Ciampi non consulterò i partiti di Fabio Martini

Incertezza nel pri La Malfa: «Scalfaro ha ceduto al veto de sul nome di Segni» Il presidente incaricato nominerà personalmente i ministri e si presenterà in Parlamento Ciampi: non consulterò i parlili Per ora c'è il sì di de, psi, pli e psdi Occhetto: prima vediamo il programma ROMA. La sua scelta più diffìcile Oscar Luigi Scalfaro l'ha fatta nella sua casa di Forte Bravetta, a mezz'ora di macchina dai palazzi della politica. E la scelta, alla fine, è stata la più lontana immaginabile dalla politica tradizionale: alle sei della sera il Capo dello Stato ha affidato l'incarico di formare il nuovo governo al governatore della Banca d'Italia, Carlo Azeglio Ciampi, che sarebbe il primo capo di governo non parlamentare dal 1848 in poi. E il presidente incaricato è stato all'altezza della novità. Dopo un colloquio di mezz'ora con Scalfaro nella sala della Vetrata al Quirinale, Ciampi si è presentato alle telecamere con uno stile e una dichiarazione di intenti senza precedenti in 47 anni di Repubblica: accettando l'incarico con la rituale riserva, Ciampi ha annunciato che non procederà a «formali consultazioni»: dunque non incontrerà i segretari dei partiti, preparerà in privato il suo programma, contatterà pereonalmente i possibili ministri e alla fine si presenterà in Parlamento e lì cercherà di ottenere la fiducia. E, sotto lo scrosciare dei flash, Ciampi ha letto una dichiarazione nella quale si impegna a formare un «governo che risponda all'anelito di cambiamento che viene dal Paese» e soprattutto, lui governatore della Banca d'Italia, ci ha tenuto a spiegare che al primo posto tra le finalità del suo governo c'è la riforma elettorale, e per il programma economico ha voluto citare accanto alla «riduzione del disavanzo», anche «una maggiore equità fiscale». E così, con quell'annuncio sulla fine delle consultazioni formali, con un colpo solo Ciampi ha cancellato mezzo secolo di abitudini radicatissime. E infatti la novità ha avuto subito il duplice effetto di far volare la lira sui mercati e di spiazzare il mondo politico: ieri sera soltanto i partiti che sostenevano Amato - de, psi, psdi, pli - hanno offerto un sostegno senza riserve al governatore. La mossa di Scalfaro ha spiazzato soprattutto i partiti delle elezioni-subito: il pds di Occhetto e la Lega di Umberto Bossi. L'incarico ad una personalità del peso di Carlo Azeglio Ciampi, salutato con favore da Spadolini e Napolitano, mette a disagio i due partiti che puntavano, come male minimo ad un governo-ponte verso elezioni autunnali, che Bossi e Oc chetto immaginano propizie per i propri partiti. E così, mentre Bossi si è tolto subito il dente, bocciando senza appello Ciampi («ha la praticaccia del droghiere», «da noi prenderà legnate») un imbarazzato Occhetto si è rifugiato per ora in un atteggiamento che lui stesso ha definito di «attesa»: giudicheremo dal «programma», fa sapere il segre tario della Quercia. E quanto sia choccante la novità dell'incarico a Ciampi lo di mostra la cautela dei repubblicani, che in altri tempi si sareb bero spellati le mani per un uo mo come Ciampi e per la sua dichiarazione d'intenti: «Stima assoluta a Ciampi», annuncia Giorgio La Malfa, che però non risparmia le critiche a Scalfaro: «Non mi è parso all'altezza di ciò che molti da lui si attendevano spiega -. A Ciampi non si è giunti per la sincera convinzione sin dall'inizio che occorresse chiamare uno come lui, ma per il cedimento ai veti espressi dalla de verso il candidato naturale dopo il referendum: Mario Segni». Anche Pannella, per ora, fa l'attendista. Questo non è un buon segno: anche se Ciampi non contratterà con i segretari di partito, la scommessa del governatore-premier (che in serata si è visto con Napolitano e Spadolini) si gioca proprio sulla capacità di saper allargare la base parlamentare oltre il recinto stretto di Giuliano Amato. I segretari dei partiti di Tangentopoli Martinazzoli e Benvenuto puntano ad un governo forte che allontani il più possibile elezioni scomodissime e anche per questo hanno dato carta bianca a Ciampi. Nel frattempo «i partiti potranno riformarsi», spiega senza perifrasi Rino Formica. Ma il quadripartito non basta e per allargare il recinto, per ammorbidire le resistenze nel pri e nel pds, Ciampi giocherà la carta dei tecnici di indiscusso prestigio e già si fanno i nomi di Barbera, Spaventa, Visco, Cavazzuti, che non a caso ha subito detto che «il pds dovrebbe appoggiare il tentativo di Ciampi». E anche sul fronte repubblicano Ciampi alla fine potrebbe aprire un varco: al di là delle apparenze nel partito dell'Edera c'è da settimane un dibattito acT cesissimo e l'incarico a Ciampi ha rafforzato il «partito entrista»: è stato successivamente «oscurato» dai commenti di La Malfa e di Bogi, ma a caldo il presidente reggente dei deputati Guglielmo Castagnetti aveva definito quella di Ciampi «una proposta autorevolissima» ad una personalità che «ha avuto un ruolo di prestigio per restituire credibilità alla nostra moneta». E quale sia la temperatura all'interno del pds lo dimostra la reazione a caldo di Massimo D'Alema nel suo ufficio di Montecitorio: «Certo sarà difficile dire di sì, ma sarà difficile anche dire di no». Fabio Martini Incertezza nel pri La Malfa: «Scalfaro ha ceduto al veto de sul nome di Segni» Il presidente incaricato Carlo Azeglio Ciampi con Giuliano Amato

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