Eltsin lo spettro di una vittoria morale di Cesare Martinetti

Si riduce il margine dei sì e Khasbulatov proclama che il Parlamento farà ciò che vuole Si riduce il margine dei sì e Khasbulatov proclama che il Parlamento farà ciò che vuole Eltsin, lo spettro di una vittoria morale Rissa sull'interpretazione dei dati Per il Presidente un trionfo a Mosca MOSCA DAI. NOSTRO CORRISPONDENTE Boris Eltsin si prende i complimenti telefonici del cancelliere tedesco Helmut Kohl, ma prudentemente, per il momento, tace e aspetta. I risultati del referendum, man mano che emergono dalle lontane province dell'infinita Russia, stanno assotti. gliando il suo vantaggio che dai primi risultati appariva trionfale. Il Presidente ha certamente vinto la sua battaglia personale conquistando tra il 55 e il 60% dei voti sulla fiducia a se stesso, ma non ha ottenuto quella maggioranza assoluta che gli avrebbe consentito di sciogliere il Congresso e indire elezioni anticipate del Parlamento. L'indeterminatezza dei numeri (i risultati definitivi saranno proclamati solo il 5 maggio) ha già rilanciato la rissa politica. Il grande oppositore di Eltsin, Khasbulatov, ha detto che la Russia esce spaccata dal voto: «Non ci sono stati né vincitori né vinti». L'ultranazionalista Baburin preannuncia che Eltsin sarà cacciato dal Cremlino come lo fu Napoleone nel 1812 dopo la battaglia di Borodino: «I francesi arrivarono a Mosca e cominciò il risveglio della Russia». Il presidente della Camera delle nazionalità Abdulatipov suggerisce un'ipotesi ancora più ardita: il Congresso dei deputati potrebbe riunirsi e dichiarare non valida la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato sufficiente la maggioranza dei sì nel voto (e non dell'elettorato) per la fiducia al Presidente. «Il Congresso - ha detto Abdulatipov - può decidere quello che vuole». A quanto pare siamo al punto di prima, eppure il referendum non è passato invano. Boris Eltsin può fregiarsi di una franca affermazione personale: circa il 60 per cento dei votanti gli ha dato fiducia. Sorprendente il successo anche sulla seconda domanda, quella che chiedeva di approvare la politica economica basata sulle riforme e sulla privatizzazione, inserita come una trappola nel referendum dal Con¬ gresso che confidava in un voto negativo. Invece i risultati provvisori dicono che anche su questa questione il 50% di sì è stato superato: e in un Paese che nell'ultimo anno ha registrato un'inflazione del 2500% non è poco. Diverso il discorso sulle domande tre (elezioni presidenziali anticipate) e quattro (elezioni parlamentari) che richiedevano una maggioranza assoluta dell'elettorato. Sulla tre i sì sono stati tra il 28 (dati dei democratici) e il 32 per cento (dato dell'opposizione). Sulla quattro tra il 44 e il 38 per cento. Anche in questo caso positivi per il Presidente, ma non sufficienti a mettergli in mano il diritto costituzionale di scioglie¬ re il Parlamento e convocare le elezioni anticipate. Còme con ironia ha detto il portavoce del Soviet Supremo ieri, «il Presidente ha ottenuto una vittoria morale senza valore giuridico». Tuttavia Boris Eltsin esce politicamente molto rafforzato dal voto di domenica. Gli ultimi risultati diffusi ieri sera a Mosca dal Cremlino dicevano che in settantanove su ottantotto regioni della Russia, il 59,2 per cento ha dato fiducia a Eltsin e il 53,6 ha approvato le sue riforme. I dati di Mosca e di San Pietroburgo sono addirittura esaltanti. Nella capitale il Presidente ha conquistato il 75 per cento dei sì, la sua politica di riforme ha otte¬ nuto il consenso del 70 per cento dei votanti, più della metà dell'elettorato ha chiesto lo scioglimento del Congresso e le elezioni anticipate. A San Pietroburgo le percentuali sono state rispettivamente: 73,66 e 50 per cento. Nella sua città, Ekaterinburg, Eltsin ha stravinto: 84 per cento di fiducia a lui e 75 alla sua politica; 53 per cento per lo scioglimento del Parlamento. Un insieme di voti che grosso modo dovrebbe confermare quel 57 per cento (ma allora parteciparono alle votazioni il 70 per cento dei russi contro il 60 di domenica scorsa) con cui il 12 giugno '91 Boris Eltsin divenne il primo Presidente della Russia eletto democraticamente. Ma se il risultato definitivo del 25 aprile dovesse essere inferiore a quel 57 per cento, la vittoria di Eltsin sarebbe davvero «mutilata». Che farà ora il Presidente? Il suo portavoce Kostikov ha detto ieri che sta esaminando i risultati insieme con i suoi collaboratori. A dati definitivi rivelerà il suo «piano d'azione» che dovrebbe comunque consistere nella proposta della nuova Costituzione (rivelata solo in parte la settimana scorsa) e di elezioni parlamentari anticipate con un nuovo sistema elettorale. I democratici cantano vittoria. Lev Ponomariov parla di un «convincente successo di Boris Nikolaevic» e insiste perché la riforma venga spinta in avanti con passi «più radicali»: più rigore in politica economica per frenare l'inflazione, più convinzione nelle privatizzazioni. Il sindaco di San Pietroburgo Anatoli Sobchak, uno dei guru democratici, ha subito attaccato Khasbulatov: «Le sue dichiarazioni sono sconvolgenti nel tono e nella sostanza. Non si può davvero dire che la società sia spaccata: i pietroburghesi sono andati a votare come si va a una festa. Non si può disprezzare così l'opinione della gente». Il Congresso, dice Sobchak, deve dimettersi, sciogliersi, accettare nuove elezioni. Ma l'opposizione nazionalista e comunista non sembra proprio di questo avviso. Si capisce che tra gli oppositori l'attesa per una disfatta del Presidente e soprattutto delle sue riforme era molto concreta. Il deputato Isakov ha definito «insiegabile» il successo di Eltsin nella domanda sulla politica economica. Un altro ha detto che per il Presidente hanno votato gli anziani «soggetti più esposti alla propaganda televisiva», mentre i giovani non avrebbero votato. In ogni caso, per Isakov, il Presidente non ha alcuna giustificazione né morale né politica per azioni anticostituzionali. Per Boris Eltsin la vera battaglia deve ancora cominciare. Cesare Martinetti Lo spoglio in un seggio a Mosca I risultati definitivi saranno noti solo il 5 maggio ifoto epa)