«Via le sedie, parlerete meno»
«Via le sedie, parlerete meno» Iniziativa contro i discorsi lunghi: i consiglieri comunali sonnecchiavano «Via le sedie, parlerete meno» // sindaco di Yokohama ordina: tutti in piedi PER limitare la verbosità degli oratori in consiglio comunale, il sindaco di Yokohama ha preso una decisione drastica: non più sedie in sala per i consiglieri. Soltanto tribunette, da cui parlare in piedi, alla svelta, non più a colleghi seduti e appisolati, ma anch'essi costretti a stare in piedi, impazienti di sprofondarsi in poltrona. Soluzione drastica che non viola la libertà d'espressione, ma costringe all'incisività e annulla il frequente «effetto sbadiglio». E che è stata subito imitata da alcune imprese per le riunioni aziendali che durano più di un'ora, come ha rivelato il quotidiano «Yomiuri Shimbun». A Yokohama sono convinti che, oltre a evitare all'uditorio di appisolarsi, l'innovazione farà anche stancare tutti prima, costringendoli a uno svolgimento più celere dei lavori. L'importanza di questa decisione non è tanto nel fatto che, se trasferita altrove, magari a Montecitorio, possa impedire il «filibustering», (già adesso si parla in piedi, spesso ad aule vuote), quanto nei consensi che sta raccogliendo negli ambienti economici. Da un po' di tempo, in Giappone, il meeting è in declino, un rito quotidiano che, sull'onda dei moderni principi di management per la partecipazione e la responsabilizzazione, si è esteso a tutto il mondo. Quante volte si telefona ripetutamente a qualcuno per sentirsi dire dalla segretaria che è in riunione? Talvolta pare che nessuno, salvo segretarie, uscieri e personale subalterno, faccia il proprio lavoro: sono tutti sempre in riunione. Già in America, l'anno scorso, l'efficacia del meeting era stata messa in dubbio dagli studiosi di organizzazione aziendale: rilevando la mera ritualità a cui può scadere, avevano messo in luce chef per un buon meeting è sem- pre necessario un forte leader che guidi, solleciti e tragga le necessarie conclusioni. In Giappone, dove il meccanismo decisionale è basato sul consenso (almeno di facciata), con il coinvolgimento di tutti i livelli gerarchici, il meeting era rimasto intoccabile fino a poco tempo fa. Ma proprio alcune caratteristiche di fondo della cultura nipponica rendono i meeting spesso improduttivi: la lingua non permette affermazioni nette e precise, mentre il fortissimo senso gerarchico accentua il ricorso a sfumature, allusioni e ambiguità, se non menzogne. Talvolta, l'incontro si risolve in lunghi silenzi: imbarazzanti per noi occidentali ma non per i giapponesi, che spesso «parlano» in silenzio. Tanto vale allora ridurre il meeting al minimo: per conservare l'apparenza del consenso su decisioni già prese. Ferdinando Mezzetti
Persone citate: Ferdinando Mezzetti
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