SOLITUDINE, MITO E POLITICA NEI FUOCHI MESSICANI DI PÀZ

SOLITUDINE, MITO E POLITICA NEI FUOCHI MESSICANI DI PÀZ SOLITUDINE, MITO E POLITICA NEI FUOCHI MESSICANI DI PÀZ poesia surrealista francese e il pensiero orientale, cui Paz ha attinto durante i soggiorni in Giappone e in India come ambasciatore. Paz è noto al grande pubblico soprattutto come poeta, in italiano si possono leggere: Libertà sulla parola (Guanda) e Vento cardinale e altre poesie (Mondadori). La più nota opera di saggistica è II labirinto della solitudine (Silva e II Saggiatore), cui si aggiungono Congiunzioni e disgiunzioni (Il melangolo), Una terra, quattro o cinque mondi (Garzanti), L'arco e la lira (Il Melangolo). Leggendo le 51 poesie riunite in II fuoco di ogni giorno, tratte dalle principali raccolte del poeta dal 1935 al 1987, si riconoscono i temi chiave dell'opera dello scrittore. La lettura di queste liriche, però, ci conduce a considerazioni assai più ampie, con un forte respiro teorico. Cos'è la poesia per Octavio Paz? Nell'universo di Paz la poesia non è solo una forma artistica ma è Oclavio Paz na, divisa tra la forza della tradizione e la volontà di avventura, Octavio Paz non è soltanto il trovatore di forme nude, rigorose e nette, che esalta il Messico delle leggende e dei miti, ma è anche il cantore di forti passioni civili. E' davvero difficile delineare una personalità tanto complessa, come complesso è l'intrecciarsi e il fondersi nella sua poetica di costellazioni culturali molto distanti tra loro: il sostrato ispano-americano, la > soprattutto una visione generale delle cose, un modo di vivere. La poesia rivela il mondo reale e ne crea un altro; in questo processo di creazione ogni parola è metafora di un'altra parola, che è metafora di un'altra ancora e così via; scrive: «C'era solo una parola immensa e senza rovescio/parola come un sole/Un giorno si ruppe in frammenti minuscoli /Sono le parole del linguaggio che parliamo/Frammenti che mai si uniranno/Specchi rotti dove il mondo si guarda infranto». «Il motore dell'universo poetico di Octavio Paz è il principio analogico», scrive Ernesto Franco, traduttore e curatore del volume, nel puntuale saggio introduttivo; passando da un'immagine all'altra, le parole diventano «diafane», si «dissipano»; nel movimento dell'analogia si celebra la «trasparenza universale» che fa dell'opera poetica una macchina per l'abolizione del tempo e la convocazione del mito. Per Paz la poesia è come la intendeva Mallarmé, l'unica possibilità di identificazione del linguaggio con l'assoluto; «La poesia non è la verità:/è ia resurrezione delle presenzerà storia/trasfigurata nella verità del tempo non datato». Solo attraverso la poesia l'uomo sente di poter raggiungere l'universalità, di poter parlare a tutti, di ogni lingua e latitudine. In II fuoco di ogni giorno l'autore fonde, come gli è congeniale, i problemi esistenziali più profondi dell'essere umano nella duplice dimensione individuale e collettiva, personale e storica: il senso angoscioso del tempo, l'eterogeneità dell'essere, la difficoltà di comunicare, l'alienazione della condizione contemporanea. Il fuoco di ogni giorno si può leggere anche come una lunga e appassionata meditazione sulla realtà poetica e sul far poesia; meditazione sul linguaggio, sul carattere trasgressivo e sul concetto di unicità e irripetibuità del testo poetico; ogni lirica è, per Paz, un og¬

Persone citate: Ernesto Franco, Garzanti, Octavio Paz, Politica, Silva, Vento

Luoghi citati: Giappone, India, Messico