«Un nuovo vaccino anti-Aids» di Bruno Ghibaudi
Provato in Usa Provato in Usa «Un nuovo vaccino anti-Aids» VENEZIA DAL NOSTRO INVIATO C'è un vaccino anche nel futuro della lotta contro l'Aids, contro l'herpes (l'herpes zoster, il fastidiosissimo «fuoco di S. Antonio», e l'herpes genitale, subdolo e pericoloso), e contro numerose malattie virali, finora irriducibili. Vaccini da utilizzare in funzione terapeutica, per stimolare le difese dell'organismo a bloccare i virus invasori; vaccini ottenuti con virus vivi attenuati, con virus uccisi chimicamente oppure prodotti in laboratorio con l'aiuto dell'ingegneria genetica. E ci sono farmaci antivirali nuovi, più efficaci ed affidabili di quelli oggi disponibili ma che potrebbero risultare ancora più vantaggiosi se applicati con strategie terapeutiche nuove. Si tratta di farmaci e di vaccini che rappresentano la nuova frontiera della ricerca virologica ma che proprio per questo sono ancora in fase sperimentale. Prima di vederli in commercio ci vorranno anni. La notizia sulle nuove ricerche, che avvengono in laboratori europei e statunitensi e i cui risultati sono coperti da riserbo, è trapelata all'inaugurazione della VI conferenza della Società Internazionale di Virologia di Venezia. Sui vaccini e sui nuovi farmaci contro l'Aids è stato mantenuto il silenzio anche perché la sede più consona ad un'illustrazione più dettagliata sarà la Conferenza Mondiale sull'Aids, che si svolgerà a Berlino fra un mese. Quanto è stato detto basterebbe però a dipingere il futuro di rosa. Gli obiettivi prioritari della ricerca antivirale sono essenzialmente cinque: il virus dell'influenza (insidioso perchè muta continuamente), quello dell'Hiv (Aids), quelli dell'herpes (colpiscono una persona su 5, con una frequenza elevatissima di recidive), quelli dell'epatite B e C, e il papillomavirus (associato ai car cinomi della cervice uterina). . Una lotta durissima. «Il virus non è un organismo, sia pure mi croscopico, ma soltanto una stringa di informazioni genetiche racchiusa in un involucro: senza la macchina delle cellule che ne interpreta il significato resta un aggregato inerte di molecole - ha spiegato Cesare Palù, direttore dell'Istituto di Microbiologia del l'Università di Padova - una volta penetrato nella cellula, si dissolve mischiandosi con i programmi genetici legittimi e si impadronisce dell'intera macchina metabo lica, spingendola a produrre copie di se stesso». Per debellare un nemico come questo, che muta con il passar del tempo e cambia le sue vulnerabilità, bisogna combatterlo con farmaci altamente selettivi, che im pediscano la replicazione senza danneggiare le cellule. Un'impresa tutt'altro che facile, soprattutto per timore degli effetti collaterali. E proprio da queste ricerche è ormai realtà un farmaco ancora denominato con sigla tecnica, «882 C», che contro il virus della varicella zoster si sta rivelando molto più efficace dell'Aciclovir e con effetti praticamente nulli. Bruno Ghibaudi
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