Baci d'addio all'aglio per l'ultima Domenica

Baci d'addio all'aglio per l'ultima Domenica Ieri su Raiuno commiato di Panetti e Cutugno Baci d'addio all'aglio per l'ultima Domenica Alba Panetti NAPOLI. Era partita con tante speranze e pochi soldi. Alla Rai, mentre facevano i discorsi su come sarebbe cambiata - in meglio la spostavano in una sede unica, per risparmiare. Da Milano e Napoli, a Napoli soltanto. E «Domenica In» partiva sotto i peggiori auspici, che dovevano quasi subito rivelarsi azzeccati. E' finito con una lezione di bacio il contenitore per famiglie di Raiuno. Con un'ultima puntata poco dinamica, come le altre. Alba Parietti, Toto Cutugno e Jocelyn si sono affannati sullo schermo, tema della giornata «L'arte del bacio». A discutere l'argomento, Roberto D'Agostino, Moana Pozzi, Demetra Hampton e Tini Cansano. Nino Manfredi ha parlato di «baci all'aglio». I «baci con risucchio» sono stai citati dal sessuologo Willy Pasini, che con Guglielmo Zucconi ha discusso della possibilità di vivere senza baci. Ospite anche il regista Roberto Faenza, del film «Jona che visse nella balena». Poi ci sono state le gare: in lotta da un lato la famiglia Parietti con i genitori e gli amici della presentatrice, dall'altro la famiglia Cutugno, con Peppino di Capri, Fiordaliso, Laura Pausini, Tullio de Piscopo e Pinuccio Pirazzoli, il «maestro Pisolo». Ultima selezione per il «Sanremo dei piccoli», il concorso canoro per i giovanissimi guidato da Cutugno: la finalissima sarà il 2 maggio. Una valanga di premi («mobili a serrandina porta abiti»), un duetto Cutugno-Parietti impegnati nel brano «Non amarmi» di .Meandro Baldi (e dire che i due non si potrebbero amare di meno... ), un fìnto bacio del cantante alla soubrette, mandata a gambe all'aria dall'impeto del partner, con zoom malizioso sulle mutandine rosse. E tanti, interminabili saluti. Si è conclusa così questa edizione del programma, la meno riuscita, a detta di critici e audience. Non hanno funzionato tante cose. Innanzitutto l'idea di contrapporre il Nord al Sud. L'aveva avuta Ugo Gregoretti, l'autore, che voleva «mettere a confronto le molte culture del Paese» e che spiegava, prima del debutto: «La scommessa è: una trasmissione popolare che sia al tempo stesso non volgare né sciocca. Che riesca a conciliare la massima audience con la massima civiltà. Un impegno in un momento in cui si teorizza che il pubblico è una fogna e che bisogna ammannirgli prodotti cloaca». E concludeva, utopistico-ottimista: «Io mi sento coinvolto sul piano civile». L'idea, in pratica, si è rivelata un fallimento. Lo stesso Gregoretti oggi ne è convinto. «E' finito tutto in una Babele di linguaggi e di stili che non si sono integrati fra loro», ha detto. Non ha funzionato poi, e alla grande, la coppia Toto CutugnoAlba Parietti. Sono volate le sgomitate per emergere, i due «divitv» non hanno trovato un'armonia, mentre dall'altra parte, su Canale 5, il duo Columbro-Cuccarini si esibiva in ritmi perfetti. Tutti scontenti. La Parietti era arrivata in viale Mazzini con l'entusiasmo di una debuttante («Spe ravo che a "Domenica In" si potesse anche parlare di argomenti seri ma mi hanno detto che nel pomeriggio festivo forse è meglio lasciar perdere») e si era trovata a fare i conti con un professore-semiologo che doveva rifarle «l'immagine» per adattarla al pubblico di famiglie di Raiuno. Scontento anche Cutugno, non abituato a presenze così ingombranti. In una domenica di novembre, a conferma del flop, è arrivato il sorpasso. L'Auditel segnalava che la «Buona domenica» berlusconiana aveva vinto per la prima volta 0 confronto con il contenitore Rai: e il colpo era destinato a ripetersi. Non è andata, sono tutti d'accordo. Anche Brando Giordani, il capostruttura di Raiuno, che a metà programma aveva rassegnato e poi ritirato le sue dimissioni e questa settimana le presenterà al direttore Fuscagni. «La mia non è una crisi personale ma la presa di coscienza di una realtà che cambia», ha spiegato. Alla fine della puntata di ieri l'aria di sollievo era dunque palpabile e generale. Tra i saluti e gli auguri non è mancato quello per un'Italia migliore: di rito in questi tempi di Tangentopoli. Cristina Caccia Alba Panetti

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