Taxi-bomba a Londra I'Ira colpisce ancora di Fabio Galvano

Il Presidente, da Boston, ha inviato un messaggio: sono al vostro fianco Oggi la City «riapre» fra le macerie Taxi-bomba a Londra I/Ira colpisce ancora Gli obiettivi del nuovo attentato erano Downing Street e Scotland Yard LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Londra si risveglia dall'incubo della grande esplosione che ha sventrato il cuore della City. «Business as usuai»: come se nulla fosse, dichiarano i giornali riflettendo il puntiglioso impegno con cui il mondo degli affari si prepara a riaprire stamane i battenti - ammesso che esistano ancora - fra le macerie e i vetri che ancora cadono dai grattacieli. In uffici di fortuna, se necessario. E' la sfida con cui l'Inghilterra risponde all'Ira, che ha rivendicato ieri il grave attentato, dopo una notte in cui altre bombe sono esplose a Londra: questa volta su due taxi dirottati con la minaccia delle armi e i cui autisti - spaventati ma lodati ieri dalla polizia per il loro sangue freddo - sono riusciti a dare 1 allarme anziché portare gli ordigni in Downing Street e a Scotland Yard come era stato loro ordinato dai terroristi. I due episodi, cui si è aggiunta ieri in Irlanda del Nora una bomba che ha fatto saltare in aria un'auto presso Cookstown uccidendo un ex agente delle forze di sicurezza, sono avvenuti attorno alla mezzanotte. Una delle bombe è esplosa davanti a un hotel, nella zona di Finsbury Park; l'altra, un minuto dopo, poco lontano dalla stazione di King's Cross. La procedura, sovente utilizzata a Belfast ma relativamente nuova in Inghilterra, è stata identica. I terroristi sono saliti sui taxi fra le 22 e le 23, due per ogni auto. Durante il tragitto hanno estratto le pistole minacciando i tassisti, avvertendoli che sull'auto c'era una bomba a telecomando, intimando loro di portare gli ordigni davanti all'abitazione del primo ministro e alla polizia, ammonendo che sarebbero stati tenuti d'occhio e uccisi se non avessero obbedito. Ma i due tassisti, una volta rimasti soli, si sono resi conto di non essere seguiti e hanno dato l'allarme. La polizia è subito intervenuta, sgomberando le case circostanti. Per questo, quando le due bombe sono esplose, non ci sono state vittime. Le due auto sono state completamente distrutte, ma i danni agli edifici sono risultati limitati, Sconfitta sul piano delle simpatie popolari dopo l'attentato di Warrington, in cui due bambini furono uccisi, e colpita nelle sue basi londinesi, l'Ira ha voluto dimostrare di non essere ancora sconfitta; e anzi di poter disporre a Londra di un centro operativo ancora funzionante. Cosi, poche ore dopo l'attentato nella City, che secondo il bilancio definitivo è costato la vita a una persona - Ed Henty, fotografo del giornale domenicale News of the World, accorso proprio per la bomba - e il ferimento di altre quaranta, ha voluto colpire anche nelle zone residenziali della città. Ora la polizia cerca i quattro terroristi, di cui si ha una precisa descrizione. Ma brancola ancora nel buio per quanto riguarda il grande attentato nella City, dove l'esplosione è stata provocata da una tonnellata di esplosivo al fertilizzante depositato nel cassone di un camion che è stato polverizzato (il motore si è conficcato nell'asfalto a 80 metri di distanza). Un comunicato dell'Ira, diramato a Dublino, minaccia altri attacchi se «l'establishment britànnico» non adotterà misure per porre fine alla sua «futile e costosa guerra in Irlanda»: «Deve seguire il sentiero della pace o rassegnarsi alla guerra», aggiunge il comunicato, in cui si ribadisce che erano stati forniti avvertimenti in codice a partire da 70 minuti prima dell'esplosione. Ieri un'ampia zona della City era ancora chiusa al traffico; e soltanto nel pomeriggio, eliminate le macerie pencolanti, è stato consentito l'accesso a chi ha avuto un ufficio o un negozio sventrato dall'esplosione, o ai 280 ospiti del Great Eastern Hotel che erano stati sgomberati in tempo e che sonò andati ieri a riprendersi i bagagli. Ma la vita ricomincia. E stamane sarà «business as usuai». Fabio Galvano

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