Sulla Novara l'ombra di Fiorini di Gianfranco Quaglia

Assemblea agitata per la Popolare, pesano i 216 miliardi di perdite Sasea Assemblea agitata per la Popolare, pesano i 216 miliardi di perdite Sasea Sulla Novara l'ombra di Fiorini Bongianino risponde alle contestazioni: siamo puliti Utili a picco, dividendo dimezzato ma il '93 è in ripresa NOVARA. L'ombra di Florio Fiorini, detenuto nel carcere ginevrino di Champ Dollon, aleggiava ieri sul palazzetto dello sport, dove 3346 soci in rappresentanza dei 143.000 azionisti hanno partecipato all'assemblea della Banca Popolare di Novara, un appuntamento che assume l'aspetto di un rito annuale, quasi un atto dovuto nei confronti di risparmiatori e soci da oltre un secolo legati all'istituto di credito. Ma questa volta l'incontro per l'approvazione del bilancio era più atteso del solito. Per una serie di motivi: il dividendo dimezzato (da 1000 a 500 lire), esente da tassazione, che i vertici della Popolare hanno deciso di corrispondere prelevando l'importo quasi integralmente dalla riserva sovrapprezzo azioni; ; il capitolo «sofferenze» particolarmente pesante, causato da un'esposizione di circa 216 miliardi nei confronti del gruppo Sasea, alla cui guida era appunto Florio Fiorini,; 1 utile netto che di conseguenza è piombato a 2,7 miliardi (contro i 140 del '91). «Senza l'inciampo Sasea - ha detto l'amministratore delegato Piero Bongianino saremmo andati bene». Il bilancio della Bpn, approvato a larga maggioranza (soltanto 12 contrari e 7 astenuti), è stato preceduto da un lungo dibattito, durato oltre cinque ore, durante le quali sono intervenuti una ventina di azionisti. Alcuni con toni accesi e duri, rafforzati da contestazioni plateau (fischi e urla dagli spalti) all'indirizzo del tavolo della presi- denza. E sono arrivate pure palesi richieste di dimissioni nei confronti del consiglio d'amministrazione. Il presidente Roberto Di Tieri è dovuto intervenire per ricordare ai presenti il senso di civismo: «E' la prima volta in tanti anni - ha detto - in cui devo richiamare qualcuno ai principi di educazione... abbiamo ascoltato affermazioni e parole che non sono degne di questo posto, neanche come aula sportiva». Poi lo stesso Di Tieri assicura: la Popolare di Novara è più che mai ih sella. Alle insinuazioni e alle richieste di chiarimento di coloro che hanno accusato i vertici di leggerezza ed errori, collusioni con ambienti poco chiari, Di Tieri risponde secco: «Le questioni di Tangentopoli non interessano questa banca e intrallazzi politici non sono mai stati fatti. Ma avete visto che anno è stato il '92? Se oggi ci troviamo a scontare le conseguenze di un periodo difficile, non dobbiamo trarre le conclusioni che la Bpn è sull'orlo di un precipizio. La Banca riprenderà presto le sue posizioni di privilegio e tornerà ad essere un gioiello». Agli azionisti la perdita originata dal gruppo Sasea è stata spiegata con motivazioni «causate da avvenimenti imprevedibili e garanzie diventate deboli», come si legge nella relazione che accompagna il bilancio. Oltre ài 216 miliardi di perdita, ci sono altri 90 miliardi che derivano sempre da crediti a Fiorini, ma che sono coperti da garanzie considerate valide e che a fine marzo si erano già ridotti a 68 miliardi. «Altri venti miliardi li porteremo a casa entro la prossima settimana», ha detto Bongianino ai soci, molti dei quali hanno rilevato che il '92 sarà ricordato come l'anno peggiore nella storia della Popolare. In tutto, le perdite dell'istituto sono arrivate a 691 miliardi (erano 524 nel'91). Facendo eco al presidente, Bongianino ha anche replicato alle accuse di «speculazione intrapresa dietro pressioni di gruppi finanziari e con l'utilizzo di strumenti politici». «No, non ci sono collusioni con Tangentopoli - ha detto - la Bpn ha sempre rifuggito da quelle implicazioni che non fossero chiare o ben delineate». Anche se il bilancio ha chiuso incalzato dalle sofferenze (il 5,27 per cento degli impieghi, comunque al di sotto delle media nazionale). E se le perdite sui crediti hanno praticamente azzerato i profitti, il patrimonio della Novara - osserva il consiglio d'amministrazione - è solido, assomma a 1869 miliardi. Al termine Bongianino, viso più disteso dopo l'approvazione del bilancio, ricorda i risultati dei primi tre mesi di quest'anno: 17% in più sugli utili rispetto allo stesso periodo '92. Di aumenti di capitale, però non è il caso di parlare. «In un clima di questo genere - afferma l'amministratore delegato - sarebbe un po' rischioso». E anche per un eventuale passaggio del titolo dal Ristretto al listino principale, la Novara preferisce aspettare l'ammissione al Montetitoli, prevista a luglio, prima di fare progetti. Gianfranco Quaglia Piero Bongianino, amministratore delegato della Banca Popolare di Novara

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