partire dall'elenco delle 15 aziende, coinvolte con la sua nei pagamenti di mazzette in cambio di appalti. Tra queste due «cooperative rosse» emiliane, che hanno fatto giungere i finanziamenti illeciti al pei. E' di qualche miliardo la cifra pagata complessivamente dalle 15 aziende tirate in ballo. Soldi finiti direttamente nelle tasche di politici, come i 400 milioni che Salciccia dice di aver dato direttamente alla de. Arresti in arrivo su rotaia? Si vedrà. Ma intanto due imprenditori, i fratelli Rossi titolari della Gefer (appalti Fs) si sono presentati a palazzo di giustizia per farsi interrogare precipitosamente dai magistrati. Sono i primi del nuovo filone. Non saranno gli ultimi. Fabio Potetti «A gestire tutte le operazioni estero su estero era il finanziere Chicchi Pacini Battaglia» Il giudice Italo Ghitti: tre ore di faccia a faccia con Cagliari nel carcere milanese L'ex presidente dell'Eni Gabriele Cagliari è a San Vittore dal 9 marzo

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