«Ecco l'uomo che aprì la porta a Andreotti» di Francesco La Licata

I giudici di Palermo svelano gli omissis dell'incontro con Riina. Oggi la decisione I giudici di Palermo svelano gli omissis dell'incontro con Riina. Oggi la decisione «Ecco Puomo che aprì la porta q Andreotti» E per Giulio in chiesa un applauso di 10 minuti ROMA. I giudici di Palermo, che hanno chiesto alla giunta del Senato l'autorizzazione a procedere per Giulio Andreotti, hanno deciso di trasmettere al Parlamento le parti dell'interrogatorio del pentito Baldassarre Di Maggio che erano rimaste coperte dagli «omissis». Il collaboratore era stato sentito a proposito del presunto incontro fra il boss Totò Riina e l'allora presidente del Consiglio (l'incontro sarebbe stato suggellato dal rituale bacio sulla guancia). Tra i testimoni che avrebbero assistito all'abbraccio, Di Maggio aveva citato Salvo Lima, ucciso in un agguato nel marzo dello scorso anno, Ignazio Salvo, anch'egli ucciso nel mese di settembre del 1992, e «un uomo d'onore della famiglia di Salemi». Su quest'ultimo personaggio, ancora in vita e quindi in grado di testimoniare, i magistrati della procura della Repubblica di Palermo avevano posto gli «omissis». Dopo la richiesta della giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato, deliberata a maggioranza nell'ultima seduta, i giudici si sono riuniti per decidere quale risposta dare al Parlamento. Non deve essere stata una risoluzione facile, quella del procuratore Giancarlo Caselli e dei suoi sostituti, a giudicare dal tempo che hanno impiegato per prenderla. La successiva dichiarazione del procuratore ne è una conferma. «Abbiamo risposto - ha detto Caselli uscendo dalla riunione alla richiesta della giunta, ma il contenuto esatto di questa risposta riteniamo doveroso non esplicitarlo ancora». «In questo momento - ha proseguito il procuratore - possiamo dire che da un lato abbiamo ritenuto che sia indispensabile, per esigenze di carattere processuale, tenere fermo il segreto su un certo nomina-, tivo, dall'altro abbiamo cercato di fare tutto ciò che per legge è possibile, fermo restando questo segreto, per mettere la giunta del Senato nelle condizioni di operare con il più ampio spettro di conoscenze». Di più i magistrati palermitani non hanno voluto aggiungere. Ma non è difficile ipotizzare quale possa essere stato l'escamotage che ha loro consentito di agevolare il lavoro dei parlamentari, senza mettere a repentaglio il valore della testimonianza e persino l'incolumità di un teste tanto prezioso. La fonrìula che potrebbe essere stata scelta è quella che consente ai magistrati di trasmettere i verbali integrali, cioè senza gli «omissis», classificandoli come integrazione agli allegati della richiesta di autorizzazione a procedere, documenti, questi, coperti dal segreto istruttorio. Stamattina, quindi, la giunta del Senato tornerà a riunirsi con gli elementi che erano stati richiesti ai magistrati di Palermo. L'appuntamento è per le 12 e la prima parte della riunione sarà dedicata proprio all'esame delle nuove «carte» che arriveranno da Palermo. L'ordine del giorno prevede, quindi, la votazione sulla richiesta di far giudicare Andreotti dal tribunale dei ministri. Una proposta, questa, che sembra non ottenere (fino a questo momento) il favore della maggioranza. Se la giunta boccerà la proposta, passerà a votare la proposta di diniego alla richiesta di autorizzazione a procedere. Si prevede un tour de force, con una seduta pomeridiana, che comincerà alla 15, ed anche una eventuale seduta notturna, alle 21. La giunta del Senato avrà a disposizione anche la risposta del governo alla interrogazione di Andreotti, a proposito degli spostamenti in Sicilia del senatore a vita. Il governo ha reso noto il calendario dei viaggi che Andreotti ha affrontato negli anni 1979 e 1980. Sull'argomento si era crea- ta una piccola confusione, poi risolta. Secondo le informazioni pervenute in un primo momento dalle prefetture dell'isola, vi sarebbe stato un soggiorno a Milazzo durato otto giorni. Andreotti aveva invece affermato di essere rimasto soltanto due giorni e non nel 1980, bensì un anno prima. L'imprecisione è stata fatta notare dallo stesso Andreotti. L'equivoco è stato chiarito con un comunicato del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Fabio Fabbri. Fabbri ha reso noto che, dopo la precisazione di Andreotti, la prefettura è stata invitata ad approfondire la questione. L'informazione è stata modificata e viene precisato che il senatore si è trattenuto a Milazzo dal 5 al 7 luglio del 1980. Francesco La Licata Iff vl. * ^^^^^^^^ Oggi la giunta per le immunità del Senato voterà sul caso Andreotti

Luoghi citati: Milazzo, Palermo, Roma, Salemi, Sicilia