Cordobés ultima corrida in tribunale

Cordobés, ultima corrida in tribunale Ha denunciato il ragazzo e ora minaccia di non farlo più combattere Cordobés, ultima corrida in tribunale «Quel torero non è mio figlio, sfrutta il nome» SFIDA TRA MATADOR SSIVIGLIA I potrà scandire il prossimo 1° maggio nella celeberrima «plaza de toros de La Maestranza» di Siviglia, come già annunciano i cartelloni, uno dei più leggendari soprannomi di un «matador», quello di «El Cordobés»? O gli aficionados si dovranno accontentare di un nome quasi sconosciuto, Manuel Diaz, laureatosi torero 15 giorni fa? E' la querelle che appassiona Siviglia e che vede, l'un contro l'altro armati, due toreri, il mitico Manuel Benitez, 56 anni, «El Cordobés» in carne ed ossa, ed il suo presunto figlio naturale, Manuel Diaz, 23 anni. Il pomo della discordia è proprio l'uso del soprannome, che il ragazzo usa da 4 anni e su cui, finora, il legittimo proprietario non aveva mai avuto nulla da obiettare. La stoccata del Cordobés è di 13 giorni fa, dopo la prima corrida da torero di Diaz. La impresa Martin Gàlvez, che gestisce la «Mae- stranza», riceve una notificazione notarile in cui Benitez cerca di proibire che il giovane «matador» usi il suo soprannome in futuro. Motivo: il suo nome d'arte è iscritto dal '62 nel registro della proprietà industriale. Non solo: il celebre torero chiede, come unico e legittimo proprietario del copyright «El Cordobés», il 50% dell'incasso se l'impresa che gestrisce la «Maestranza» non ottempera alle sue richieste. E, nel frattempo, ha denunciato Diaz per «invasione nel suo diritto all'intimità e all'onore». Appena appresa la notizia, il «falso» Cordobés commenta: «Io non voglio niente e non ho fatto niente di male. Lotto solo per la mia famiglia e per ingigantire il nome del Cordobés. Mi possono togliere quello che vogliono ma il sangue mai». Ma domenica risponde con un sorprendente e clamoroso fendente. Il suo avvocato rende noto che hanno presentato un esposto alla magistratura in cui si chiede che Benitez non possa usare il famoso copyright. La «corrida» tra i due toreri non finisce. Una settimana fa altro colpo di scena. Contraddicendo il comportamento sempre mantenuto, El Cordobés vero accetta di sottomettersi alle prove biologiche ed ematologiche, per dimostrare che Diaz non è suo figlio. Una prova considerata certa con una probabilità del 99,73% ed a cui una legge spagnola dell'81 obbliga a sottoporsi nei casi di presunta paternità. Fu proprio il rifiuto di Benitez a sottoporsi a questa prova, la base di una sentenza dell'88 del Tribunal Supremo che stabilì che Diaz era suo figlio, ma il calvario del Cordobés bis non finì 5 anni fa. Benitez ricorse la sentenza e querelò per falso Aline Velasco, cittadina Usa, dalla cui relazione, sempre smentita, avrebbe avuto il figlio. La sua attuale moglie scoprì che una foto presentata dalla presunta amante al tribunale, ima delle prove più importanti, in cui il matador stava giocando con un bebé, che la Velasco disse essere Diaz, era in realtà un'istantanea in cui l'uomo era sì El Cordobés, ma il bebé era la loro figlia Marina e venne pubblicata da una rivista rosa nel '72. Il giudice istruttore, davanti all'evidenza del falso, emise un mandato di ricerca e cattura internazionale. Della Velasco, finora, nessuna traccia. Gian Antonio Orighi Manuel Benitez, nome d'arte «El Cordobés», ora ha 56 anni: è il matador più celebre della Spagna

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