ANCHE IN CATTEDRA E IN TV SPRONUNCIANO L'ITALIANO

ANCHE IN CATTEDRA E IN TV SPRONUNCIANO L'ITALIANO ANCHE IN CATTEDRA E IN TV SPRONUNCIANO L'ITALIANO I'ltONUNCIA iimscukata nkutka MODIJJNA MA l»IU' iw:oui:nti: iirlciii>sflfi-osi (irlerioscliTosi uuluflroinii iiiiiiidroniti riiruiln ciivuito i'osi)io|Mililii cosmopolilu wTinilugo vmuifugo nkutka MODI'.UNA COI.TA. THADIZIONAI.K mlitln iiiluhi fjllliillli jzimilia Iciii'iniiii Icccoriiia inMicI ikiIiM sjilgiiri siil^rni LA vocale incerta diventa aperta; la consonante che s'ignora diviene sonora; l'accento senz'indizio è spostato verso l'inizio». Ecco, riassunte in rima da Luciano Canepari, le strategie che gli italiani seguono di fronte a parole di cui non conoscono la pronuncia. E così si spiegano il ralenti, gli assist, il Titanio, la mollica, al posto dei corretti ralenti, assist, Titànio, mollica. Canepari è un fonetista da tempo noto in ambito universitario per la sua Introduzione alla fonetica (Einaudi 1979, 1985 terza edizione) su cui molti studenti hanno preparato i loro esami e per il più recente L'intonazione (Liguori, 1985). Il Manuale di pronuncia italiana, uscito presso Zanichelli (pp. 408, L. 68.000, con due audiocassette), raggruppa i contenuti dei due volumi sopra menzionati e li rielabora per un pubblico non solo universitario. Canepari infatti ci consegna un'opera impegnata, rivolta a tutti gli italiani di buona volontà e agli stranieri bisognosi di chiare indicazioni. Adotta uno stile brillante ovunque sia possibile, anche nel bel mezzo di spiegazioni anatomiche, ad esempio: «La laringe è situata IMI '.utha MOI MKItNA coi ,TA, tkadizionai ,E siilnlm- saliiliic Salvador Salvador scaiulinavo suindinfivo iilrnsilc tilcnsilc mi slit'llico slirllico io snissiiio scassino nkutka modkkna ai.tki.itanto HIKQUKNTK dissuarli'ir dissuailcrc infill! fidile Infill liluli piiilico piirlico neutra moderna, frutto di inchieste da lui condotte. Questa pronuncia è data in Alfabeto Fonetico Internazionale ed è seguita dalle varianti più frequenti: se sono trascurate precedute da una freccia rivolta all'ingiù, se colte da freccia all'insù. Per le e, le o aperte o chiuse, le s e le z sorde o sonore segue il modello dei mitici parlanti centrali: toscani, umbri, marchigiani, laziali, ma senza gli abitanti delle province di MassaCarrara, Pesaro-Urbino, senza i parlanti della parte settentrionale della provincia di Perugia e delle parti sud-orientali delle province di Ascoli Piceno, Fro- nella gola, in corrispondenza del "pomo d'Adamo" (nonché "di Eva": c'è, infatti, una diffusa quanto falsa opinione - causata dalla terminologia non scientifica - che le donne non ce l'abbiano!)». E' anche molto polemico: se la prende con la scuola che ha sempre privilegiato l'ortografia e trascurato l'ortoepia, cioè la corretta pronuncia. Soprattutto vorrebbe redimere quegli italiani che parlando per lavoro in pubblico e dalla radio, dalla televisione, dalla cattedra danno più cattivi che buoni esempi di pronuncia. Intendiamoci, Canepari non è un purista o un fautore della pronuncia tradizionale. Il motto d'apertura del suo Manuale è «Error communis facit ius». Per lui fa testo l'uso spontaneo delle persone mediamente colte, anche se è un errore dal punto di vista del purista. I cambiamenti nella lingua vanno rispettati: se così non fosse, argomenta, ci troveremmo a dover pronunciare mordere, ridere, cadere e sapere. Perciò nel «Pronunciario», un dizionario che dà la pronuncia di 30.000 forme (parole comuni italiane e straniere, nomi propri di luoghi e persone, fra cui politici e divi) e occupa più di un terzo del volume, Canepari mette per prima la pronuncia sinone, Latina, senza una parte degli abitanti del Mugello, compresi invece gli abitanti dell'Aquila. Sulla base di questa mappa l'85% degli italiani non è italofono. Canepari però sprona allo studio anche chi non ha avuto la fortuna di nascere nelle province giuste: si può imparare a pronunciare bene e gli italiani del futuro potrebbero essere davvero italofoni a patto che l'ortoepia venga insegnata a scuola e che l'Alfabeto Fonetico Internazionale venga appreso per tempo, come guida visiva e mnemonica. Per chi è ormai fuori della scuola, il Manuale si propone come insegnante: oltre ai capitoli su consonanti, vocali, varianti regionali di pronuncia, ci sono circa 150 pagine sulla pronuncia delle parole nella frase e delle frasi nei testi. Le due cassette che accompagnano il volume non contengono solo esempi di pronuncia di parole isolate, ma anche esempi di lettura recitativa, di come andrebbe tenuta una conferenza o una lezione per evitare sia l'intonazione didascalica, monotona e noiosa sia il parlato veloce, ugualmente meccanico, di certi giornalisti televisivi. Caria Marello

Luoghi citati: Aquila, Ascoli Piceno, Latina, Perugia