La gara è stata valida in sette occasioni per il titolo italiano, in una per l'europeo. Rossini e Malvicini hanno fatto il bis Quattro le vittorie degli stranieri di Giovanni Capponi

La gara è stata valida in sette occasioni per il titolo italiano, in una per l'europeo. Rossini e Malvicini hanno fatto il bis Quattro le vittorie degli stranieri La gara è stata valida in sette occasioni per il titolo italiano, in una per l'europeo. Rossini e Malvicini hanno fatto il bis Quattro le vittorie degli stranieri sulla pista dello Stadium, dove il torinese Roccati è secondo. Prese le misure della gara, l'anno seguente (1931) è proprio Roccati a vincere, conquistando anche il titolo italiano. A metà gara sembrava dovesse prevalere Fanelli, poi il francese Morier (2° al traguardo) e il romano Natale. Nel finale però si fa sotto Roccati e stacca tutti suscitando l'entusiasmo della folla che è tutta per lui: 4° era il biellese Luigi Pellin. Nel 1932 è la volta del pugliese Michele Fanelli che a Rivoli porta l'attacco ai corridori stranieri fino ad allora in testa e va vincere tra l'incitamentop e gli «wiva di migliaia di spettatori. Aurelio Genghini è 2°, ma L'anno successivo (1933) il romano si prende la rivincita e vince davanti a due stranieri. C'è un attacco iniziale dello svedese Enochson, poi prende corpo la controffensiva di Rossini, ma Genghini con un finale travolgente riesce ad imporsi, come aveva promesso l'anno precedente. Dietro allo scandinavo, secondo, l'austriaco Tuschek e Rossini. In questi anni il successo della maratona aumenta sempre più. Si corre «fra due siepi di popolo» titolava «La Stampa» del 17 ottobre 1932 e nel '33 Ernesto Quadrone scrisse addirittura una lettera aperta ai «signori ciclisti»: il fenomeno dei «suiveurs» in bicicletta aveva assunto tali proporzioni da costituire un argomento a sè nella cronaca della memorabile giornata. Erano migliaia i ciclisti che seguivano la martatona dal primo all'ultimo chilometro e talora procuravano guai seri alla circolazione ed in particolare intralciavano la corsa dei campioni. Nel 1934 si disputano a Torino i campionati europei di atletica e la maratona è inserita nel programma. Il successo tocca al finlandese Armas Toivonen, davanti allo svedese Tore Enochson e l'azzurro Genghini è terzo. La partenza viene data dallo Stadio Mussolini, e naturalmente l'arrivo è previsto sulla pista atletica. L'impianto, costruito l'anno precedente, è gremito di pubblico e gli applausi ai primi arrivati non mancano. Lo stadio torinese venne poi ribattezzato Comunale sin dall'immediato dopoguerra. Si chiude così la bella serie delle grandi maratone torinesi e bisogna aspettare sino al 1982 quando, auspice il Cus Torino, si disputa la lunga corsa quale 4a prova del campionato italiano di corsa su strada. La vittoria arride ad un belga, Mark De Blander, davanti al tedesco Pfisterer ed al romano D'Adamo. Poi quasi dieci anni di buio. Nel 1987 si corre la Susa-Avigliana, una maratona che vuol far rinverdire il passato. Quattro anni, quattro edizioni, poi l'organizzatore Chiabrera fa il gran passo e si torna alla Maratona di Torino che riprende nel 1991 e viene vinta da Walter Durbano. Siamo ormai alla storia di ieri: il vincitore 1992 è Alessio Faustina che si guadagnerà la convocazione per le Olimpiadi di Barcellona. Nella sua storia la Maratona di Torino, arrivata nel '93 alla 19a edizione, è stata scelta come prova del Campionato italiano nel 1923, poi negli anni '27, '28, '29, '30, '32 e '33. Nel '34 la corsa è stata valida per il titolo europeo e quest'anno ritorna ad essere valevole per il campionato italiano. La distanza inizialmente era di km 42,200, poi fino al 1933 fu di km 42,750, quindi dal 1933 di km 42,195, che è la distanza classica della Maratona moderna. I record delle corsa su strada non hanno mai avuto riscontri ufficiali, anche per le difficoltà delle misurazioni, ma comunque se n'é sempre tenuto conto: fu stabilito per la prima volta dall'inglese Ferris, poi dal finnico Marttelin, da Natale, Rossini ed infine dal belga De Blander e da Durbano. Il miglior tempo della Susa-Avigliana lo detiene invece Gianni Truschi, che vinse in volata davanti a Durbano l'ultima edizione della corsa valsusina in 2 ore 13'17" Giovanni Capponi

Luoghi citati: Barcellona, Rivoli, Torino