Torna il manager Iveco di Susanna Marzolla

Il Gip ha rinviato a oggi la decisione sulla scarcerazione Il Gip ha rinviato a oggi la decisione sulla scarcerazione Torna il manager Iveco Interrogato a San Vittore MILANO. Come era stato preannunciato, cominciano a tornare i manager della Fiat colpiti da mandato di cattura: il primo è stato Massimo Aimetti, direttore finanziario dell'Iveco. Come aveva preannunciato, il gip Italo Ghitti lo ha interrogato a San Vittore, dove Aimetti è rimasto anche questa notte perché lo stesso Ghitti non ha ancora deciso sull'istanza di scarcerazione (su cui, peraltro, la procura ha già espresso parere favorevole). Aimetti era in Cina per lavoro; qualche giorno fa è tornato in Europa, a Parigi, e da qui è partito ieri mattina alla volta dell'aeroporto di Linate, preavvertendo l'autorità giudiziaria del suo arrivo. Una volta a Milano è stato portato in questura, mentre la procura chiedeva al giudice per le indagini preliminari Ghitti: è possibile interrogarlo a palazzo di giustizia? No, è stata la risposta. E così Aimetti è stato portato a San Vittore dove, dalle undici, è stato sentito prima da Ghitti e poi dal pubblico ministero Di Pietro. Che cosa ha detto? «Ha fornito tutti gli elementi che la magistratura si aspettava», spiega il suo legale, l'avvocato Gaetano Pecorella. L'accusa contro Aimetti è concorso in corruzione e si riferisce all'episodio della tangente pagata dall'Iveco all'Atro, circa un milliardo e 700 milioni. Un episodio di cui hanno già parlato sia Luigi Caprotti, concessionario Iveco per la Lombardia, sia Riccardo Ruggeri, che dell'Iveco era. direttore commerciale (adesso dirige un'altra azien- da della Fiat, la New Holland). E' dal racconto di Ruggeri ai magistrati che era emerso il ruolo di Aimetti, «un ruolo esecutivo - dice ancora Pecorella - perche Aimetti si è limitato ad organizzare un'operazione finanziaria che gli è stata richiesta». La vicenda comincia qualche anno fa quando l'Iveco decide di ridurre le provvigioni per i suoi concessionari. Caprotti va allora da Ruggeri e gli dice all'incirca così: «Se mi tagliate le provvigioni io non posso più pagare le tangenti che mi richiedono i vertici dell'Atm, e, se non pago, questi finiranno col ritirare la commessa». Ruggeri racconta di aver allora esposto il problema» a Giorgio Garuzzo, all'epoca amministratore delegato dell'Iveco, il quale gli avrebbe prospettato questa soluzione: pagare una parte delle provvigioni a Caprotti in nero al¬ l'estero in modo che con questo denaro, esentasse, potesse pagare le tangenti richieste. Di trovare i canali finanziari per l'operazione venne incaricato appunto Aimetti il quale studiò questa soluzione, estero su estero: la Union Bank Overseas, su cui si appoggiava l'Iveco finanziaria, procurò la provvista di denaro, che venne trasferito sul conto che Caprotti aveva alla Bue di Lugano (una banca di proprietà della Fiat). Da qui i soldi finirono ai conti di Sergio Redaelli e Maurizio Prada, ma quest'ultimo passaggio era sconosciuto ad Aimetti: «Lui - spiega il legale - sapeva solo che esisteva un accordo tra Ruggeri e Caprotti». Di Pietro ha chiesto anche se il manager era al corrente di altri pagamenti in nero: la risposta è stata «No». Subito dopo l'interrogatorio la procura ha dato parere favorevole agli arresti domi¬ ciliari per Aimetti, ma il gip (che ha cinque giorni di tempo per decidere) ha risposto che deve ancora esaminare alcune carte: è però possibile che Ghitti voglia solo ribadire una posizione di principio e che già da oggi Aimetti lasci San Vittore. Per il resto dell'inchiesta, c'è da registrare, tra l'altro, quanto segue: il tribunale della libertà ha cominciato ad esaminare il ricorso di Gabriele Cagliari contro il primo mandato di cattura; l'imprenditore Rodolfo Salciccia ha cominciato a collaborare, raccontando delle tangenti alle ferrovie. In particolare avrebbe pagato quattrocento milioni, destinati a de, psi e pei, per un appalto di posa in opera di traversine del valore di 12 miliardi: si era però ancora nel 1986, quando al vertice delle Ferrovie c'era Ludovico Ligato. Susanna Marzolla Il gip Italo Ghitti

Luoghi citati: Cina, Europa, Lombardia, Lugano, Milano, Parigi