IL CACCIATORE MALEDETTO di Leonardo Osella

IL CACCIATORE MALEDETTO IL CACCIATORE MALEDETTO Àlun Francis dirige venerdì 23 il poema sinfonico di Franck SI presenta bene il concerto Rai di venerdì 23 (h.21) all'Auditorium, con la direzione di Àlun Francis. Tre pagine di gradevole ascolto, musica fatta per piacere. Si comincia con una delle opere più riuscite di Franck, il poema sinfonico «Le chasseur maudit». L'autore si è ispirato a una avvincente ballata di Bùrger, che sembra scritta apposta per essere musicata. E' la vicenda di un conte che una. domenica, contravvenendo agli inviti a celebrare degnamente la festa, va a caccia tra i campi e le praterie. Si abbatte su di lui la maledizione: il cavallo, ingovernabile, trascina il conte nell'inferno, dove il superbo cacciatore sarà inseguito per l'eternità da una muta furiosa di demoni. Una traccia così chiara ed evocativa non poteva non avere mirabili effetti su un autore attratto dalle suggestioni mistiche come Franck. GU echi allegri dei corni da caccia, la delizia della pace agreste rotta dalla violenza della cavalcata, l'affannoso precipitare del conte tra le fiamme sono inviti a nozze per un maestro dell'orchestrazione che non nasconde i suoi devoti omaggi a Wagner e Liszt. Adriano Bassi identifica nel «Chasseur maudit» un messaggio spirituale che ripropone la vittoria del bene sul male e Via Guala, 122 6 in CorSO Traiano, 44 «un nuovo modo di ambientarsi...» A destra il noto violoncellista Mario Brunello - Te l. 61.38.24 - TORINO nel quale «tutto è visto e vissuto in funzione di un disegno religioso che si risolve in un colloquio con Cristo». Tutto il contrario si rivela l'opera che seguirà, il balletto «Jeux de cartes» di Stravinskij, del quale ha fornito un'analisi esemplare Massimo Mila: «L'identificazione della musica con la danza si realizza attraverso la depurazione da ogni residuo della dimensione psicologica, su cui quell'arte aveva edificato i propri trionfi nell'età romantica: essa viene ridotta alla pura sublimazione del movimento, isolato e decantato in se stesso come un'entelechia aristotelica, un ente, cioè, che avendo in sé, e non fuori di sé, il proprio fine, raggiunge in esso la perfezione. In nessun altro lavoro stravinskiano questa depurazione della musica dalla dimensione psicologica si era ancor mai attuata così compiutamente come nel "Jeux de cartes"». Secondo Mila l'opera è composta «con i cascami di tutte le musiche cosiddette brillanti del secolo scorso, cementati insieme in una stregonesca alchimia». Chiude il programma il popolarissimo «Concerto per violino e orchestra» di Ciaikovskij, solista Sergej Krylov. Leonardo Osella

Persone citate: Adriano Bassi, Chasseur, Ciaikovskij, Liszt, Mario Brunello, Massimo Mila, Sergej Krylov, Stravinskij

Luoghi citati: Torino