Per Candide c'è Justine

Per Candide c'è Justine Per Candide c'è Justine I due giovani decidono di approfittare della confusione che si è creata a Lisbona per far perdere le loro tracce. Corrono al porto e trovano rifugio nella stiva di una baleniera, la «Pequod», in rotta verso i mari del Sud. Invano, durante il viaggio, Justine, ammaestrata dalla vita, cerca di spiegare a Candide, inguaribile ottimista, che la virtù può procurare solo guai. Quando i due giovani riemergono alla luce, il capitano della nave, Achab, scambiando Justine, ancora avvolta della sua candida veste, per l'aborrita balena Moby Dick, la trafigge col suo arpione. E a Candide non resterà che consolarsi con l'orrida Cunegonda, imbarcata anch'essa sulla «Pequod». come cambusiera. ENTRE vagola tra le rovine del terremoto che ha raso al suolo la città di Lisbona, il giovane Candide sente un lamento provenire dagli scantinati del distrutto pa- lazzo della Santa Inquisizione. Scavando affannosamente tra le macerie, ne estrae un brandello di seta bianca e poi un corpo di fanciulla. E' Justine, la quale, per sottrarsi alle trame del suo padrino, il corrotto marchese di Sade, che, per istigazione dei gesuiti, vorrebbe indurla ad avvelenare il primo ministro portoghese, Marchese di Pombal, è caduta nelle segrete del Santo Ufficio. Anche Candide sta fuggendo lontano dal suo padrone, un ambiguo signor di Voltaire, che, per pura malvagità, intenderebbe fargli sposare l'orrenda Cunegonda. Luciana Stegagno Picchio

Persone citate: Luciana Stegagno Picchio

Luoghi citati: Lisbona