Meno posti nomi nuovi di Francesco Grignetti

Meno posti/ nomi nuovi Meno posti/ nomi nuovi E Barbera (pds) farebbe il «vice» LASQUADRA DI AZEGLIO EROMA così scende in campo Carlo Azeglio Ciampi. Subito arriva il colpo a sorpresa del neoincaricato: «Non faccio le consultazioni con i partiti; rispetto alla lettera l'art. 92 della Costituzione». Laconico, ma efficace. Ciampi si fa la lista da solo. Insomma, nasce al buio il nuovissimo governo del Presidente. Lo spiega bene il segretario del pli Renato Altissimo: «Vedremo chi chiama e poi decideremo in Parlamento. E' la prima volta che accade nella storia della Repubblica. Ma non è un male». Ma che cosa accadrà ai dicasteri? Chi entra e chi esce dal governo? Prima indicazione sicura: il numero delle poltrone diminuisce, visto che i referendum hanno cancellato l'esistenza stessa di Agricoltura, Turismo e Partecipazioni statali. Seconda indicazione: il Quirinale preme per una razionalizzazione dei ministeri. Potrebbero sparire i doppioni, vedi la Protezione civile o le Privatizzazioni. Terzo: se il pds entra (o comunque appoggia il governo) il vice di Ciampi potrebbe essere Augusto Barbera, deputato, costituziona- lista e referendario accanito. Per il totoministri, comunque, si può azzardare lo stesso qualche previsione. Cominciamo tra chi dovrebbe restare al suo posto. Nicola Mancino (de che s'era dimesso dal Senato per entrare nello scorso governo) manterrebbe la guida dell'Interno; Beniamino Andreatta (altro de, più tecnico che politico) il Bilancio; Giovanni Conso (ex presidente della Consulta) la Giustizia; Alberto Ronchey (giornalista di simpatie laiche) i Beni culturali; Piero Barucci (ex banchiere di area de) il Tesoro. Come si vede, non c'è neppure un parlamentare tra loro. Ma nemmeno si può dire, per questi, che siano tutti tecnici puri. Restano vuote due tra le caselle più importanti: gli Esteri e la Difesa. Emilio Colombo ha rinunciato pubblicamente al seggio; arriverebbe Giuliano Amato. Alla guida delle forze armate (e dei carabinieri) difficilmente resterà Salvo Andò, che è sotto accusa per associazione mafiosa. Potrebbe succedergli il compagno di partito Valdo Spini, che ha lunga esperienza di Viminale. Oppure il liberale Raffaele Co- sta, che s'è messo in luce alla Sanità. O un repubblicano, erede della tradizione spadoliniana: Antonio Maccanico, se non il «nuovista» Giuseppe Ayala. Poi vengono i nuovi. La decisione di Ciampi lascia aperto il campo ad ogni ipotesi. Vince il tam-tam più incontrollabile. Si compone così, quasi per germinazione spontanea, una rosa di economisti illustri (Mario Monti, Romano Prodi, Carlo Scognamiglio, Luigi Spaventa) che potrebbero trovare un ruolo importante all'Industria o al Com¬ mercio estero. Di Prodi inutile dire. Monti è rettore della Bocconi, non è un parlamentare ed è di simpatie laiche. Spaventa è di area pds, ed è stato senatore indipendente. Scognamiglio viene dalla Luiss ed è senatore liberale. Tutti e quattro potrebbero rispondere al doppio identikit di tecnico e di uomo politico. Disorso simile per i fiscalisti alle Finanze: Vittorio Tremonti, Vincenzo Visco, Filippo Cavazzutti. Gli ultimi due sono parlamentari del pds. Molto dipende dalla decisione di Botteghe Oscure. E c'è da tenere d'occhio anche un'altra Usta, quella degli scienziati di chiara fama (Renato Dulbecco, Ferdinando Aiuti, Umberto Veronesi) che potrebbero andare all'Università o alla Sanità. Sono nomi che piacciono soprattutto in area laico-socialista. Poi ci sono le incognite. Un Verde per il ministero dell'Ambiente? Potrebbe arrivare una sorpresa come l'on. Fulco Pratesi o la senatrice Annamaria Procacci. Più difficile il ritorno di Carlo Ripa di Meana, che è diventato da poco portavoce della Usta ecologista. Un tecnico per la Pubblica istruzione? Il rettore dell'Università di Siena, Luigi Berlinguer, gradito alle sinistre. Circola con insistenza anche il nome di Ottaviano Del Turco, socialista, reduce da una lunga militanza nella Cgil: potrebbe andare al Lavoro. E infine un socialdemocratico che sta facendo grande carriera nel partito: Enrico Ferri, capogruppo dei deputati, già magistrato e ministro dei «110 all'ora». Trasporti o Poste. E il gioco è fatto. Francesco Grignetti A fianco: Valdo Spini A destra: Ottaviano Del Turco in alto: Augusto Barbera

Luoghi citati: Azeglio, Meana, Siena