Per Attali arriva la resa dei conti

In due anni ha investito 360 miliardi all'Est e ha pagato 300 miliardi per le sue sedi In due anni ha investito 360 miliardi all'Est e ha pagato 300 miliardi per le sue sedi Per Affali arriva la resa dei conti Oggi assemblea della Bers, sotto accusa le spese facili una banca SLONDRA I parlerà di marmi di Carrara, all'assemblea della Bere, la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo dell'Est, che si tiene oggi e domani a Londra. Al centro dell'attenzione non ci saranno infatti i prestiti della Bere ai Paesi del blocco ex-comunista, ma le spese allegre di cui è accusato il suo presidente Jacques Attali. Prima fra tutte proprio quella per i marmi di Carrara: oltre un miliardo e mezzo di lire per rivestire a nuovo il sontuoso edificio che ospita la sede della Banca, a Londra. Ma il marmo è solo una goccia nel mare delle accuse che nelle ultime settimane stanno piovendo sulla testa di Attali e della sua gestione, considerata quantomeno «disinvolta». In due anni di attività, affermano i critici dell'istituto, la Bere ha erogato finanziamenti a Paesi dell'Est - è questa la sua funzione - per soli 200 miliardi di Ecu, cioè poco più di 360 miliardi di lire, spendendo invece 260 miliardi per arredare la se- de londinese e pagare l'affitto della succursale parigina, un ufficio di cui pochi membri del consiglio conoscevano l'esistenza fino a qualche giorno fa. E anche gli interventi della banca non sono privi di ombre. Nel mirino, ad esempio, c'è il finanziamento che ha consentito l'acquisto delle linee aeree cecoslovacche da parte della Air France. E chi è il presidente della Air France? Un signore che si chiama Bernard Attali, ed è fratello di Jacques. La Bere, insomma, è sotto processo. A due anni esatti dalla sua fondazione, gli Stati occidentali che ne sono i maggiori azionisti dell'istituto (gli Usa hanno il 10%, Gran Bretagna, Germania, Francia, Italia e Giappone l'8,5% ciascuno), chiedono di vedere chiaro nei conti della Banca. E qualcuno si è già mosso per far luce. Le denunce sulle spese della Banca sono arrivate dal quotidiano britannico Financial Times, mentre il Wall Street Journal, quotidiano della finanza statunitense, ha affermato chiaro e tondo che la Bers non serve a nulla. Anche le prese di posizione ufficiali non si sono fatte attendere. Norman Lamont, il cancelliere dello Scacchiere britannico ha chiesto maggiori controlli sulle spese della Bers, mentre Theo Waigel, il ministro delle finanze tedesco che presiede anche il «comitato dei governatori» dell'istituto inter nazionale, ha sostenuto la ne cessità di una gestione più attenta. E lui, Attali, come si difende? L'ex consigliere del presidente francese Mitterrand, già saggista (accusato in un caso di plagio), romanziere, e adesso banchiere internazionale, non fa una piega: qualche giorno fa ha presentato alla stampa i risultati del 1992 ed ha chiarito che non ha alcuna intenzione di dimetterei. I lavori di ristrutturazione dell" sede di Londra, ha detto, «sono rientrati nel budget previsto» e anche gli investimenti all'Est, ha spiegato, sono solo l'avanguardia di una massa di finanziamenti che arriverà a 3600 miliardi di lire. Intanto, però, gli Stati membri della Bere stanno correndo ai ripari. Oggi potrebbero avanzare ufficialmente una proposta che è circolata nei giorni scorei: creare un nuovo ruolo nella Banca, quello di un direttore generale con ampi poteri che affianchi il contestato Attali. [r. e. s.ì I Paesi azionisti vogliono affiancare un nuovo direttore al presidente Jacques Attali, contestato per la gestione del suo istituto