Nòve anni 97 denunce per farlo

In un anno segnalati duemila casi. Teresa: se non rubiamo ci picchiano In un anno segnalati duemila casi. Teresa: se non rubiamo ci picchiano Nòve anni, 97 denunce per farlo Così le baby-nomadi vanno all'assalto di Roma .: .:,ì;ì;:::?:;:: 4l«»l v:;:v;w::::v:::::::v:: tìSii-'YiM K5S:s.:.,-J;'::S ss. :: . . . .. : :. K*j ,; ..; . ? ,. g , \ ,? f ,.:.:5 ..MkIÌbìs LE NUOVE «SCHIAVE» ROMA A nove anni ed è costretta a rubare da quando ne aveva 5. Teresa una piccola nomade che abita in un campo roulottes alle porte di Roma è una faccia nota ai commissariati del centro. Non si contano più le volte in cui è stata fermata per scippo o borseggio. Come lei nel 1992 nelle sola capitale sono stati denunciati ben 2287 nòmadi minorenni. Solo per 968 di questi ragazzini, quelli di età compresa fra i 14 e i 17 anni, si sono aperte le porte del riformatorio. Gli altri, non imputabili, una volta fermati sono stati riaccompagnati dai genitori al campo nomadi. Sette di loro avevano meno di 6 aniri, in 23 li avevano appena compiuti e 303 non arrivavano ai 10 anni. Le file di questo esercito di piccoli delinquenti sono formate in maggioranza da bambine che dai dati della Procura risultano le più sfruttate. Alessandra, una bambina di 9 anni, ha già 97 precedenti per furto. Marcella, 10 anni: dal 29 dicembre '89 al 5 aprile '91 è stata fermata 25 volte. Susanna, stessa età, abile borseggiatrice, è finita in commissariato 29 volte. Una sua coetanea, Ramiza, dal 25 ottobre '90 al 31 maggio '91 ben 52 volte. E la storia di Teresa riesce a rappresentare quella di tutte le. sue compagne di strada. Il copione si ripete identico in tutte le comunità nomadi accampate alla periferia della città. Dal campo di vicolo Savini a ponte san Paolo a quello di Tor di Valle la triste vita di questi bambini prigionieri dei genitori è sempre la stessa. A raccontarla è proprio Teresa, una bambina minuta con la faccia annerita dal sole e dalla polvere incorniciata da una massa di capelli spettinati. Parla in un italiano decente, ma quando si emoziona il dialetto .romano e quello slavo si sovrappongono. «La nonna mi sveglia appena c'è luce perché dobbiamo mettere a posto le cose del campo». E «mettere a posto tutte le cose del campo» significa spaccare la legna, lavare in tinozze di acqua gelata i panni della comunità, trasportare secchi di acqua alle baracche o alle roulottes, lavare le macchine. Un lavoro massacrante che si ripe te per 12 mesi all'anno anche quando all'alba si gela. Ma Teresa ne parla con la tranquillità di chi non ha mai conosciuto altro. Ammette so lo: «A volte vorrei continuare a dormire», e continua il raccon to. «Alle 8 poi vado in un posto dove ci sono tutti i bambini. Ci fanno salire in macchina e ci portano alla Stazione Termini oppure a una fermata di un tre nino». E qui inizia la giornata di «lavoro» per Teresa e amici. La meta sono le strade e le piazze del centro. Per via dei Fori Im periali, via del Corso, piazza Venezia, via del Tritone si aggi rano cercando la possibile vitti ma, sempre controllati da un «grande». Gli accompagnatori non li perdono di vista un momento e raccolgono il frutto delle «pesca» giornaliera. Qualche centone a bambino, a volte di più se si riesce a sfilare il portafoglio a qualche turista. «Gli stranieri sono meglio spiega seria Teresa toccandosi il fiocco rosso che le lega i capelli resi biondi dall'ossigeno perché vannno in giro con tanti soldi e poi non ci conoscono e stanno meno attenti. Gli italiani invece appena ci vedono ci dicono "vai via zingaro"». «Qualcuno - continua - quando chiediamo ci dà dei soldi, ma pochi, mille o al massimo duemila lire, e noi invece abbiamo bisogno di molto di più. Altrimenti quando torniamo a casa le pigliamo». E l'unico modo per procurarsi il bottino necessario per non venir menati al ritorno al campo rimane quello di rubare. «Di solito circondiamo una persona in cinque o sei facendogli confusione intorno e uno con le mani coperte dai cartoni gli sfila il portafoglio. Altre volte buttiamo un giornale addosso a una signora o a un signore per distrarlo e poi gli rubiamo i soldi». In attesa di passanti da «alleggerire» il gruppetto di bambini si divide, da una parte le femmine dall'altra i maschi. Parlano nella loro linqua, accennano a giocare, qualcuno fuma, altri entrano nei bar per cercare di farsi offrire qualcosa. E i più piccoli di solito ci riescono. I borseggi non sempre vanno bene e allora Teresa viene fermata dalla polizia, identi¬ ficata, per quanto è possibile, e riportata al campo. «Non ho paura perché tanto lo so che non mi possono fare niente». Teresa ha la faccia furba e fiera quando lo dice. Ma a guardarla così piccola sprofondata in un golf giallo più grande di lei con un piccolo pupazzo appeso alla cintura, unico indizio della sua infanzia mai vissuta, viene voglia di insistere. «Non hai mai, mai paura?». Lei ci pensa un po', gioca con il pupazzo, e poi risponde seria. «Forse un po' quando ero più piccola e le guardie mi hanno portato all'ospedale. Dice che volevano sapere quanti anni avevo». Fare visitare i piccoli borseggiatori da un medico in mancanza di documenti di identificazione è l'unico modo per sapere la loro età. Teresa è ormai una vecchia conoscenza dei commissariati delle zone preferite dai baby ladri. «Quelli sono gentili», dice degli agenti di poizia incaricati di riconsegnarla a casa. A furia di farlo i poliziotti imparano a conoscere bene i piccoli nomadi. «Questi bambini - dicono al commissariato del centro - sono veri e propri schiavi. Vorrebbero scappare ma non sanno dove andare. Anche quando il comune ha organizzato le scuole per farli integrare nella città i genitori dopo un po' non li hanno più mandati. Ed è molto difficile che un magistrato minorile li tolga alla famiglia per mandarli in Istituto». Teresa dice però che lei sta bene dove sta. «Io ormai sono grande e tra pochi anni mi sposerò. Allora non dovrò più rubare e non mi meneranno più». Sognare a nove anni il velo da sposa è comune a molte bambine, ma per le piccole nomadi il tempo di indossarlo arriva presto. A 13 anni spesso sono già madri. Maria Corbi «Ci svegliamo all'alba e con l'auto ci portano alla stazione» «Evitiamo le botte se riusciamo a portare nel campo un ricco bottino» ^BRUCIATI" no merto di 6 ann io «anni 229 i ! S 11 e 216 3 me 12 ?< ■ 21 tianno 9 anni 389 hanno 13 anni ;-f '< ciati a Roma i al giorno: 800 mila lire 3&£ ' ' <-%4i:

Persone citate: Maria Corbi

Luoghi citati: Roma, San Paolo