Dai serbi arriva l'ultimo no -

8 Il negoziatore della Cee: Karadzic sta conducendo il suo popolo alla rovina Dai serbi arriva l'ultimo no - —— .— i —— ' Owen: non resta che colpire ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO «Karadzic ha scelto una strada pericolosa. Sta portando i serbi, e non solo quelli della Bosnia, ma tutto il popolo serbo verso la distruzione». E' stato l'unico commento rilasciato da Lord Owen, uno dei due copresidenti della conferenza di pace sulla ex Jugoslavia, dopo l'incontro a Belgrado con il leader dei serbi della Bosnia che ha rifiutato ancora una volta di firmare il piano di pace. Owen ha tuttavia aggiunto che il presidente serbo Milosevic e quello jugoslavo Cosic sono molto preoccupati per le posizioni di Karadzic. Al termine dell'incontro il leader dei serbi della Bosnia ha dichiarato a Radio Belgrado che le proposte di Owen erano inaccettabili. Ai serbi è stato offerto un corridoio al Nord della Bosnia per collegare la Serbia con le province serbe bosniache. La fascia di terra sarebbe protetta dalle forze di pace dell'Onu. «Questo corridoio andrebbe soltanto a vantaggio dei croati - ha detto Karadzic - perché di fatto sui terreno noi abbiamo già il controllo di queste regioni». Secondo Karadzic, Lord Owen non ha nemmeno voluto parlare di eventuali cambiamenti nelle mappe geografiche della Bosnia. «Tra l'altro - ha detto Karadzic le mappe non possono essere migliorate. Esse devono essere totalmente cambiate perché la convivenza non è più possibile in questa Repubblica». Nel frattempo i «parlamentari» serbi della Bosnia e quelli della Krajina, la regione occupata dai serbi in Croazia, si sono riuniti a Bosanski Novi, da loro ribattezzata Novi Grad, dove hanno costituito un'assemblea congiunta. Questo sedicente «Parlamento serbo popolare» è il primo passo verso l'annunciata unione delle due autoproclamate Repubbliche serbe della Bosnia e della Croazia, ovvero l'attuazione di una parte del progetto della grande Serbia che vuole tutti i serbi in uno stesso Stato. «Non ci sarà né una Repubbli¬ ca serba della Bosnia, né una Repubblica serba della Krajina», ha affermato in un'intervista Lord Owen che ha nuovamente accennato al ricorso della forza per fermare la guerra in Bosnia. «La possibilità di un intervento militare non avrebbe mai dovuto essere esclusa. Certo, l'azione armata non può risolvere da sola i problemi, e presenta sicuramente degli svantaggi. Ma insieme ad altri mezzi può aiutare a trovare la soluzione», ha detto Owen che ha incontrato il presidente bosniaco Izetbegovic e quello croato Tudjman. Anche il ministro degli Esteri britannico Douglas Hurd ha annunciato che la settimana prossima Usa, Gran Bretagna e Francia discuteranno l'eventuale ricorso alla forza per fermare la guerra. Hurd ha sottolineato che la Cee deve prendere alcune decisioni immediate collegate alle nuove sanzioni dell'Onu contro Belgrado che entreranno in vigore domani, se i serbi della Bosnia non firmeranno in extremis il piano di pace. Nella capitale jugoslava la tensione aumenta di ora in ora. Mentre il presidente serbo Milosevic e quello federale Cosic, che oggi dovrebbero incontrare ancora una volta Lord Owen, non rilasciano dichiarazioni, il premier jugoslavo Kontic ha affermato che l'ultima risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu farà crescere i problemi sociali nel Paese: «Il documento dell'Onu ha lo scopo di distruggere la Jugoslavia e di rovesciare i suoi dirigenti». Ingrid Badurina ■ Militari dell'Onu rimuovono il corpo di una vittima ajelinak