Ciarra solo impicci mi libererò di Maria Grazia Bruzzone

Il presidente della Roma, agli arresti domiciliari, promette battaglia 11 Il presidente della Roma, agli arresti domiciliari, promette battaglia 11 Ciarra: solo impicci, mi libererò «Sappiatelo, non sono l'abate Farla» ROMA. «Datemi qualche giorno che mi scrollo di torno anche questi impicci che mi impediscono di muovermi libero e li incontro tutti, uno a uno, i miei giocatori. E pure i tifosi». E' un Ciarrapico forte come un toro, ottimista eppure commosso per l'affetto dei suoi fans della Roma, quello che si concede ai microfoni di Radio Incontro, la mattina della sua prima giornata agli arresti domiciliari. La «sua» Roma, di cui il «Ciarra» si conferma proprietario e presidente. E i «suoi» tifosi che, nei trentadue giorni passati in carcere, gli hanno dimostrato tanta amicizia dalle curve, e perfino sotto le sbarre. «Liberate Ciarrapico, liberate Ciarrapico» erano venuti a ritmare gridando fino davanti all'infermeria di Regina Coeli, la notte del passaggio al finale della Coppa Italia. Alla fine hanno avuto ragione loro. Domenica pomeriggio, davanti alla casa di vìa Abruzzi, un palazzetto finto gotico d'inizio secolo a un passo da via Veneto, stazionano due guardaspalla. Ed è un continuo via vai di gente, signore ingioiellate con pacchettini, ragazze con mazzi di fiori, coppie distinte, fattorini di pasticceria. «Tutti parenti», taglia corto l'autistafactotum che annuncia personalmente gli ospiti davanti alla telecamera del portone. C'è festa, al primo piano. Ma l'ex «re delle bollicine», ex luogotenente dell'impero romano di Giulio Andreotti, ha l'orecchio incollato alla radio a seguire la sua squadra che perderà col Parma. «Speravano de famme fà la fine dell'abate Faria, ma nun ce so' riusciti», aveva detto in romanesco sabato pomeriggio, appena uscito dal carcere, col suo vocione caratteristico. «Sono tornato per restare. Per restare presidente della Roma». Presidente e proprietario. «E la Roma non si tocca - aveva aggiunto -. Non la vendo né ai palazzinari, né ai mercanti». E alla radio è ritornato sull'argomento. «Tutti quelli che vogliono unirsi a me nella difesa della squadra poi, e nel suo consolidamento finanziario, sono graditissimi. Questa setti- mana stessa mi adopererò per far sì che la serenità della squadra non sia solo un'opinione personale. E riprenderemo tutti i nostri gioielli», annuncia grintoso. Il tempo delle cordate è tramontato allora? «Le cordate sono solo quelle a cui ci si impicca. Il tempo dei contributi di tutti invece è aperto». Ed è sempre la Roma. Che cosa è cambiato in questi 32 giorni? «Che sono sempre più attaccato alla Roma, ho avuto una dimostrazione d'affetto e di amicizia tali che mi impegna a una gratitudine che va al di là di qualsiasi ragionevole impegno come presidente». La squadra l'ha mai sentita? «Non solo l'ho sentita ma ho parlato con tutti, e ho avuto un così grande conforto, perché li ho trovati tutti solidali». La cosa che le ha fatto più male in questo mese? «Quello che leggevo e che sentivo sui giornali, o alla televisione. Ma ho cercato di usare un metodo nepalese, sa come fanno nel Nepal che cercano di deviare la sfera delle sensazioni. L'unica cosa che ascoltavo era il cuore della Roma, quando batteva davanti a Regina Coeli». E «il Ciarra», il duro Ciarra, il burbero Ciarra non regge più, ha un attimo di commozione, e quasi piange alla radio. E' un attimo. Si scuote subito. Ringrazia Sergio Cragnotti, il presidente della Lazio che ha convinto la sua tifoseria a non infierire dalle curve contro il «collega» romanista. «Lo apprezzo da imprenditore e ho un motivo in più per apprezzarlo come uomo per le belle parole che ha detto anche alla radio». E' vero che il Tar le ha dato ragione sull'Ente Fiuggi? «Non solo sull'ente Fiuggi. Ci sono stati altri eventi positivi per il mio gruppo. In un'Italia così sfasciata, auguro agli altri la salute nostra, e auguro agli altri di potersi comportare degnamente come io in queste circostanze mi sono comportato». Auguri allora. «Sempre a penne alte, mai a penne basse», si augura da sé il Ciarra. Maria Grazia Bruzzone Giuseppe Ciarrapico

Persone citate: Ciarrapico, Faria, Giulio Andreotti, Giuseppe Ciarrapico, Sergio Cragnotti

Luoghi citati: Fiuggi, Italia, Lazio, Nepal, Parma, Roma