FOFI RIABILITA HERLING MA FORTINI NON CI STA di Pierluigi Battista
FOFI RIABILITA HERLING MA FORTINI NON CI STA FOFI RIABILITA HERLING MA FORTINI NON CI STA ta affidata ad Alfonso Berardinelli, critico letterario e anch'esso colonna portante di Linea d'ombra. Flores ha anche curato l'edizione italiana del Mondo nel mondo di Spender, il poeta e scrittore inglese che negli anni della guerra fredda ha diretto la rivista Encounter, nettamente schierata su posizioni «filo-occidentali» e antisovietiche. Così come è stato sempre Alfonso Berardinelli a suggerire a BollatiBoringhieri la pubblicazione di Ritorno dall'Urss, lo sconvolgente reportage con cui nel '36 Gide ruppe con il comunismo e che fruttò allo scrittore francese attacchi violentissimi, insulti e derisioni da parte della sinistra filo-sovietica. E' un'attenzione spiccata quella degli intellettuali che fanno riferimento alla rivista diretta da Gof¬ "■T '▼N lontano romanzo di I I André Malraux, Les I Conquerants, 1928, riI cordato da Claudio Pa, I vone nel suo saggio stoI j I rico Una guerra Civile ■ ! torna a proposito oggi J I in materia della possibi■ J le invidia verso certi politici perché hanno fatto i soldi facendo politica. L'avversione verso i ricchi secondo la tesi di Malraux non era tanto motivata dal fatto che essi fossero felici, bensì dal rispetto che essi avevano di se medesimi. Tesi profonda perché penetra oltre la fragile crosticina della felicità fondata sul denaro e scopre quello che della ricchezza passa in spirito. Vediamo di applicare la tesi ad un caso di attualità di cui si parla: la supposta e probabile depressione del politico arricchito ed estromesso, benché miliardario. Scalzato dalla politica attiva, dal comando e dall'esercizio del potere, il politico spedito a casa sarebbe caduto fredo Fofi. Un vero e proprio risarcimento postumo nei confronti di scrittori sui quali in vita gravò come un macigno la fama di apostati, traditori, ((rinnegati» divulgata non solo dagli adoratori del «dio che è fallito» ma anche da quella sinistra pavida formata da coloro, come ha Goffredo Fòfi (a sinistra) ha chiamato Gustaw Herling (a fianco) per collaborare a «Dove sta Zazà» scritto Koestler nella Scrittura invisibile, «che non erano mai stati comunisti» e ciò nonostante ricoprirono i «rinnegati» di «ingiurie e di rimproveri». Erede della cultura eretica dei Quaderni Piacentini (del resto fu proprio un «piacentino» come Francesco Ciafaloni a presentare nel 1970 l'edizione Bompiani del Dio che è fallito) il gruppo che si riunisce attorno a Linea d'ombra oggi sembra essersi assunto il compito della «riabilitazione» a sinistra di quel filone di anticomunismo «democratico» sovente maltrattato più e peggio dell'anticomunismo schiettamente reazionario. Oggi Herling scrive regolarmente su Linea d'ombra e Fofi lo ha chiamato a collaborare con la sua nuova rivista Dove sta Zazà. Anche grazie all'interessamento di Fofi, di Herling Feltrinelli ha pubblicato lo scorso anno il Diario scritto di notte e riproporrà Un mondo a parte, l'epopea vissuta dall'autore in un lager sovietico tra il '40 e il '42 (che l'editore Laterza pubblicò di malavoglia nel '58 «quasi per obbligo familiare», ha detto alla Stampa lo scrittore che nel '55 sposò Lidia Croce) e che in seguito Domenico Porzio volle riesumare nel '65 con la Rizzoli nel più totale disinteresse della cultura italiana. Una «riabilitazione» in piena regola, insomma, sebbene, a quattro anni ormai dal crollo del Muro di Berlino, ci si attenderebbe da Flores, Berardinelli e Fofi la ricostruzione di quel clima di autentica congiura del silenzio, di feroce ostracismo subito da Koestler, Gide, Spender, Orwell e Ignazio Silone. E tuttavia il «passato che non passa» fa sentire ancora le sue ragioni. E nella sinistra la «riabilitazione» di Herling non ha diradato interamente i veleni polemici. Vito Laterza, accusato dallo scrittore polacco-napoletano di non aver a suo tempo promosso il libro con particolare entusiasmo, replica appiccicando a Herling una definizione che un tempo rappresentava l'insulto più sanguinoso e capace di screditare per sempre chi ne veniva colpito: ((Anticomunista viscerale». Dal canto suo Franco Fortini, peraltro alfiere della sinistra antistalinista nei «dieci inverni» 1946-1956, non fa mistero delle sue perplessità nel vedere «gli amici di Linea d'ombra» trattare con deferenza uno scrittore che comunque rimane pur sempre «uno che sta dall'altra parte». Insomma, un nemico. Un «anticomunista viscerale» da cui stare alla lontana. Pierluigi Battista
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