La dc ha un nome nuovo il prof Zanetti di Luciano Borghesan
La direzione cerca persone al di fuori della nomenklatura dei partiti per un «cambiamento fortissimo» La direzione cerca persone al di fuori della nomenklatura dei partiti per un «cambiamento fortissimo» La de ha un nome nuovo: il prof. Zanetti Corrisponde all'identikit desiderato Stessa sede, ma non più gli stessi uomini in casa de per la direzione cittadina. C'erano molti giovani, ieri, in via Carlo Alberto, al confronto con i garanti, i segretari Bruno e Zanetta, Riccardo Triglia (l'osservatore inviato da Martinazzoli), con i parlamentari piemontesi, l'ex vicesindaco Pizzetti e l'ex capogruppo Porcellana. Mancavano Bonsignore, che ha abbandonato partito e politica. Non si è visto neppure Silvio Lega. Il nuovo partito voluto dalla segreteria nazionale muòve i primi passi. Alcuni vorrebbero dare un'accelerata, ma altri frenano: «Rinnovamento sì, ma non a tutti i costi». Una de a due velocità in vista del voto torinese del 6 giugno. Alla fine, ieri, si è ritrovata a larga maggioranza nella volontà di procedere a un «cambiamento fortissimo» nelle liste per il consiglio comunale e nella scelta di un candidato sindaco «al di fuori della tradizionale nomenklatura dei partiti», che possa anche essere il risultato di convergenze con altre forze politiche e sociali. Per capire meglio la riunione di ieri bisogna raccontare alcuni antefatti. L'incontro di Valentino Castellani (candidato a sindaco di parte della sinistra e di laici) con Triglia, Bodrato e altri. La de è disponibile a cercare alleanze con altri partiti ma mantenendo il proprio simbolo vicino ad altri. Castellani non ha dato garanzie sufficienti su questo accostamento. L'«osservatore» Triglia ha parlato con ex assessori ed ex consiglieri comunali. Martinazzoli vuole che si rinnovino i ranghi. Liste nuove, con candidature che siano espressione di aree cattoliche del volontariato, dell'impegno nella società civile. Non solo gente di partito. Il nuovo regolamento de prevede che non si vada oltre la terza legislatura. In direzione, ieri, si è discusso sull'una e l'altra impostazione. Sindaco: tutti d'accordo sull'esigenza di avere un candidato che vada oltre l'area cattolica, capace di trovare consensi tra i laici, e che sia al di fuori dei quadri di partito. Bodrato ha aggiunto alcuni tratti nel tracciare l'identikit: impegnato nella società civile, che conosca la macchina amministrativa e la città dell'in- dustria e del lavoro. Nomi? C'è un discorso aperto con Ernesto Olivero, ma movimenti cattolici preferirebbero non costringerlo a interrompere l'opera del Sermig. «E' il problema - aggiunge Bodrato - di tanti che potrebbero fare bene il sindaco di Torino. Preferiscono l'impegno civile, anche perché temono di avvicinarsi alla politica che oggi è alquanto demonizzata». Un nome nuovo sta emergendo, quello del professor Giovanni Zanetti. Candidati a consigliere comunale : c'è chi vorrebbe lasciare a casa tutti gli uscenti, chiedendo al futuro sindaco di individuare assessori tra gli amministratori de che hanno ben lavorato. La proposta arriva anche dall'ex vicesindaco Pizzetti. Altri chiedono di non bruciare tutto il passato, di rinnovare con razionalità per non perdere esperienze e capacità, anche di giovani. Ma scegliere con quali criteri? L'annuncio del «cambiamento fortissimo» ha bisogno di regole per passare ai fatti. Luciano Borghesan A fianco il prof. Giovanni Zanetti, docente ad Economia e Commercio
Luoghi citati: Torino
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