Quote latte disco verde per l'Italia

Primo sì della Cee per l'aumento di 900 mila tonnellate: domani si decide Primo sì della Cee per l'aumento di 900 mila tonnellate: domani si decide Quote lune, disco verde per l'Italia E i nuovi prezzi soddisfano i produttori ROMA. Quote latte per l'Italia, dalla Cee arriva il primo disco verde. La commissione europea ha deciso infatti di proporre ai 12 l'aumento di 900 mila tonnellate della quota italiana. L'annuncio è stato dato dal commissario Cee all'Agricoltura Rene Seichen a Strasburgo, che si è incontrato con il ministro Diana. L'aumento è per ora solo provvisorio. Per il momento, e senza pregiudizio, le quantità globali fissate per l'Italia sono: 9.212.190 tonnellate per le consegne e 717.870 tonnellate per le vendite. Delle quote latte e dei problemi agricoli si parlerà domani e dopodomani a Strasburgo (Sulla riforma della Pac, ad esempio, la Confagli - coltura intende sostenere l'iniziativa del governo tedesco che presenterà un memorandum sulle modalità di applicazione della Pac, in cui si richiedono deroghe e adattamenti normativi sostanziali). Il commissario Cee René Steichen ha spiegato che il nostro Paese ha ottemperato a tutti gli obblighi richiesti, rispettando anche le ultime due condizioni che ancora mancavano all'appello. Si tratta della notifica ai singoli produttori e acquirenti delle quote individuali e la creazione di un organo centralizzato per i controlli. Con il via libera della commissione si conclude una battaglia fra Roma e Bruxelles iniziata nell'84. MILANO. Sulla trattativa per il prezzo del latte è arrivata la parola fine. Cinquantadue lire subito (cioè il nove per cento in più rispetto la campagna precedente), altre quindici lire a partire dal primo ottobre: in totale sessantasette lire d'aumento (più del dodici per cento) per una trattativa lunga ed estenuante, chiusa senza vincitori né vinti e pochi giorni prima che sul ministero dell'Agricoltura calasse la scure dei risultati del referendum. L'accordo infatti è stato siglato con la mediazione del ministro Alfredo Diana. Il prezzo del latte aumenta soltanto nelle sei regioni più produttive (Lombardia, Emilia-Romagna, Piemonte, Veneto, Friuli e Liguria). Per le regioni centro-meridionali, invece, non si sono raggiunte le condizioni per un accordo generale. Laddove non si sono registrati accordi particolari, quindi, il prezzo rimarrà invariato anche se è stata espressa la volontà delle parti a «continuare il confronto per ricondurre le condizioni di cessione del prodotto in un quadro nazionale, salvaguardando le posizioni di maggior favore acquisite e individuando le materie da demandare alla contrattazione integrativa territoriale o aziendale». Gli altri termini dell'accordo: alla refrigerazione vanno 8,18 lire il litro più Iva, all'aumento di 67 lire (senza Iva) si potranno aggiungere 3-4 lire a luglio, quando sarà adottata la nuova parametrazione. Entro tre mesi, poi, sarà costituita un'associazione interprofessionale, per analizzare i problemi rimasti sul tappeto. Nell'aumento del prezzo i produttori potranno registrare dal primo aprile l'abolizione del prelievo di corresponsabilità, che ha gravato sinora nella misura di 8,8 lire il litro. Infine il pagamento resta a sessanta giorni, ultima conségna. E proprio i sessanta giorni sono uno dei punti dell'accordo che non piacciono a Carlo Venino, presidente dell'Unalat: «Su questo aspetto - dice ci siamo dovuti arrendere. Il pagamento a sessanta giorni era ed è un motiyo di preoccupazione, stiamo quasi finanziando l'industria. D'ai- tra parte la controparte ci ha replicato sostenendo che la grande distribuzione paga a 120 giorni. L'accordo sul prezzo? E' ovvio, non siamo soddisfatti al cento per cento, sulla strada della trattativa abbiamo dovuto( cedere qualche cosa. Contiamo molto sui lavori del gruppo interprofessionale e puntiamo sulla possibilità di indicizzazione dei prezzi. Saranno i due punti fermi per i prossimi mesi». Secondo il ministro Alfredo Diana «l'accordo fornirà prospettive meno sacrificate ad un settore già sottoposto alla disciplina Cee delle quote». E la Coldiretti: «Considerata la lontananza delle posizioni iniziali ci sentiamo moderatamente soddisfatti». Soddisfatta anche la Confagricoltu- ra che però ha sottolineato come, «in prospettiva, bisognerà valutare l'esistenza di due condizionamenti: l'evoluzione della lira nei prossimi mesi e l'andamento del mercato dei cambi». Per la Cia il risultato è stato «utile, non solo perché sancisce miglioramenti non disprezzabili delle condizioni di cessione ma, soprattutto, perché consente di superare comportamenti ricattatori delle singole industrie di trasformazione, favoriti dallo stato di carenza contrattuale nel settore». Secondo Palmiro Villa, presidente dell'Aia (l'Associazione degli allevatori) «il risultato raggiunto, anche se le attese dei produttori puntavano più in alto, può essere valutato positivamente. L'accordo riconosce il buon diritto dei produttori ad una rivalutazione del prezzo, mentre lascia ampio margine all'industria per disporre della materia prima nazionale a costi prossimi a quelli europei». Conclude Fortunato Tirelli, direttore generale dell'Aia: «Il nuovo prezzo è un evento positivo per il comparto, che arriva in un momento difficile, e che chiude una trattativa contrassegnata anche da rotture». Luigi Sugliano Carlo Venino, presidente Unalat

Persone citate: Alfredo Diana, Carlo Venino, Luigi Sugliano, Palmiro Villa, Rene Seichen, René Steichen, Tirelli