ARRIVA DAI PIRENEI UNA PIOGGIA GIALLA

ARRIVA DAI PIRENEI UNA PIOGGIA GIALLA ARRIVA DAI PIRENEI UNA PIOGGIA GIALLA arriveranno alle alture di Sobrepuerto avrà già cominciato a scendere la sera. Ombre livide avanzeranno come onde attraverso le montagne e un sole stremato e disfatto, iniettato di sangue si trascinerà davanti ad esse aggrappandosi ormai senza forze agli sterpi e al cumulo di macerie e calcinacci... Di fronte, sul fianco opposto della montagna, i tetti e gli alberi di Ainielle, stretti tra picchi e terrazze, avranno già iniziato a fondersi con le ombre della notte. Vista da lassù, Ainielle appare sospesa sul precipizio, come un dirupo di pietre e di ardesie torturate». JULIO Llamazares, l'autore della Pioggia gialla, tradotto in italiano a cura di Pier Luigi Crovetto, ha soltanto trentotto anni, ma la sua cifra è quella del tempo: tempo a ritroso, ali'indietro. Simbolico e bellissimo è, in questo senso, un suo racconto di viaggio che, spaziando su un Portogallo addormentato, tra Cintra, Lisbona e Faro, trova il punto focale in un vecchio caffè dell'antico porto di Lisbona. Lì il tempo non soltanto si è fermato, come accade in tante osterie e negozi portoghesi, ma va indietro: «Quel che più mi piace nel British Bar, quel che mi affascina, è il vecchio orologio alla parete... nel quale, miracolosamente, le lancette e il tempo scorrono a rovescio... Infatti, guardando l'orologio pazzo di Lisbona, il tempo mi fluisce tra le mani, e il pensiero, questo orologio senza padrone, mi porta sempre lontano». Tempo e pensiero a ritroso dominano la produzione di Llamazares e, in particolare, La pioggia gialla (del 1989) e II fiume dell'oblio (1990). Alla radice di quest'ultimo romanzo, non ancora tradotto in italiano, sta un vero e proprio viaggio dell'autore, compiuto in compagnia di una cagna fedele e terminato in cima al Puerto de Vegarada, dietro le Asturie, sotto una gran nevicata che seppelliva paese e cose, e non lontano da Vegamiàn, il paese del Leon, dove Julio Llamazares fece in tempo a nascere prima che venisse sommerso da un lago artificiale. Anche il paese di Ainielle, sui Pirenei di Huesca, che chiamano Sobrepuerto, luogo deputato delle vicende, in realtà non-vicende, della Pioggia gialla, sta per essere sommerso dal fatto che tutti gli abitanti a poco a poco se ne sono andati. Magistrale, nella sua drammaticità alpina, è l'apertura: «Quando La rabbia del contadino A attendere coloro che verranno a prenderlo, da morto, è il solo personaggio che non ha voluto lasciare il paese. Egli lo ha visto morire giorno dopo giorno, ha resistito anche dopo che EMILE Zola non ha mai scritto un'opera intitolata I morti non sono gelosi né avrebbe mai pensato di mettere il suo nome su un libriccino di una cinquantina di pagine. Ma, ora che vanno di moda i libri mignon, gli editori fanno a gara a scovare nella bibliografia dei maggiori scrittori testi brevi e curiosi, da leggere e gettare e soprattutto da regalare con modica spesa ad amici che oltre le cinquanta pagine non si avventurerebbero mai. E quando trovano una novella che possiede tutti i requisiti per essere promossa alla dignità di queste biblioteche minime ma ha un titolo banale, provvedono a confezionargliene uno di maggior richiamo. Sotto questo titolo abusivo ma non incongruo di uno degli ultimi volumi di una collanina di rarità narrative che si chiama «Il bosco di latte», si na- la moglie, Sabina, si è impiccata e ora, uccisa la fedele cagna, è lì in attesa che la pioggia gialla, cioè le «foglie morte dei pioppi, la lenta, monotona pioggia d'autunno...» ricopra anche lui, e «gli ingranaggi del suo cuore». Egli sa che, giorni e giorni dopo la sua morte, quando già sarà mangiato dal muschio e dagli uccelli, saliranno dagli altri villaggi i fedifraghi, colorò che se ne erano andati. E lo troveranno. Il tratto più singolare di questo libro è la rabbia che il vecchio contadino oppone a tutti coloro che lo hanno lasciato solo. Si traduce, anche stilisticamente, in un piétiner sur place vigorosissimo,- antitetico, in certo senso, all'abbandono e alla morte. Per questo il libro è assai più bello di quanto non sarebbe stato se a scriverlo fosse stato un vecchio. Gli stessi gesti del contadino superstite negano che esista il diritto di far morire, negano la morte decretata a alcuni luoghi e perso¬

Persone citate: Arriva, Faro, Huesca, Julio Llamazares, Llamazares, Pier Luigi Crovetto, Puerto

Luoghi citati: Cintra, Lisbona, Portogallo